Carcassonne, Tolosa e Albi

22 aprile - 1 maggio 2000

 

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Mappa della Francia con il nostro itinerario

N.B.: le foto non sono mie e saranno sostituite non appena avrò avuto modo di scannerizzare quelle che ho fatto io.

22/4/00 - Da casa a Remoulins

Dopo la mia uscita in solitaria ad Imola era ora di ricostituire l'equipaggio e, approfittando del lungo ponte fra Pasqua ed il Primo Maggio, abbiamo messo su una bella uscita lunga nel Sud della Francia passando anche, intanto che c'eravamo, a salutare certi nostri amici abitanti in zona.

Almeno in un certo senso la preparazione della missione aveva avuto inizio oltre un mese prima: infatti, essendoci la Pasqua di mezzo occorreva far digerire a genitori e suoceri il fatto che non l'avremmo passata con nessuno di loro! La vera preparazione, invece, l'abbiamo sbrigata in quattro e quattr'otto il venerdì sera, dopo che avevo provveduto ai vari serbatoi la sera precedente. Così le operazioni preliminari al mattino si sono ridotte al minimo ed il camper ha lasciato il cortile di casa ad un orario decisamente dignitoso.

Il viaggio per una volta si è svolto tranquillamente, con il camper allegro e voglioso di mostrare le sue doti, il tempo molto bello e caldo ed il traffico decisamente tranquillo su tutto il percorso. L'unico fastidio è stato il vento forte nella zona di Grenoble, ma fossero sempre quelli i fastidi! Stanti così le cose abbiamo deciso di tentare la tirata lunga ed in questo modo in circa dieci ore abbiamo raggiunto Remoulins, vicino al Pont du Gard, dove abbiamo preso posto nello stesso campeggio dell'anno precedente durante il nostro bel giro in Provenza.

Per fare tutta quella strada era però giocoforza alternarsi alla guida per cui Daniela ha fatto il suo esordio al volante, tenendo i comandi da poco prima di Grenoble fino al casello di Remoulins: dopo un po' di impaccio iniziale ha preso abbastanza rapidamente confidenza con il mezzo alquanto più grosso della sua abituale Twingo!

23/4/00 - Pasqua in viaggio verso Mauguio, passando per Tarascon

Avendo preso accordi con i nostri amici per raggiungere la loro casa in serata, il problema era quello di decidere cosa fare nel frattempo: dopo aver vagliato qualche alternativa la scelta è caduta sul castello di Tarascon, sia perchè ne avevamo già notato l'imponente mole passandoci accanto l'anno precedente che perchè era praticamente di strada.

Tuttavia, prima di raggiungere il castello abbiamo avuto un interessante cambio di programma: passando per un incrocio abbiamo notato infatti un'indicazione per l'abbazia medioevale di Saint Roman (la parola "medioevale" attira sempre la nostra attenzione) ed abbiamo deciso al volo di andare a dare un'occhiata.

Occorre premettere che è stata un'ottima ispirazione: abbiamo infatti trovato un posto estremamente particolare e molto suggestivo per i nostri gusti. Infatti Saint Roman consiste in un antichissimo insediamento scavato nella roccia in cima ad un'altura, le origini del quale risalgono ai Celti e che nel corso dei secoli è stata prima un'abbazia (dal VI al XVI secolo) e successivamente abitazione per una comunità locale. La visita non è guidata e si può scorrazzare liberamente dappertutto (facendo attenzione ad alcuni punti un po' pericolosi), andando dentro e fuori per sale, cunicoli e celle di monaci.

Finita la visita e pranzato abbiamo poi ripreso il filo del programma interrotto ed abbiamo quindi dopo pochi minuti raggiunto Beaucaire e da lì Tarascon, dove abbiamo trovato posto per parcheggiare in un ampio spiazzo sterrato proprio accanto al castello. Per inciso, ripartendo abbiamo visto che il piazzale si era nel frattempo riempito di numerosi camper sotto la sorveglianza di due addetti comunali.

Anche il castello di Tarascon si è rivelato all'altezza delle aspettative: si tratta di una possente fortezza costruita su un roccione dominante il Rodano, in ottimo stato di conservazione e che si visita quasi interamente, compreso il tetto dal quale si gode di un'ottima vista. Peccato solo che nel nostro caso il tempo avesse deciso di mettersi al brutto, costringendoci a trascinarci dietro un ombrello e rovinandoci un po' i vari passaggi all'aperto.

