Faceva la spesa al mercato di via Benedetto Marcello che aveva
luogo il martedì e il sabato. Era solita cucinare sempre le
stesse cose. Ma lo faceva in modo particolare:
Aveva in
testa 14 pasti diversi uno dall'altro. Per cui non si
poneva mai il problema di tante donne che ogni giorno si
chiedono che cosa faranno da mangiare. Lei aveva il menu
turnificato. In altre parole, faceva tutti i
lunedì a mezzogiorno il menu lunedì-A e per la sera
preparava il menu lunedì-B. Il martedì a mezzogiorno
cucinava il piatto martedì-A e la sera il piatto
martedì-B.
E così via per tutta la settimana. Il lunedì, a
mezzogiorno, ricominciava
con il piatto lunedì-A...
Se ad esempio e per assurdo una persona si fosse trovata all'ora di pranzo
di tutti i mercoledì, avrebbe pensato che la sciura Natalina sapeva
cucinare un unico piatto: quello del mercoledì-A
Aveva in mente un altro menu. Si trattava del menu dedicato agli
invitati. Cosicchè Giovanni (un ex pensionante) e famiglia quando
venivano invitati, mangiavano sempre
la pasta ai quattro formaggi.
I
topi:
Era terrorizzata dai topi. D'inverno il
problema non esisteva, ma d'estate, la porta-finestra
della cucina rimaneva aperta è poiché eravamo al quarto piano, i
topini si calavano dal sottotetto. Così una mattina mi chiese:
sciur Paolo, è capace di metter giù la trappola per i
topi? Commisi l'errore di rispondere si.
Scese subito a comprare la trappoletta di legno. Me la presentò
assieme al gorgonzola. Io le dissi che era meglio un pezzetto di pane
con l'olio d'oliva. Lei sbottò "Sono trent'anni che uso il gorgonzola.
Ora arriva lui e vuole mettere il pane con l'olio". Ribattei che se
voleva usare il gorgonzola, poteva benissimo prepararsela da se (la
trappola). Allora, riluttante, mi diede un pezzetto di pane e mise in
tavola la bottiglia dell'olio d'oliva.
Preparai la trappola e quella notte verso le due si udì lo
scatto. Dovetti alzarmi. Avevo fatto buona caccia. Vi erano due
topolini minuscoli uno da un lato e uno dall'altro. Erano evidentemente
due cuccioli.
Preparai di nuovo la trappola, ma per quella notte era tutto.....
Un giorno io riposavo nella mia cameretta e la sciura Natalina meditava
sulla sua poltrona in anticamera. Ad un tratto emise un grido. "Paolo,
presto venga. C'è un topo. Aihme!
Mi venne da ridere in quanto l'esclamazione Aihmè l'avevo letta varie volte nei racconti, ma nella vita reale era la prima volta (ed è stata anche l'ultima).
Circa un anno dopo, una sera, avevo un coccola tremenda e, per giunta,
l'indomani mattina mi toccava alzarmi per le tre e mezzo. Pensai di andare
subito a letto prima di Carosello (c'era ancora).
Dal
letto, sentii tutta la pubblicità accompagnata dalle varie musichette di
Carosello. Iniziava il film e tutti erano riuniti in cucina. Cercavo di
rilassarmi ma, non avevo tenuto conto del fatto che la sciura Natalina
partecipava ai film. Incitava il personaggio e lo avvisava dei pericoli: Attento!
gridava.
Dal
letto, riuscii a seguire tutto il film. Finalmente ad una certa ora,
sentii
che tutti si auguravano la buona notte.
Finalmente si dorme, pensai.
La sciura Natalina, si mise in camicia da notte, fece il solito giro di
controllo e si mise a letto.
Dopo un quarto d'ora, chiamò. Paolo,
venga, c'è il topo!
Mi alzai, andai in cucina e mi disse: Non stia a
mettere la trappola, deve essere lì in quella cassetta. La metta sul
balcone e chiuda la porta.
Dopo aver messo la cassetta sul balcone, tornai a letto ma dopo pochi
minuti la sciura Natalina, mi richiamò. Paolo,
venga, c'è ancora il topo. Mi toccò alzarmi. e stavolta
preparai la trappola. Dopo un certo tempo, la sentii scattare. Mi
alzai e la misi sul balcone topo compreso. Alle tre e mezza la sveglietta
mi fece sobbalzare con il suo suono perentorio.
Mi
recai a lavorare ubriaco di sonno........
Il
nipote Fabio:
No
era proprio il nipote, ma era il nipote del defunto marito Giovanni.
Aveva dodici o tredici anni, era magrissimo e gasato. Veniva a studiare li
vicino al "Gonzaga". A mezzogiorno, usciva da scuola e veniva a
mangiare dalla "nonna" Natalina.
Il primo giorno esordì con la richiesta della pasta "Barilla": La
Barilla è la pasta più buona che ci sia.
La sciura Natalina che per sopravvivere spaccava la lira, il primo giorno
comprò la "Barilla". Ma quando finì, tenne la scatola vuota e
poi seguitò a comprare la sua solita pasta, una marca più economica, che puntualmente
provvedeva a mettere nella scatola della "Barilla".
Quando arrivava Fabio, apriva la scatola, tirava fuori la pasta economica
e, strizzandomi l'occhio diceva a Fabio: Neh! Che
buona la pasta Barilla? Il Fabio soddisfatto e persuaso,
ripeteva: Si la pasta Barilla è la più buona.
Dopo tanti anni, su una rivista, vidi la sua foto. La giornalista lo
indicava come il play boy più amato dalle fans americane. Il cognome
corrispondeva, la foto di famiglia assieme ai suoi pure. Solo non era più
mingherlino. Aveva due bicipiti da far paura.
Ora in America possiede una palestra, ha una segretaria che risponde alle
fans e ha creato una linea di profumi. Ha un sito dove si proclama
appassionato mangiatore di "pasta" e dove le ammiratrici possono
richiedere la sua gigantografia.
E ha avuto abbastanza soldi per comprarsi un po' di pubblicità su un film
di 007, dove appare, subito dopo i titoli, su una spiaggia, ma solo per un paio di
secondi.