L A  S T O R I A ( Brevi cenni storici)


il Territorio

Il territorio del Comune di Pontassieve presenta una grande varietà di paesaggi che forniscono lo scenario ideale per chi ama muoversi nella natura.

Si parte dalla Valdisieve e dalla valle dell'Arno per salire lungo le colline e gli altipiani coltivati a viti ed olivi, arricchiti da vaste aree boschive, per giungere ai crinali del Monte Giovi e dei monti appenninici che d'inverno si coprono di neve.

 

          Breve storia
Pontassieve si estende lungo la zona collinare compresa tra la Val di Sieve e il Valdarno.
Il nome della località fa riferimento all'antico ponte eretto sul fiume Sieve. La storia di Pontassieve è documentata sin dal secolo XI, quando il territorio si trovava sottoposto alla giurisdizione dei nobili da Quona, i quali vendettero parte dei loro possedimenti al vescovado fiorentino nel 1207.
Sotto il dominio fiorentino il borgo di Pontassieve si sviluppò e consolidò e nel 1375 esso venne fortificato dalla Repubblica di Firenze mediante la costruzione di una cinta muraria e di un castello.

La località prese allora il nome di "Castel Sant'Angelo" per poi assumere negli anni successivi il nome attuale per l'importanza del ponte costruito sul fiume che costituì il principale asseviario che collegava la Repubblica di Firenze al territorio del Mugello, del Casentino e alla città di Arezzo.


Il borgo si sviluppò nei pressi del ponte e l
a popolazione si dedicò alla coltivazione di beni di prima necessità, perchè essendo Pontassieve essenzialmente una piazzaforte militare di Firenze, quest'ultima non ne incentivò in modo particolare la crescita economica.

Solo alla fine del XVIII secolo l'avvento dei Duchi di Lorena diede un forte impulso all'economia grazie ai lavori ducali per la bonifica del      territorio e l'apertura di due nuove strade che collegarono Pontassieve al Casentino e alla Romagna.

Sotto la dominazione lorenese Pontassieve acquisì una notevole importanza tanto da essere elevata al rango di Capoluogo di Vicariato che comprendeva parte dei territori del Valdarno e della Val di Sieve.  

                                                               

     
Nel 1859 la costruzione della linea ferroviaria che collegò Firenze a Roma diede un nuovo impulso alla crescita economica.
Nel 1861 Pontassieve venne annessa al Regno d'Italia ad opera del Re Vittorio Emanuele II di Savoia.

Durante l’ultima guerra Pontassieve, per l’importanza del suo nodo ferroviario, subì ingenti danni, rimanendo distrutta quasi interamente cosicché l’aspetto attuale è dovuto in gran parte alla ricostruzione post-bellica.

La guerra

Tra il 9 dicembre 1943 e il 2 giugno 1944 Pontassieve subì 16 bombardamenti aerei da parte dell'aviazione alleata, con la partecipazione complessiva di 472 aerei che sganciarono sul paese 929 tonnellate di esplosivo.

Pontassieve era infatti considerata un obiettivo primario, in quanto snodo ferroviario della massima importanza situato all'incontro delle linee ferroviarie Milano-Roma e di quella Firenze-Forlì.

 
Furono così colpiti innanzitutto il ponte ferroviario, quello stradale, la stazione, il 75 % delle abitazioni civili e il 95% degli impianti industriali (data la loro vicinanza alla ferrovia: in particolare le officine ferroviarie e gli stabilimenti enologici).

A causa dei bombardamenti morirono (ma il dato si riferisce anche alle frazioni) 42 persone, di cui 13 donne e 29 uomini, tra cui diversi bambini.
Durante il passaggio del fronte morirono poi altre 49 persone, e 97 rimasero ferite.
L'evacuazione della popolazione (ospitata provvisoriamente nelle campagne, alle pendici di M. Giovi) fu totale; gli uffici comunali spostati a più riprese (per lo più a Rufina), le attività commerciali chiuse, i mercati sospesi, le strade interrotte, e anche la chiesa fu distrutta.
            

Per saperne di più vedi D. Mazzoni, Attraverso la bufera. Pontassieve tra guerra, Resistenza e ricostruzione (1943-1948), Comune di Pontassieve, 1990.

L'economia

Tra le attività economiche del passato primaria importanza aveva l’agricoltura che, giovandosi di un fertile terreno, dava vino e olio, granaglie, legumi, gelsi; diffusa era la coltivazione dell’iris di cui si lavorava la radice. Se già nel Settecento si segnalava per la produzione di scarpe e di tele di lino e di canapa e per la trattura della seta, il rilievo assunto da Pontassieve come nodo viario ne favorì notevolmente lo sviluppo industriale nel corso dell’Ottocento: nei primi anni del Novecento vi erano un’officina ferroviaria, una fornace di calce e cemento e una di laterizi, fabbriche di tappeti, di saponi, di vetri e una distilleria.



Tra le risorse attuali del territorio, rinomata è la produzione del vino (Chianti Putto) e dell’olio; molto sviluppata è, a livello artigianale, la lavorazione delle pelli, del cuoio, delle pellicce; tra le industrie, molte delle quali sorte anche in epoca recente, vanno ricordate quelle per la lavorazione delle materie plastiche, del vetro, della ceramica, dei laterizi, del settore meccanico ed elettronico, alimentare, delle confezioni. 
Vi è inoltre l’Officina materiale fisso del compartimento fiorentino delle Ferrovie dello Stato.