Finita la visita al castello abbiamo infine preso la direzione di Mauguio, un piccolo centro a pochi chilometri da Montpellier, abbiamo raggiunto i nostri amici che abitano là ed abbiamo collocato il nostro camper in strada davanti alla loro villetta, utilizzandolo in pratica come camera da letto aggiuntiva della loro abitazione.

24/4/00 - Pasquetta con amici a Mauguio (ed una puntatina a Saintes Maries de la Mer)

Abbiamo passato quasi due giorni a mangiare (a sufficienza), bere (a iosa), dormire (poco), chiacchierare (a fiumi) e prendere il sole grazie al tempo splendido e caldo. L'unica eccezione è stata una puntata a Saintes Maries de la Mer nel pomeriggio di Pasqua, dove abbiamo trovato una folla bestiale proprio del genere che io non sopporto...

25/4/00 - Da Mauguio a Carcassonne

Dopo molti tentennamenti abbiamo infine deciso di partire dopo pranzo per iniziare la parte turistica del nostro giro e quindi, lasciati infine gli amici, abbiamo preso la direzione verso la Spagna. Per scelta strategica abbiamo evitato di prendere l'autostrada ed abbiamo invece seguito il litorale passando per Sète e fino ad Agde, percorrendo la lingua di terra che separa la laguna dal mare. Si è trattato di un percorso meno interessante di quanto sperassi, in realtà, ma comunque non spiacevole a parte l'attraversamento delle due cittadine: per il resto la strada costeggiava il mare in una specie di mini-Camargue, con basse dune, arbusti e sabbia fine.

Raggiunta per quella via la città di Beziers abbiamo poi sbagliato strada ed invece di percorrere la circonvallazione cittadina siamo finiti in pieno centro. Per un attimo ho quindi pensato di fare una sosta e visitare la rinomata cattedrale, ma la difficoltà di reperimento di un parcheggio ha finito per farci innervosire e decidere di mantenere il programma originale e di puntare subito su Carcassonne, sempre senza prendere l'autostrada ma seguendo invece una gradevole strada statale fra le colline. Lungo questa strada abbiamo più volte costeggiato ed attraversato il Canal du Midi placidamente percorso da numerosi barconi cabinati da diporto con a bordo famiglie in vacanza rilassante: praticamente dei camper acquatici, insomma!

Raggiunta Carcassonne, trovare il campeggio prescelto si è rivelato poi una specie di caccia al tesoro: la località appariva sulla carta a pochi chilometri a nord della cittadina, ma beccare la direzione giusta senza un'ombra di cartello stradale non è stato facile. Infatti alla fine è stato un gentile signore che parlava un dialetto quasi incomprensibile a toglierci d'impaccio mettendoci in qualche modo sulla retta via.

26/4/00 - Carcassonne

La visita a Carcassonne era uno dei cardini preventivati del nostro giro e per buoni motivi: ancorchè in qualche misura "inquinata" dal business turistico, la cittadella di Carcassonne è insieme interessante e spettacolare ed a riprova di questo è classificata nel cosiddetto patrimonio artistico dell'umanità.

La sua collocazione su un'ampia collina giustifica la presenza di insediamenti fin da tempi molto remoti, seguiti poi nel tempo da insediamenti romani, barbarici e saraceni, per giungere poi a cavallo del 1200 a diventare una delle principali piazzeforti dei Catari, gli aderenti alla cosiddetta eresia albigese. Dopo il successo della crociata contro di questi la città continuò ad essere una piazzaforte di una certa importanza, pur essendo ormai in fase di declino. La decadenza e successivamente la Rivoluzione costarono alla cittadella seri danni che furono in parte compensati da una vasta opera di restauro svolta nel secolo scorso da Viollet Le Duc e che valse a preservare molto dell'antica Carcassonne, pur non sempre rispettandone in pieno l'originale aspetto.

Quello che abbiamo ora è una piccola città circondata da una doppia cerchia di mura integre come pure lo sono i molti torrioni. All'interno della cerchia interna rimane un borgo medioevale in parte originale ed in parte "taroccato" ad uso dei turisti, una bella cattedrale ed un cospicuo castello. La visita consiste in un sano vagabondaggio fra i vicoli ed infine nella visita alla cattedrale ed in quella (rigorosamente guidata) al castello ed alle mura.

