Gran Premio di San Marino

8 - 9 aprile 2000

 

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Dopo il lungo ozio invernale è finalmente giunto il momento per il camper di tornare al lavoro. L'occasione è stata di quelle eccezionali: incredibile ma vero, ho vinto il concorso della Shell per un biglietto per il Gran Premio di Formula 1 ad Imola ed ho così trovato posto insieme ad altri 99 fortunati su una delle tribune alla curva delle Acque Minerali! Decisamente un'occasione da non mancare, tanto più che è stata una gara molto tirata e che il grande Schumi ha portato la sua Ferrari alla terza vittoria consecutiva della stagione.

Si è trattato anche della prima volta in cui sono andato via con il camper da solo, un po' perchè di biglietto ne avevo vinto uno solo ed un po' per via di certi impegni familiari di mia moglie.

Il piano d'azione previsto era molto semplice: partenza con comodo il sabato, raggiungimento nel tardo pomeriggio del campeggio prescelto, pernottamento e trasferimento in bicicletta al circuito al mattino seguente con una tranquilla pedalata fra campagna e collina. Alla fine della gara, ritorno al campeggio e da lì verso casa, con arrivo previsto verso le dieci o undici di sera. In effetti, le cose sono andate come previsto... quasi!

La prima parte del viaggio in effetti ha rispettato in pieno le previsioni. La partenza (con molto comodo) è stata a mezzogiorno in punto ed il percorso si è snodato in una bella giornata di sole attraverso Cassano d'Adda, Pandino, Crema, Cremona, Casalmaggiore, Viadana (con sosta per il pranzo in un ampio parcheggio ombreggiato non lontano dal campo sportivo), Guastalla, Carpi, Crevalcore, San Giovanni in Persiceto, Budrio e Medicina. Il tutto in ossequio alla mia idiosincrasia per le autostrade e con due soli eventi di rilievo: il trionfale sorpasso di un furgone Fiat 242 nei pressi di Rivolta d'Adda e la perdita della retta via in quel di Carpi a causa dell'improvvisa scomparsa dei cartelli stradali nel bel mezzo della città. In più, essendo in perfetta tabella di marcia mi sono anche concesso una deviazione per dare uno sguardo da quasi vicino alle antenne del radiotelescopio di Medicina.

Lasciata Medicina, sono cominciati i problemi! Abituato a come vanno le cose nei dintorni di Monza quando c'è il Gran Premio d'Italia, ho commesso l'errore di pensare che anche lì la situazione fosse analoga: mai valutazione fu più inesatta! Il Gran Premio di San Marino è un evento che coinvolge in prima persona anche i gatti di Imola ed a quanto pare in quei tre o quattro giorni la vita della cittadina si polarizza intorno a quell'evento. Tra l'altro Imola non è Monza e per di più l'autodromo si trova dentro all'abitato, per cui il caos è totale.

Insomma, pensando che le quattro ore passate dalla fine delle prove di qualificazione fossero state più che sufficienti per smaltire il traffico, mi sono tranquillamente diretto da Medicina verso Imola, con l'intenzione di attraversarla e, prendendo la via Emilia, raggiungere Castelbolognese e da lì la mia meta, Riolo Terme. E' stato così che mi sono ritrovato infognato in una coda lunghissima ed in apparenza immobile e mi è toccato cercare un'alternativa: dopo qualche tentativo ho constatato che l'unica via di uscita da Imola che fosse ancora praticabile era lungo la valle del Santerno, verso Firenze. Constatato che mi poteva andare bene grazie alle stradine indicate sulla carta che collegano quella valle con quella parallela nella quale si trova Riolo, mi sono avventurato lungo la nuova via.

Il problema però erano le indicazioni stradali, per cui dopo qualche tentativo ho finito per entrare trionfalmente in una fattoria (oops!), nella quale se non altro ho trovato un disponibilissimo contadino che con dovizia di particolari mi ha indirizzato verso una strada ("mo guardi, pasciato il paese trova una sctrada sciulla scinisctra che sci chiama via Rio Gambelaaro, lei la scegue tutta che tanto e' tutta ascfaltata, sciale la colina che poi siende giu' a due chilometri da Riolo") che ho in effetti facilmente trovato ed imboccato. Mo pecato sciolamente che il contadino s'era sbaliatto, azzidènti a lui! La strada valicava in effetti la collina, ma era larga come il camper più dieci centimetri, ripida come una pista di sci e l'ultimo chilometro abbondante prima della cima mi sa che si erano dimenticati di asfaltarlo! La discesa faceva il paio con la salita, salvo il fatto che almeno era asfaltata... per fortuna non ho incrociato nessuno! Una cosa però era vera: mi sono trovato veramente a poca distanza da Riolo Terme, per cui raggiungere la meritata pace del campeggio a quel punto è stata cosa da nulla.

Vista la stradina della sera, ho cominciato a nutrire seri dubbi sulla "comoda pedalata fra le colline" prevista per la mattina dopo. D'altronde, l'alternativa era di scendere in pianura e percorrere la via Emilia, con il timore di finire spalmato per terra da qualche automobilista con la frenesia di arrivare presto all'autodromo. Insomma, mi sono attenuto al programma originale... ed ho fatto male! La strada fra i colli si è dimostrata subito molto al di sopra delle mie doti ciclistiche, per cui mi sono trovato a spingere la bici sulle salite ed a consumare a vista d'occhio i freni nelle discese. Per di più, con l'esperienza fatta poi sulla via del ritorno, mi sa che avrei trovato una via Emilia totalmente intasata e quindi ampiamente percorribile in bicicletta senza rischio. Pazienza: sono errori che a volte si commettono andando per la prima volta in un certo posto.

