Accordatura
pianoforte e Temperamento Equabile |
Dati riassunti da Marco Sicco (accordatore pianoforti, Savona) ... Si preferisce (Concerti o Studi di qualità
a parte che necessitano di un intervento per ogni occasione) una frequenza
semestrale, annuale o anche biennale per l'intervento di Accordatura,
a seconda dell'età e della tipologia del Pianoforte, nonché
del livello qualitativo della manutenzione. Le prime accordature dovrebbero
mirare a fare raggiungere (e dopo mantenerlo) allo strumento quello
che viene chiamato l'Assestamento, ovvero appunto la stabilità
della tenuta dell'accordatura stessa. Ciò si ottiene eseguendo
sufficienti Sgrossature prima di mettere in atto la Rifinitura. Non senza una buona intuizione si è
detto che l'Accordatura di un pianoforte è piuttosto una "Scordatura"
di precisione, a causa delle modifiche necessarie alla realizzazione
di un sistema chiamato "Temperamento equabile" , che consente
di suonare sufficientemente bene in tutte le (semplificando) dodici
tonalità presenti sulla tastiera, cosa che non potrebbe essere
se l'accordatura fosse "naturale", ossia realizzabile (senza
grandi fatiche) tramite l'orecchio "musicale". Questa è
una delle ragioni per le quali non ci riteniamo contrari, ove finemente
predisposto, all'ausilio elettronico, in quanto la cosiddetta maggior
precisione dell'accordatura "a orecchio" (in realtà
orecchio "battimentale", ossia, almeno in parte, "matematico")
presuppone un giudizio approssimativo: L'orecchio deve fare sforzi "matematici" per contare
i battimenti al secondo, difficoltosi (se non in certi casi, impossibili)
da contare con precisione. Possono quindi venire utili sia la suddivisione
elettronica del Riparto centrale, nonché le comparazioni, nei
bassi e negli acuti, in particolare delle parti più periferiche
della cordiera, fatta salva in ogni caso l'importanza dei controlli
ad orecchio sia degli unissoni (relativa assenza di battimenti) dei
Cori di corde e delle Ottave, che dei risultati complessivi di un'accordatura
eseguita con la necessaria precisione - ..."anche il più
esperto degli operatori più che accordare in senso preciso e
assoluto, si sforza di ottenere un'accordatura accettabile, temperando
ed equilibrando ad arte tutti gli intervalli"... fa notare Giovanni
Bettin - e sempre che si sia tenuto conto delle curve ascendenti nella
regolazione degli acuti e discendenti nell'accordatura delle note più
basse (ottave relativamente "allargate"). Ciò nonostante
alcuni preferiscono servirsi solo dell'orecchio, cosa perfettamente
plausibile (io stesso in periodi precedenti avevo scelto di usare esclusivamente
l'orecchio ...); mi sembra, come suggerì Pietro Righini, relativamente
meno importante il metodo adottato che non il risultato conseguito;
non ci interessa qui contrapporre elettronica ed "orecchio"
come fossero l'uno ad esclusione dell'altro; per una serie di altri
fattori io preferisco sfruttare entrambe le possibilità a seconda
delle fasi (e tipologie) dell'accordatura. |