Per essere esatti, queste ultime sono in effetti due distinte visite abbastanza lunghe con due diversi biglietti di ingresso per cui noi abbiamo deciso di limitarci alla seconda, che consiste nella visita delle due corti del castello e di un buon tratto di mura nella parte più interessante e spettacolare. L'unico difetto della visita è stato che la guida parlava fitto fitto in un francese fortemente dialettale che mi ha messo in grave crisi!

Il tempo tiranno non ci ha però lasciato modo di dedicare un po' di attenzione anche alla cosiddetta Città Bassa cinquecentesca e verso sera abbiamo quindi rivolto il camper nella direzione di Tolosa, con un briciolo di rimpianto da parte mia per la mancata visita alle troppo lontane fortezze catare. Beh, sarà per un'altra volta!

Anche a Tolosa il reperimento dell'unico campeggio si è rivelato un bel problema a causa della mancanza assoluta di indicazioni sia in particolare per il campeggio stesso che almeno per il sobborgo in cui questo si trova. Il problema è stato alla fine risolto grazie all'aiuto di un premuroso studente universitario intercettato fuori dalla facoltà e che proprio in quel mentre stava per andare con la sua auto verso casa giusto nella stessa direzione. Il campeggio si è poi rivelato essere uno di quei posti ove oltre ai normali turisti risiede anche una abbastanza ampia comunità di abitanti fissi che non possono permettersi o non vogliono una casa in città. Il fatto dà al campeggio un aspetto un po' da caravanserraglio ma in realtà non crea problemi significativi.

27/4/00 - Tolosa

La giornata è stata interamente dedicata alla visita di Tolosa. Per praticità di spostamento abbiamo optato per la bicicletta come mezzo di trasporto (approfittando anche della pressochè totale assenza di dislivelli in città), per cui abbiamo preso il camper pur mantenendo il posto al campeggio e ci siamo con esso avvicinati alla città, trovando parcheggio in un viale lungo le mura dell'Università, per poi da lì proseguire in bici. L'idea nel complesso si è rivelata buona... o quasi, come vedremo dopo!

Il nostro giro ha avuto inizio dalla basilica di Saint Sernin: chiusa! Infatti era mezzogiorno e cinque...

Non ci restava che andare a visitare altri monumenti in attesa dell'ora di pranzo. La scelta è caduta sulla chiesa dei Jacobins che abbiamo raggiunto passando per la Rue du Taur, piena di negozi e con a metà l'antica chiesa di Notre Dame du Taur, dalla facciata che ricorda una fortezza, molto buia a causa delle pareti tappezzate con pannelli di legno e forse per questo pervasa da un forte odore di legno vecchio che ha fatto storcere il naso a Daniela, e per la vasta ed elegante piazza principale dominata dalla mole del palazzo comunale, modestamente chiamato Capitole.

Serpeggiando nel tipico traffico francese con le nostre biciclette abbiamo infine raggiunto con qualche difficoltà la chiesa dei Jacobins: quella per fortuna faceva orario continuato per cui l'abbiamo visitata insieme al suo chiostro, alla sala capitolare ed alla piccola e decoratissima cappella di Saint Antonin, tutte opere gotiche di notevole pregio. La chiesa in particolare è notevole per la sua architettura a due navate con pilastri centrali che terminano in una splendida volta a costoloni. La stessa eleganza si ritrova poi nella disadorna ed essenziale sala capitolare, mentre la cappella di Saint Antonin è un piccolo scrigno di pittura medioevale.

Peccato solo che la bellezza del posto fosse guastata dall'esposizione nel grande refettorio (oggi destinato ad esposizioni temporanee) di orrende opere moderne di non so quale pittrice nordica trapiantata in Francia!

Dopo pranzo siamo tornati alla basilica di Saint Sernin finalmente riaperta e l'abbiamo visitata. Pur essendo una bella chiesa, forse il confronto con quella dei Jacobins che ci era piaciuta molto o forse il disturbo dato dalla presenza di una folta e come sempre chiassosa scolaresca hanno fatto sì che non ne restassimo colpiti in modo particolare, tanto che già a distanza di un paio di mesi non ne conservo più un ricordo particolarmente vivo.