Bene o male, ho raggiunto l'autodromo in un'oretta e mezza e senza più un filo di fiato (ho successivamente scoperto che la strada che avevo percorso, detta "dei Tre Monti", faceva parte del circuito usato nei campionati mondiali di ciclismo vinti da Vittorio Adorni tanti anni fa...). Sono arrivato in zona accolto dal rumore dei motori delle Formula 1 che stavano giusto in quei minuti ultimando il warm-up e mi sono volente o nolente tuffato nella folla fittissima che riempiva ogni angolo immaginabile tutto intorno all'autodromo. Infatti, oltre ai visitatori dotati di biglietto e quindi ammessi all'interno dell'autodromo, c'erano forse quasi altrettanti spettatori ad affollare finestre e balconi delle case circostanti, tutti i pendii erbosi ed ogni altro punto che consentisse almeno di sbirciare al di sopra del muro di cinta, apparentemente paghi di poter anche solo intravedere le macchine passare in una frazione di secondo in dieci metri di tracciato. Chi non aveva un posto panoramico su qualche collinetta si arrangiava con scale a pioli e trabattelli, oppure sistemandosi sui tetti dei camper. Come se non bastasse, c'erano perfino un paio di piattaforme aeree del tipo usato per la manutenzione dei lampioni stradali e per finire la scena di massa in stile caravanserraglio tutti i prati dei dintorni erano stati trasformati in immensi parcheggi e baraccopoli ove si vendeva di tutto un po'.

Raggiunto il punto di accoglienza Shell e constatato con gioia che non si era trattato di uno scherzo e che il biglietto l'avevo vinto davvero, ho poi preso posto sulla tribuna con gli altri 99 vincitori e mi sono goduto la mia giornata di automobilismo. In realtà di gare ne ho viste solo due: la prima è stata la finale del Porsche Challenge e mi ha dato la delusione di vedere il buon Lele Massaro arrivare ultimo e staccato (era meglio come calciatore... VAI MASSARO!!!), la seconda invece ha portato alla vittoria di Schumacher ed al quarto posto di Barrichello su una Ferrari finalmente davvero all'altezza dei rivali. Certo che c'è stato un abisso fra Ferrari e McLaren da una parte e tutti gli altri dall'altra!

Finita la gara, all'apertura dei cancelli sono entrato in pista e l'ho percorsa pian pianino, guardandomi intorno e facendo fotografie, fino alla curva della Rivazza dove sono uscito dal recinto dell'autodromo. Porca miseria, sono finito in una folla oceanica! Tutti pigiati insieme ed in marcia nella direzione opposta alla mia! D'altronde, per raggiungere la mia bici non avevo molta scelta... Per fortuna, la gente era tutta calmissima e non c'erano quelle scene di nervosismo che talvolta capita di vedere in situazioni analoghe, per cui bene o male ho raggiunto il mio cavallo di ferro e, prese le opportune informazioni, mi sono avviato per raggiungere la via Emilia.

Per farla breve, sono piombato in un caos assoluto di automobili praticamente immobilizzate, pedoni in migrazione stile lemming e (peraltro poche) biciclette e motociclette, per cui mi sono ritrovato ad essere uno dei veicoli piu' veloci in marcia sulla strada! Tra l'altro, i Vigili e la Polizia Stradale impedivano il transito in direzione di Imola e questo mi ha consentito per lunghi tratti di pedalare a buon ritmo ed indisturbato contromano!

Insomma, una volta faticosamente uscito da Imola ho raggiunto con la massima facilità Castelbolognese, per quanto sfinito dalla giornata impegnativa, ed ho fatto appello alle mie ultime forze per pedalare lungo la salita (facile, per fortuna!) verso Riolo e la comodità del mio camper. Una volta cambiati i vestiti, cenato e pagato, ho raccolto tutto il mio coraggio per affrontare le ore di guida che mi attendevano e sono partito alle otto meno venti alla volta dell'autostrada, fiducioso di trovare il traffico finalmente scorrevole.

Una volta ancora: errore! Raggiunta Castelbolognese ho trovato una bella coda nella direzione dell'accesso alla A14, per cui mi sono buttato nella prima strada che puntasse verso un paese sul lato nord dell'autostrada con l'intenzione di fare "il giro largo" e di raggiungere il casello da quella parte, alla faccia di tutti gli altri che ci stavano andando da sud. Bella idea, no? Peccato solo che le Forze dell'Ordine stessero instradando parte del traffico proprio in quella direzione, per cui ho finito per arrivare con la mia stradina alla confluenza con una strada più importante sulla quale c'era una lunghissima coda praticamente ferma nella direzione del casello di Faenza e nessun veicolo in transito nella direzione opposta.

Inutile a dirsi, con felice intuizione (finalmente!) ed un ulteriore cambio di programma mi sono avviato nella direzione libera e da lì in poi non ho più avuto l'ombra di un intoppo! In men che non si dica e tagliando tutti i flussi di traffico che incrociavo sono arrivato a Medicina, per cui ho deciso che la cosa più sensata da fare a quel punto era quella di ripercorrere a ritroso la strada del giorno prima. Da lì in poi il traffico si è praticamente azzerato ed il percorso non mi ha dato più problemi, con l'eccezione naturalmente delle solite indicazioni stradali mancanti in quel di Carpi! Per la cronaca, verso le dieci ho sentito alla radio le notizie sul traffico che ancora riportavano code in entrata ai caselli di Imola e Faenza: roba da non credersi...

Per parte mia, ciucco di stanchezza ma comunque soddisfatto dal weekend decisamente fuori dal comune ho finalmente raggiunto l'agognata meta di casa mia all'una e mezza di notte...

Alla prossima!!!