Portovenere e Cinque Terre

7-8 novembre 1998

 

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Finalmente, dopo più di un mese di ozio quasi totale, il camper è stato richiamato in azione. Meta prescelta la Liguria, anche in considerazione della temperatura gradevole che vi avremmo verosimilmente trovato. In effetti, bisogna dire che in questo senso l'obiettivo è stato centrato in pieno: il tempo è stato splendido per tutto il weekend ed anche la temuta nebbia in Valle Padana non si è fatta vedere, salvo che per un po' di foschia assolutamente non preoccupante fra Codogno e Piacenza il sabato mattina.

Al solito, la partenza è stata lenta, con la Daniela nervosissima e fumante di rabbia al pensiero che ad ogni minuto che passava il tramonto si avvicinava di altrettanto. Il Guido (io...), invece, più flemmatico e soprattutto più pigro, fedele al motto "don't worry, be happy" cercava di far passare la mozione "un quarto d'ora prima o dopo, ma che importa?", ma senza troppo successo. Bene o male, alle nove in punto uscivamo trionfalmente dal cortile, accompaganati dall'abbaiare furioso di quell'imbecille del Ringo, che tace solo di fronte a chi non conosce.

Il viaggio è stato tranquillissimo, con traffico moderato. Il casino è poi stato la ricerca del campeggio prescelto, una volta arrivati in zona: avevamo selezionato un grosso campeggio a Sarzana, l'"Iron Gate", ma, pur avendo speso un mare di tempo a cercarlo, non siamo stati buoni di scovarlo. L'equipaggio del camper ad un certo punto si è diviso in due correnti di pensiero: da una parte Daniela, fissata sul "voglio proprio vedere se questo dannato posto salta fuori", dall'altra Guido attestato sulla linea del "se questi fessi non mettono indicazioni si meritano proprio che andiamo da qualche altra parte". Questa seconda mozione ha finito per prevalere, anche in virtù del fatto che al volante c'ero io!

Risultato, dopo poco abbiamo scovato un piccolo campeggio aperto ed abbiamo preso possesso della nostra piazzola, soli ospiti presenti durante tutto il weekend. Pranzo, eliminazione delle acque grigie e nere, rifornimento di acqua pulita e poi via, alla volta di Portovenere.

E qui sono ricominciati i casini con l'impianto di alimentazione del gasolio. (Acc...) Ora, non è che la situazione sia così grigia come due mesi fa: a quanto pare tutto va bene finchè c'è molto gasolio nel serbatoio, mentre si finisce nei guai quando ne rimane meno di metà della capacità totale. Per questo motivo ci è venuto il sospetto che con gli anni si sia accumulata una quantità di schifezze nel serbatoio, che vengono più facilmente aspirate nel motore quando c'è poco gasolio, a maggior ragione se la strada è piena di curve, con maggiore sciacquio del contenuto del serbatoio.

Insomma, la lunga e ripida salita che porta da La Spezia verso Portovenere, per poi ridiscendere in maniera altrettanto ripida nei pressi della meta, si è presto trasformata in un calvario. D'altronde non avevo neanche la possibilità di fermarmi, non foss'altro che per l'assenza di piazzole adatte. Pertanto, ho percorso vari chilometri a venti all'ora, facendo sforzi sovrumani per impedire al motore di spegnersi e con dietro una fila di automobilisti dall'aria molto nervosa...

Alla fine, come Dio ha voluto siamo riusciti a raggiungere Portovenere ed a parcheggiare il mezzo, sia pure ad una certa distanza dal centro del paese, che si è rivelato essere uno di quei Comuni illuminati che, per far piacere agli albergatori ed ai ristoratori locali, cercano di rendere la vita difficile ai camperisti.

In effetti tra un problema e l'altro siamo arrivati a destinazione un po' tardi, visto che erano quasi le cinque del pomeriggio: per un verso la cosa si è poi risolta in un vantaggio, visto che abbiamo potuto da lì a poco ammirare il tramonto sul mare dall'antichissima chiesa di S.Pietro. Mooolto romantico!

Allo stesso modo si è rivelato molto suggestivo il resto del paese, con le sue case strettissime ed alte (praticamente un tre locali è costituito da una pila di tre stanze...), separate da vicoli tortuosi e ripidissime scalinate. Bello davvero!

La visione di un posto del genere mi ha fatto sorgere un dubbio, rafforzato anche dalle visite del giorno successivo: non è che i liguri nascono con ventose sui polpastrelli delle dita e sulle piante dei piedi, per riuscire a trascorrere la vita aggrappati a quei dirupi come mosche sui vetri?