Il nostro programma esplorativo a quel punto prevedeva la visita al Musée des Augustins, vasta raccolta di storia ed arte ospitata nel complesso un tempo contenente la chiesa ed il convento degli Agostiniani. La visita di questo museo è piuttosto lunga e faticosa viste le dimensioni del luogo e la ricchezza delle raccolte ivi contenute che spaziano dalle sculture medioevali a quelle ottocentesche, dai dipinti su tela agli affreschi, da frammenti come pezzi di rosoni e gargolle recuperati da antichi edifici ai reperti archeologici, ma la fatica è compensata dall'interesse del materiale esposto.

Finito il giro del museo una brutta sorpresa ci stava aspettando: si era messo a piovere a catinelle e tra l'altro le nostre biciclette erano legate a un lampione e quindi allo scoperto! Dopo aver atteso per un bel po' senza che Giove Pluvio desse segni di averne abbastanza abbiamo deciso che tanto valeva affrontare la pioggia e così, dopo aver messo al riparo sotto le K-way io la macchina fotografica e Daniela lo zainetto, ci siamo rimessi in marcia dopo aver concordato che con quel brutto tempo ci saremmo limitati a visitare solo la vicina chiesa di Saint Etienne prima di ritornare al camper.

Purtroppo non abbiamo avuto modo di ammirare la facciata di questa chiesa, perchè vasti lavori di manutenzione l'avevano completamente "incartata". L'interno ci ha invece colpito molto, non per la sua bellezza ma bensì per la sua bizzarra forma a zig-zag! Infatti Saint Etienne venne costruita in più fasi e quando per ultimi vennero costruiti il coro e l'abside la loro realizzazione venne fatta tenendo conto del futuro progetto di ricostruzione dell'intera chiesa (mai portato avanti, però) invece che della vecchia chiesa già esistente. Come risultato sono venute fuori due parti ben distinte: una vasta, buia e cupa ed una alta, slanciata e luminosa. Il contrasto è a dir poco sconcertante!

Finita anche questa visita non ci restava altro che tornare all'asciutto nel camper, con una pedalata che in altre condizioni sarebbe stata piacevole ma che in quel momento ci è sembrata più che altro un'allucinante fuga in mezzo alle pozzanghere ed al traffico dell'ora di punta serale. Quando abbiamo infine raggiunto il camper ci è sembrato di arrivare alla terra promessa: io mi sono incaricato di sistemare le biciclette sul portabici finendo così di infangare le poche parti della mia persona casualmente dimenticate dalla pioggia battente ed intanto Daniela nel camper provvedeva a preparare una corroborante bevanda calda.

Inutile dire che dieci minuti dopo aver ripreso la via del campeggio la pioggia è cessata...

28/4/00 - Cordes sur Ciel

Dopo la lavata del giorno precedente Giove Pluvio ha deciso che così poteva bastare e la mattina si è presentata con un bel sole abbastanza caldo ed una giornata nel complesso promettente. Alla fine di un breve consulto e con ancora un briciolo di rimpianto da parte mia per le fortezze dei Catari abbiamo optato per portarci verso Albi con una piccola deviazione verso Cordes sur Ciel, un piccolo paese che pareva promettente e che sembrava meritare un'ora o due di sosta. E' andata a finire che ci abbiamo passato l'intera giornata...

Cordes è arroccata sulla cima di una ripida collina che domina su tre lati la regione circostante e fu fondata subito dopo la fine della crociata contro l'eresia albigese per dare una casa alle popolazioni sbandate dopo la fine della guerra: una "bastide", come vennero chiamati questi nuovi insediamenti. La posizione particolarmente favorevole ne favorì lo sviluppo, che comportò la progressiva crescita dell'abitato che, uscendo dalle mura preesistenti, ne impose la costruzione di nuove. Il fenomeno fu così accentuato che oggi Cordes conta ben sette cerchie di mura!

