IL PAESE DEL SOL LEVANTE

Il nome attuale del Giappone deriva dal cinese Jih-pen-Kuo, in lingua giapponese, Nippon o Nihon, che vuoi dire Paese del Sol Levante. Marco Polo raccontando nel Milione la sua meravigliosa avventura lo chiamò "Cipango".
Le isole dell'arcipelago giapponese rappresentano, dal punto di vista geologico, le vette di una possente catena montuosa sommersa, che si eleva dal fondo dell'Oceano Pacifico fino a 9000 metri di altezza. È un territorio in evoluzione, lo testimoniano 265 vulcani, dei quali ben trenta sono attivi; è stato sconvolto più volte da catastrofi di origine tettonica, che hanno causato danni enormi. Ogni anno sono segnalati da 1000 a 1200 terremoti.

LE ORIGINI

Le attuali isole erano unite in più punti al continente asiatico. Attraverso questi ponti terrestri giunsero gli animali e i primi ominidi. Altri ne giunsero dalle isole del Pacifico Meridionale. La recessione dei ghiacciai e l'aumento del livello marino sommersero i corridoi terrestri.
Il Giappone, lungi dal rimanere chiuso nella propria insularità, era entrato nell'orbita culturale cinese, grazie anche alla funzione mediatrice della Corea.
Si può datare intorno al IV secolo d. C. l'epoca della fondazione di uno stato unitario. Alla morte di ogni imperatore la residenza imperiale veniva abbandonata come impura; si cambiava la capitale e si costruiva un nuovo palazzo.
Il buddhismo, con il suo messaggio di speranza, trionfava. In ogni provincia venivano costruiti a spese dell'erario un monastero e un convento femminile, onde favorire non solo l'opera di propagazione religiosa, ma anche di incremento culturale, poiché i templi esercitavano una notevole funzione di scuole e centri di studio.
Architettura, scultura, pittura, letteratura fiorirono splendidamente, mentre si andavano formando le più antiche raccolte di miti e di tradizioni storiche.

IL PERIODO HEIAN (784 -1192)

Dopo la fase di assimilazione del patrimonio culturale cinese si diffuse una profonda coscienza nazionale e lo spirito letterario e artistico trovarono un'espressione più originale. Heian-kyo, "città della pace e della tranquillità'", come fu chiamata la nuova capitale, si identificò con il centro della nuova cultura. La guida della letteratura giapponese passa completamente alle dame di corte; esse creano opere che meritano uno spazio nella letteratura mondiale. "Il Principe Genji", opera della dama di corte Murasaki Shikibu (975-1031), è un racconto di libera invenzione che traccia un quadro vivace e ricco di immagini della vita e delle attività di corte.
Palazzi, abitazioni, santuari shintoisti e templi buddisti venivano costruiti usando il legno. La statua del Buddha nella città di Nara rappresentò la più grande costruzione in legno realizzata al mondo.
La preminenza dei materiali vegetali avuta nell'edilizia favorì l'ambientazione dell'architettura con il paesaggio circostante. La ricerca di una organica ambientazione delle opere architettoniche fu alla base della raffinata arte giapponese del giardino: concepito per fondere in una unica espressione l'opera della natura con quella dell'uomo.

L'EPOCA FEUDALE (1192 -1573)