La domenica è stata invece dedicata alle Cinque Terre, o meglio a due di esse: Manarola e Riomaggiore. Il parcheggio per i camper a Manarola è piuttosto lontano dal paese ed anche piuttosto piccolo: per fortuna ci siamo arrivati sul presto ed abbiamo quindi avuto modo di scegliere il posto migliore!

Raggiungere il paese dal parcheggio è cosa facilissima: basta andare giù a bomba! Che ci vuole? Altra musica è invece il ritorno: dopo qualche ora di scarpinata su e giù per vicoli e scalette inerpicarsi su fino al parcheggio praticamente è la mazzata finale! Qui però viene in soccorso la dote principale del camper, quella di essere insieme mezzo di trasporto e casa: dopo quella faticaccia levarsi le scarpe, rilassarsi, andare in bagno e sorseggiare una Coca Cola fresca è proprio il massimo!

Comunque, la visita di Manarola e soprattutto di Riomaggiore compensa ampiamente la fatica, sia per gli angolini suggestivi nei paesi che per gli ampi panorami del litorale: peccato solo che il giro richiede un certo tempo, per cui gli altri tre paesi delle Cinque Terre dovranno aspettare la nostra visita in un'altra occasione.

Allo stesso tempo ci siamo anche resi conto di aver sbagliato strategia nell'approccio alle Cinque Terre: la cosa migliore non sarebbe stata quella di andare sul posto con il nostro mezzo, auto o camper non fa differenza, ma parcheggiare invece a La Spezia ed usufruire di uno dei numerosi treni disponibili. In questo modo avremmo anche evitato di diver tornare in fretta (ed in salita...) fino al camper, per evitare che scadesse il parchimetro. Beh, sbagliando si impara!

Tornati piuttosto stanchi al camper, abbiamo deciso che potevamo cominciare a muoverci verso casa, pur essendo appena le quattro del pomeriggio. Tuttavia, per il percorso di ritorno abbiamo optato per proseguire lungo la "panoramica" verso Levanto, invece che semplicemente tornare a La Spezia e prendere l'autostrada.

La scelta si è rivelata azzeccata, ma anche emozionante! Infatti dal punto in cui ci trovavamo la strada prendeva a salire ancora, portandosi molto alta sulla montagna, offrendoci quindi un panorama vastissimo ed un pendio piuttosto scosceso appena fuori dal bordo della strada (stretta, in qualche punto anche strettissima). In sè non è che ci fosse una condizione di particolare pericolo, avendo percorso in auto ben altre strade in passato, ma il camper, essendo più grande e soprattutto più alto della macchina, dà delle sensazioni del tutto differenti, alle quali poi si aggiungeva la consapevolezza della mia ancora limitata esperienza. Insomma, una certa emozione, soprattutto per mia moglie: aveva appena finito di smaltire lo stress da settimana lavorativa nei vicoli di Riomaggiore che si è ricaricata subito per la fifa di finire di sotto!

Comunque sia, lemme lemme siamo arrivati fino a Levanto, dove abbiamo parcheggiato il camper nell'apposito parcheggio fuori paese, per poi andare a fare un giretto a vedere il posto prima che il sole tramontasse del tutto. La sensazione è stata quella di aver camminato per niente: non abbiamo notato proprio nulla di particolare lungo il nostro percorso, anche se non possiamo escludere che magari in un'altra parte di Levanto ci possa in realtà essere qualcosa di interessante o di caratteristico. Pazienza! Mica tutte le ciambelle riescono col buco, no?

Bene, a quel punto non ci restava altro da fare che puntare veramente verso casa. Naturalmente, delle due strade possibili abbiamo scelto la peggiore, ossia quella verso Genova, non considerando che si tratta di una grande città, con il conseguente traffico di rientro della domenica sera. Pertanto, un'ora buona di coda non ce la toglieva nessuno e infatti un'ora di coda è stata! D'altronde, quando ci siamo infognati nel traffico era ormai troppo tardi per tornare a prendere l'altra strada.

Superata Genova, comunque, non ci sono stati più problemi di traffico. Problemi di altro genere sì, però, con la batteria dei servizi a terra per colpa del frigo: è già la seconda volta che succede, per cui non si può più pensare ad un caso. Altra caccia al guasto in arrivo, evviva!

Per finire, pochi minuti prima di mezzanotte siamo rientrati rombando in cortile, accolti dall'abituale fuggi fuggi di gatti e da quel solito scemo di Ringo che latrando ha svegliato tutti quelli che non si erano già svegliati con il rumore del motore...

Alla prossima!!!