Successivamente in Cordes vennero costruiti numerosi palazzi in stile gotico da ricchi mercanti e famiglie nobili. Pur essendovi numerosi edifici in stato di abbandono, tuttora questi palazzi creano un'atmosfera particolare e non artefatta, costituiscono la principale attrattiva di Cordes e contribuiscono ad assicurarne il benessere, aiutati in questo anche da un'oculata politica di sostegno ad attività artigiane che ha costellato il paese di piccole e strapiene botteghe di tutti i generi. Una accurata gestione delle informazioni ad uso dei visitatori, interessanti iniziative culturali ed un'ampia scelta di ristoranti e trattorie per tutti i gusti ma sempre abbastanza ben armonizzate con il contesto completano il ventaglio delle attrattive atte ad indurre gli ospiti a passare una gradevole giornata passeggiando per il paese ed esplorando infiniti angolini, apparentemente sempre uguali ma tuttavia sempre diversi fra loro.

Unico neo, la sola chiesa del paese antico, anch'essa medioevale, collocata nel centro del paese in cima alla collina ed apparentemente piuttosto promettente, non è visitabile... un vero peccato!

Verso la fine della giornata abbiamo cominciato ad avere la netta sensazione che l'ombrello che ci eravamo trascinato dietro per tutta la giornata potesse alla fine venire utile, ma per fortuna siamo riusciti a raggiungere la sicurezza del camper prima che scoppiasse il temporale, abbastanza forte ma di breve durata. Comunque ormai la cosa non ci preoccupava più, dato che tutto quello che ci era rimasto da fare era di percorrere la ventina di chilometri che ci separavano da Albi.

Una volta di più, scovare il luogo dove l'unico campeggio cittadino si trovava è stato piuttosto complicato: il problema è stato alla fine risolto esaminando la mappa della città esposta alla stazione e ricostruendo il percorso da lì alla "Allée du Camping" (già, la strada in cui si trovava il campeggio si chiamava proprio così ed era l'unico indizio per trovarlo dal momento che sulla mappa il classico simbolo della tenda non compariva!). Giunti a destinazione e chiacchierato un po' con la loquacissima custode abbiamo infine scoperto l'arcano: a quanto pare beghe locali avevano indotto il Comune ad omettere qualsiasi indicazione relativa al campeggio, sia lungo le strade che sulle mappe!

29/4/00 - Albi

Su consiglio della custode del campeggio abbiamo rinunciato al progetto originale di lasciare il camper nella piazzuola e di raggiungere il centro storico in bicicletta ed abbiamo invece cercato posto nel grande parcheggio disposto a terrazze sul fianco della collina proprio dietro la facciata della cattedrale, quasi sotto l'altissima guglia. La cosa interessante di questo parcheggio è che la parte superiore è a pagamento e piuttosto angusta per manovrare, mentre la parte più in basso è gratuita e spaziosa: totale, tutti quanti si accalcano nella parte alta perchè da lì è più comodo raggiungere il centro storico e di conseguenza nella parte inferiore si sta da signori, al prezzo però di risalire poi la collina (non che sia una cosa terribile!).

Albi è una città non particolarmente bella, anzi piuttosto bruttina, con la notevole eccezione però di un pregevolissimo centro storico arroccato sulla cima di una piatta collina dominante la vallata del Tarn. Il punto focale è l'imponente Cattedrale, tanto massiccia all'esterno simile ad una fortezza quanto magnifica e degna della sua grande fama all'interno, fiancheggiata poi dall'altrettanto imponente Palazzo della Berbie e circondata dalla città vecchia che a sua volta rivela altri monumenti interessanti e gradevoli scorci.

La nostra visita ha avuto inizio proprio dalla Cattedrale dedicata a Santa Cecilia e devo dire che se mi aspettavo un monumento notevole non ero però preparato alla ricchezza che in effetti contiene. La chiesa dà un senso di immensità accentuato anche dal fatto che la struttura è a navata unica con cappelle tutt'attorno e non c'è un centimetro di pareti e volta che non sia decorato da affreschi, statue o vetrate. La vasta parete piana all'interno della facciata è completamente ricoperta dall'affresco del Giudizio Universale e più di metà della superficie è occupata da un magnifico coro gotico fiammeggiante. Insomma, sicuramente una delle più splendide chiese che abbia mai visto e, da buon italiano, ne ho viste ben tante!