Dal secolo XI la dorata civiltà della pace e della tranquillità si avviava verso un fatale declino. Una guerra civile, che doveva durare ben trent'anni, pose drammaticamente fine al periodo Heian e segnò l'inizio ufficiale dell'epoca feudale. I poteri dello stato furono trasferiti nelle mani dello shogun (generalissimo), mentre gli imperatori conservavano solo le attribuzioni onorifiche.
I cortigiani del periodo precedente avevano coltivato l'amore per la donna e il godimento estetico della vita, ora i cavalieri e i loro ciechi cantori di ballate, esaltavano l'abnegazione personale, il coraggio, la fedeltà, l'onore maschile, la rinuncia e la tragica fine. In un primo momento si intensificarono i contatti fra la Cina e il Giappone. Numerosi monaci si erano recati a studiare in Cina e monaci cinesi si erano stabiliti nell'arcipelago. Questi scambi avevano favorito l'introduzione di una nuova setta buddhista, che con il nome giapponese di Zen (meditazione, contemplazione) era destinata ad esercitare larghissima influenza sulla vita spirituale giapponese dei secoli seguenti. Essa incontrò il favore immediato dell'aristocrazia guerriera. Con il suo messaggio di disciplina interiore e di instancabile ricerca della verità e della illuminazione, lo Zen diventò l'espressione della nuova concezione di vita, sobria ed austera, che informava le severe regole della cavalleria, esaltate dalle cosiddette arti marziali (judo, tiro dell'ar co, equitazione, arte della spada). Si affermava il simbolismo Zen nelle raffinatissime cerimonie del tè, nell'arte della composizione floreale (ikebana), o nella costruzione dei giardini.
Un esempio è dato dal giardino del Ryoanji di Kyoto, il più celebre giardino di stile Zen. Una superficie rettangolare, che si estende di fronte al tempio ed è cinta da un rustico muro di raglio, appare coperta di ghiaia e costellata da quindici rocce. Non vi è alcuna vegetazione, ad eccezione del muschio sulle pietre. La ghiaia è rastrellata a piccole onde; le rocce, disposte in cinque gruppi, si vuole raffigurino tante tigri che attraversano il fiume guidando i loro cuccioli.
In altri giardini un susseguirsi di lastre di pietra simboleggia un guado o un sentiero, allusivo in certi casi del cammino che conduce all'illuminazione.
Il crollo economico e l'indebolimento progressivo della politica shogunale si accompagnarono al rafforzamento di grandi feudatari, che avevano instaurato nei propri territori regimi militari, assoldando truppe e prendendo alloro servizio i samurai, in qualità di vassalli guerrieri. Essi segnarono l'inizio del periodo noto come "paese in guerra", durante il quale il Giappone visse in uno stato permanente di lotte intestine, che affamarono le popolazioni rurali.
Il primo incontro tra l'Occidente e il Giappone si ebbe nel 1542. Tre navigatori portoghesi sbarcarono fortunosamente su un'isoletta a sud di Kyushu. Le relazioni si intensificarono e ai commercianti seguirono i missionari gesuiti. Francesco Saverio (1506-1554) e altri avevano intrapreso con successo la predicazione cristiana nel paese ed avevano introdotto le conoscenze e le acquisizioni della civiltà occidentale. Tuttavia nel 1639 il Paese fu definitivamente chiuso agli stranieri e la religione cristiana perseguitata. Il bando, motivato da ragioni politiche e religiose, interruppe le relazioni tra l'arcipelago e l'Europa. Le relazioni furono riprese nel 1854, quando il Giappone firmò un trattato internazionale con Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna e Olanda.

IL PERIODO EDO (1573 .1867)

Nel 1600 la sede del governo fu fissata a Edo (l'odierna Tokyo) e fu instaurata una forma di governo assoluto. A titolo di giustificazione dottrinaria e di irreggimentazione ideologica fu adottata la morale confuciana, che fu posta alla base di tutto l'ordinamento civile, familiare e sociale del Giappone per educare i sudditi all'obbedienza e alla sottomissione.

IL PERIODO MODERNO

Nel 1867 il potere effettivo fu rassegnato nelle mani del giovane imperatore Mutsuhito, che salendo al trono con il nome di Meiji, ristrutturò l'impero, trasferì la corte ad Edo e fece di questa città, ribattezzata col nome di Tokyo, "la capitale dell'Est", la nuova sede imperiale del Paese. L'imperatore perseguì una politica mirante a trasformare la nazione In uno stato moderno, organizzato su modello europeo. Nel giro d! pochi anni il paese mutò volto. L'economia giapponese si rafforzò. Alla morte di Meiji sali al trono Taisho al quale succedette nel 1926 Hirohito. La depressione mondiale degli anni trenta tuttavia, influì negativamente anche sul Giappone. Fu facile per l'esercito intervenire, imponendo una svolta autoritaria e militarista. Fu questa situazione a determinare l'entrata in guerra del Giappone nel 1941. Ma la seconda guerra mondiale si concluse tragicamente per il Paese. A conclusione della guerra fu avviata una ristrutturazione completa della politica e della società giapponese. Il potere imperiale fu mantenuto, privo ormai di ogni sacralità e con valore puramente simbolico. In questi anni il Giappone è salito al rango di grande potenza e ha costituito un'industria estremamente solida.