A  cura del prof. PASQUALE SARDELLA
CON SANDRO VANNUCCI E LINEA VERDE.
(vie verdi d'Europa)
 

La copertina del libro "LUNGO I TRATTURI DEL MOLISE"

Non sono molti i posti, neppure nell'Italia nascosta, dove la vacanza è ancora scoperta personale, fatto da raccontare. Nel Molise questo posto esiste e il fatto da raccontare è dato dai tratturi, autostrade d'erba che animarono nel corso dei secoli una civiltà chiamata "TRANSUMANZA".

Transumanza vuol dire pastorizia trasmigrante. La parola è composta da trans (di là da) e da humus (terra), come dire greggi che migrano "di là dalla terra (consueta)".  Ma non è pastorizia nomade, cioè senza fissa dimora, e neppure quella stanziale, ossia con una sola dimora. La transumanza, infatti, si basa su 4 capi saldi:

  1. il cambio tra due sedi note in determinati periodi dell'anno;

  2. la proprietà del gregge;

  3. lo sfruttamento diretto dello stesso;

  4. l'orientamento verso l'Economia di mercato.

Il termine, presente nelle lingue romanze, è entrato nel linguaggio scientifico alla fine del secolo scorso, ma ricorda un fenomeno Millenario.

Cippi di pietra posti ai lati del tratturo per indicarne esattamente il tracciato

(foto di Oliviero Greco)

La transumanza, diffusa in Spagna, Francia meridionale, Svizzera, Germania meridionale, area dei Balcani e Italia, conobbe la sua affermazione più originale in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Basilicata. In queste 5 regioni dell'Italia meridionale, quando in Autunno il primo freddo rendeva inospitale la montagna, greggi e addetti si trsferivano nella pianura pugliese, per fare ritorno in Primavera ai monti, allorchè era la pianura  farsi inospitale.

Pecore al pascolo lungo il trattuto Lucera-Castel di Sangro
(foto di Oliviero Greco)

 

Antichi rifugi dei pastori per ripararsi in   caso di maltempo.  

CAVALCANDO LA STORIA

Con i Sanniti la transumanza aveva avuto vita molto tranquilla perchè, non essendo soggetta a prelievo fiscale, aveva acceso solo contenziosi componibili tra le parti, in genere cointeressate allo scambio dei pascoli. Con Roma le cose cambiarono. L'attività fu sottoposta a prelievo fiscale e, quindi, al controllo pubblico, con tutte le conseguenze del caso: ispezione, contestazione, controversie legali.

Una di queste controversie è ricordata dalla scritta, tutt'ora leggibile, sul fianco destro di Porta Bojano nella città di SAEPINUM, sul tratturo Pescasseroli-Candela, che in epoca romana era la via consolare di Minucia. La scritta riguarda la decisione presa dai Prefetti di Roma, Basseo Rufo e Macrinio Vindice, i quali chiamati a dirimere la controversia insorta tra gli appaltatori di greggi e le autorità locali con particolare riferimento al pagamento del pedaggio sulla via proveniente da Bojano, diedero ragione ai primi. Gli appaltatori, infatti, sostenevano la gratuità del pedaggio voluta dalla legge e, in subordine, l'incompetenza dell'autorità locale, trattandosi di via pubblica non di carattere locale (la via era la Ninucia, dal nome del console Minucio che nel 305 a.C. aveva occupato Bojano e la zona circostante).

Dopo violenti contrasti, un solerte funzionario, certo Cosmo, spedì un dettagliatissimo rapporto alle autorità romane. Era il 168 d.C. La risposta di Roma fu perentoria e senza appello (come avviene oggi per le decisioni della cassazione). Inoltre, venne ordinato che tale decisione fosse scolpita sulla porta di accesso alla città e la foto è questa:

Porta Bojano
(foto di Oliviero Greco)

 

 

 

Nicola Alfieri con suo figlio Nico
(foto di Oliviero Greco)

Costantino Serlenga

Castropignano è attraversata dal tratturo Lucera-Castel di Sangro che è fra i tratturi meglio conservati nel tempo e salvato dalle barbarie e scempi comessi dalle amministrazioni comunali, provinciali e statali. Oggi i tratturi sono usati da appassionati di equitazione, dal momento in cui la transumanza avviene solo saltuariamente, e non solo: si possono fare anche delle escursioni in mountain bike e/o a piedi della durata di uno o più giorni.


Carmine Mancini... e cavallo.