Avendo dedicato tutto il tempo necessario ad una visita accurata della Cattedrale, ne siamo riemersi che era quasi mezzogiorno e quindi abbiamo optato per un giro fra le stradine della città vecchia in attesa che si facesse ora di pranzo. La passeggiata è resa più gradevole dal fatto che buona parte della zona è limitata al traffico pedonale, inoltre i percorsi suggeriti dall'apposita segnaletica consentono di toccare i punti più suggestivi. Fra questi, oltre ai vari palazzi e cortili vale in particolare la pena di citare la chiesa di Saint Salvy ed il suo tranquillo chiostro a due passi dalla Cattedrale.

Mancando ormai poco alla fine della vacanza, era necessario per noi ripartire verso l'Italia nella serata allo scopo di frazionare il percorso in tappe abbastanza tranquille. Questo ci lasciava giusto il tempo per passare un paio d'ore a visitare il Palazzo della Berbie, adiacente a Sainte Cécile e principalmente interessante per i musei che contiene: una collezione di opere d'arte ed oggetti di tutte le epoche dalla preistoria in poi reperiti nella regione e soprattutto una ricca (forse la più ricca al mondo) raccolta di opere di Henri de Toulouse-Lautrec.

Avendo voglia di salutare ancora i nostri amici abbiamo fissato come punto di tappa per la notte la loro villetta a Mauguio, che abbiamo raggiunto seguendo un tranquillo itinerario su strada statale lungo la valle che fiancheggia a nord la cosiddetta Montagna Nera e che sbuca sulla pianura in riva al mare non lontano da Montpellier.

30/4/00 - Da Mauguio a Antibes

L'obiettivo della giornata era quello di spostarci in Costa Azzurra e precisamente ad Antibes, con l'intenzione di fare un'altra visita a quel ristorantino nel quale l'anno precedente avevamo fatto una scorpacciata di cozze con salsine fantasiose, quindi dopo i soliti interminabili saluti siamo partiti in direzione di Arles. In effetti questa città è rimasta fuori sia dal giro dell'anno precedente che da questo: una buona scusa per un giro da fare l'anno seguente, forse! Comunque per questa volta abbiamo semplicemente fatto tappa per il pranzo nel parcheggio di un centro commerciale in periferia...

Avendo bisogno di scaricare i serbatoi, dopo pranzo mi sono messo a sfogliare il portolano alla ricerca di camper services comunali nella zona e l'occhio mi è caduto su uno poco lontano per raggiungere il quale occorreva passare per l'abbazia di Montmajour, data per molto interessante dai dépliants che avevo raccolto. Ho indicato a Daniela il percorso da seguire senza dirle niente sull'abbazia, ma ho fatto i conti senza l'oste: dopo dieci anni insieme mi conosce anche troppo bene e ci ha messo poco a capire che stavo tramando qualcosa. Lei in realtà aveva fretta di arrivare in Costa Azzurra e soprattutto aveva fretta di mangiarsi le cozze, per cui io contavo di venderle la visita all'abbazia una volta giunti sul posto e facendo leva sul molto tempo a disposizione prima di sera, ma lei non ci è cascata! Comunque, convincerla che valeva almeno la pena di valutare l'opportunità di una visita all'abbazia una volta giunti sul posto non è stata una grande fatica neanche così...

In effetti l'abbazia di Montmajour ci è apparsa subito degna di una sosta e la successiva visita non ha fatto che confermare la validità della decisione. Pur essendo malridotta in molte parti ed inagibile per una buona metà, si tratta di un complesso di edifici molto interessanti dal punto di vista storico ed anche molto suggestivi da visitare: di conseguenza il buon paio d'ore passato lì ci è parso decisamente molto ben speso! Anzi, ci è rimasto anche il rimpianto per l'impossibile visita alle parti pericolanti...

L'abbazia di Montmajour è un complesso piuttosto vasto e costituito in realtà da due diverse abbazie, la prima medioevale (quella visitabile) e la seconda seicentesca (in rovina); oltre agli edifici abbaziali è rimasta una grande chiesa sovrapposta ad una più antica, più piccola e secondo me anche più interessante, una necropoli ed un robusto "donjon", un torrione di guardia e di difesa che domina la regione circostante e che offre una splendida vista dalla sua cima. Tuttavia, la parte forse più suggestiva dell'abbazia è anche quella meno evidente: infatti, passando attraverso una anonima porticina nelle mura sud del complesso e scendendo lungo una scalinata si ha la sorpresa di trovare un'antichissima chiesa scavata nella roccia sul fianco della collina, che probabilmente costituì il nucleo originario di Montmajour.

Finita la visita all'abbazia siamo tornati allo scopo iniziale della nostra deviazione, ossia la ricerca del camper service comunale che il portolano riportava come disponibile nel paese adiacente: è andata a finire che abbiamo perso una buona mezz'ora in ricerche, finchè non l'abbiamo alla fine scovato al di là di un cancello chiuso! A quel punto non ci è rimasto altro che riprendere la strada arrabbiatissimi e brontolando cose irripetibili...

Il resto del viaggio fino ad Antibes è stato il solito noioso calvario lungo l'autostrada sotto il sole, con due sole eccezioni degne di nota: la scoperta di un camper service nel parcheggio di una delle stazioni di servizio e un ulteriore lungo tratto percorso con Daniela alla guida. Anche trovare il campeggio è stato poi cosa facile: ci è bastato puntare su quello dell'anno scorso e rivolgersi poi ad uno qualsiasi di quelli adiacenti dal momento che quello che conoscevamo era ancora chiuso.

La nostra giornata era tuttavia ancora lungi dall'essere conclusa! Restava la rituale visita ad Antibes e relativa cena ed infatti appena sistemato il camper ci siamo incamminati verso la vicina stazione per prendere il treno. Qui sono cominciati i problemi: c'era da aspettare mezz'ora per la prossima corsa e per di più in quella stagione l'ultima corsa di ritorno era verso mezzanotte appena, il che ci avrebbe lasciato meno di due ore in tutto da passare ad Antibes!

Dopo un breve consulto abbiamo deciso che sarebbe valsa comunque la pena di passare in paese tutto il tempo che avessimo voluto e di tornare a piedi, tenendo anche conto che si trattava di una sola fermata di distanza e di cinque minuti in tutto di viaggio in treno.

E' stato così che dopo cena abbiamo vagabondato con calma per una Antibes abbastanza animata, anche se molto meno che l'anno precedente (ma quella volta si era ai primi di luglio), in una serata già abbastanza afosa per la stagione. Quando abbiamo deciso che era ora di far ritorno al camper abbiamo percorso la banchina del porto con la sua abituale sfilata di barchette da poveracci ed abbiamo poi preso la strada litoranea, camminando un po' sui frangiflutti ed un po' sul limitare della in verità alquanto brutta spiaggia sporca e sassosa. Come previsto, in tre quarti d'ora circa eravamo di ritorno al campeggio.

1/5/00 - Ritorno a casa

Alle solite, è stato con un po' di rimpianto che la mattina abbiamo preso la via per tornare in Italia. Questa volta però siamo andati sul semplice, seguendo la via più ovvia per Ventimiglia e Genova, con un po' di preoccupazione per il traffico che temevamo molto intenso a causa della fine del ponte del Primo Maggio.

In effetti di traffico ne abbiamo trovato parecchio e per di più con l'aggravante della presenza di parecchi autotreni malgrado la giornata festiva. Ciò non ha peraltro impedito a Daniela di mettersi ai comandi dalle parti di Savona e di non mollarli più fino a destinazione, incluso per la prima volta una ventina di chilometri fuori autostrada con qualche difficoltà iniziale comunque presto superata. La cosa ovviamente è confortante alla luce dei nostri programmi turistici futuri!

Alla prossima!!!


Riassunto:

Campeggio "La Soubeyranne" presso Remoulins: un chilometro a sud del paese in direzione Tarascon, quattro stelle, 98 FF in due tutto compreso, piscina, parco giochi, piccolo spaccio, ristorante, tennis, ampie piazzole molto ombreggiate, servizi adeguati, camper service con pozzetto a caduta.

Abbazia di Saint Roman: ingresso 65 FF in due, accesso venendo dalla strada Beaucaire-Remoulins non troppo agevole con uno strettissimo passaggio sotto la ferrovia circondato da due curve a gomito (un camper medio-grande probabilmente non ce la farebbe) ma c'è un altro accesso (non provato) dalla strada Beaucaire-Nîmes, bella posizione in cima ad un'altura, interessante monumento, divertente da visitare (ma attenzione ai bambini!), indispensabili le scarpe da ginnastica. Consigliabile.

Castello di Tarascon: ingresso 64 FF in due, facile da raggiungere sulla riva del Rodano e con un comodo parcheggio accanto, molto grande e ben tenuto, sicuramente meritevole di una visita.

Campeggio ??? presso Carcassonne: cinque o sei chilometri a nord della città lungo il Canal du Midi, 71 FF in due tutto compreso, piscina, ampie piazzole abbastanza ombreggiate, servizi adeguati, camper service con pozzetto a caduta.

Carcassonne: notevolissima città fortificata, in qualche misura inquinata dal business turistico ma comunque molto interessante e godibile, con buoni parcheggi (30 FF per la giornata) nelle vicinanze delle mura, ristoranti ed affini a profusione (menù turistico a 115 FF in due, bevande comprese), una pregevole cattedrale, un bel castello (70 FF in due per il giro guidato delle corti e delle mura) ed un unico Bancomat se non si vuole scendere fino alla città nuova. Imperdibile.

Tolosa: importante città dotata di un centro storico molto antico e ricco di monumenti pregevoli. In particolare abbiamo visitato la chiesa ed il chiostro dei Jacobins (40 FF in due la visita al chiostro), il museo degli Augustins (28 FF in due) e le chiese di Saint Sernin e di Saint Etienne, il primo di questi monumenti essendo quello che più ci ha colpito.

Campeggio "Le Rupé" a Tolosa: nei sobborghi a nord della città, 184 FF in due per due notti tutto compreso, abbastanza ombreggiato, servizi discreti, molti campeggiatori permanenti, camper service con pozzetto a caduta.

Cordes sur Ciel: piccolo paese arroccato su una collina, circondato da ben sette cerchie di mura che racchiudono un abitato medioevale pressochè intatto e pieno di piccole botteghe artigiane di tutti i generi e ristorantini per tutti i gusti (e le tasche...). Molto gradevole ed interessante.

Ristorante "Le Grand Veneur" a Cordes sur Ciel: ristorantino discretamente elegante nel centro del paese, con interessanti menù di specialità locali (204 FF in due, vino compreso).

Campeggio comunale di Albi: nei sobborghi a sudest della città nei pressi di un grande centro commerciale, accesso un po' avventuroso su uno sterrato dietro alcuni capannoni industriali, 74,40 FF in due tutto compreso, abbastanza ombreggiato, servizi passabili, camper service con pozzetto a caduta (se ho visto bene...).

Albi: ha un grazioso centro storico medioevale in buona parte chiuso alla circolazione, con molti scorci pregevoli ed alcuni monumenti degni di una visita (chiesa di Saint Salvy), ma i monumenti più importanti sono il Palazzo della Berbie con il museo dedicato al pittore Toulouse-Lautrec (48 FF in due) e soprattutto la cattedrale di Santa Cecilia (10 FF in due molto ben spesi per la visita al coro). La cattedrale da sola merita il viaggio.

Abbazia di Montmajour: ampio complesso abbaziale raccolto sulla cima di una collina dominante la piana delle foci del Rodano, a pochi chilometri a nordest di Arles, 70 FF in due per la visita, le scarpe da ginnastica sono quanto meno opportune. Molto interessante.

Camper service in una stazione di servizio dalle parti di Draguignan: indicato sull'autostrada, accessibile da entrambe le direzioni, con pozzetto a caduta ma con rubinetto sprovvisto sia di tubo che di attacco del solito tipo, con il risultato che è difficile sia ricaricare i serbatoi che lavare la piazzola dopo l'uso (e infatti quello prima di noi se ne era infischiato alla grande...).

Ristorante "Moulerie les Chardons Bleus": nel centro di Antibes, lungo una delle stradine che dal porto conducono verso il centro storico (la seconda da sinistra voltando le spalle al porto, credo), specializzato in cozze preparate con una trentina di intingoli diversi a scelta, 260 FF in due per antipasto, una terrina da 450 grammi di cozze a testa, vino della casa, dessert, acqua e caffè.

Campeggio "Camping du Pilon" fra Antibes e Biot: a 200 metri dalla stazione ferroviaria di Biot verso l'interno ma a poca distanza dal mare, molto grande e parzialmente stanziale, verosimilmente dotato di tutti i servizi (ma noi ci abbiamo solo dormito e fatto la doccia), poco ombreggiato, 110 FF in due tutto compreso.


N.B.: opinioni strettamente personali!