La signora Natalina, trappole e... topi

 
 


(Un caro ricordo....)

Quando arrivai a Milano il 29-aprile del 1969, mi recai subito al 37 di via Settembrini (attaccato alla stazione Centrale) avevo avuto questo recapito da parte del mio compaesano Antonio che vi abitava. La persona che dovevo contattare era la signora Natalina che gestiva una pensione.
All'ingresso trovai il portinaio che mi mise in contatto con la signora.
La signora Natalina era un donnone di circa 70 anni, molto gentile e disponibile. Non aveva più posti disponibili ma si mise un soprabito e mi accompagnò a piazza Bacone presso un'altra pensionante sua amica (ho capito che vi era un mutuo soccorso fra pensionanti).
omissis....
Dopo quasi un anno (a febbraio) si liberò il posto ed ebbi l'occasione di andare ad abitare presso la signora Natalina, nella stessa stanza del mio amico.
Per poter ricavare il maggior numero di posti, la signora si era ridotta a dormire in un lettino incastrato tra il tavolo della cucina e la parete opposta al camino.
Eravamo cinque pensionanti. Monsieur Apik (80 anni di origine armena) e Michele impiegato all'Intendenza di Finanza, alloggiavano in due letti posti nella stanza da pranzo. Il mio letto e quello di Antonio messi ad angolo retto erano in una stanzetta. Il professore (insegnava italiano in una scuola di americani) dormiva nell'ex letto matrimoniale della signora.

Per poter vivere in piena armonia con la signora Natalina, occorreva tenere a mente due regole.

  • La prima era: "Non è permesso portare ragazze e tanto meno ricevere telefonate da parte di donne".

    Il professore era separato dalla moglie e la regola di ricevere donne valeva specialmente per lui che ogni tanto riceveva visita dall'ex moglie. In questo caso, la sciura Natalina faceva particolarmente buona guardia presenziando le visite (rigorosamente in anticamera).

  • La seconda riguardava le porte delle stanze che dovevano stare sempre aperte. Così la sera prima di andare a dormire, faceva il giro del corridoio e dalla porta controllava che tutto fosse a posto.

I pasti:

Faceva la spesa al mercato di via Benedetto Marcello che aveva luogo il martedì e il sabato. Era solita cucinare sempre le stesse cose. Ma lo faceva in modo particolare:
Aveva in testa 14 pasti diversi uno dall'altro. Per cui non si poneva mai il problema di tante donne che ogni giorno si chiedono che cosa faranno da mangiare. Lei aveva il menu turnificato. In altre parole, faceva tutti i lunedì a mezzogiorno il menu lunedì-A e per la sera preparava il menu lunedì-B. Il martedì a mezzogiorno cucinava il piatto martedì-A e la sera il piatto martedì-B. E così via per tutta la settimana. Il lunedì, a mezzogiorno, ricominciava con il piatto lunedì-A...
Se ad esempio e per assurdo una persona si fosse trovata all'ora di pranzo di tutti i mercoledì, avrebbe pensato che la sciura Natalina sapeva cucinare un  unico piatto: quello del mercoledì-A
Aveva in mente un altro menu. Si trattava del menu dedicato agli invitati. Cosicchè Giovanni (un ex pensionante) e famiglia quando venivano invitati, mangiavano sempre la pasta ai quattro formaggi.

 

I topi:

Era terrorizzata dai topi. D'inverno il problema non esisteva, ma d'estate, la porta-finestra della cucina rimaneva aperta è poiché eravamo al quarto piano, i topini si calavano dal sottotetto. Così una mattina mi chiese: sciur Paolo, è capace di metter giù la trappola per i topi? Commisi l'errore di rispondere si.
Scese subito a comprare la trappoletta di legno. Me la presentò assieme al gorgonzola. Io le dissi che era meglio un pezzetto di pane con l'olio d'oliva. Lei sbottò "Sono trent'anni che uso il gorgonzola. Ora arriva lui e vuole mettere il pane con l'olio". Ribattei che se voleva usare il gorgonzola, poteva benissimo prepararsela da se (la trappola). Allora, riluttante, mi diede un pezzetto di pane e mise in tavola la bottiglia dell'olio d'oliva.
Preparai la trappola e quella notte verso le due si udì lo scatto. Dovetti alzarmi. Avevo fatto buona caccia. Vi erano due topolini minuscoli uno da un lato e uno dall'altro. Erano evidentemente due cuccioli. 
Preparai di nuovo la trappola, ma per quella notte era tutto.....
Un giorno io riposavo nella mia cameretta e la sciura Natalina meditava sulla sua poltrona in anticamera. Ad un tratto emise un grido. "Paolo, presto venga. C'è un topo. Aihme!
Mi venne da ridere in quanto l'esclamazione Aihmè l'avevo letta varie volte nei racconti, ma nella vita reale era la prima volta (ed è stata anche l'ultima).
 

Circa un anno dopo, una sera, avevo un coccola tremenda e, per giunta, l'indomani mattina mi toccava alzarmi per le tre e mezzo. Pensai di andare subito a letto prima di Carosello (c'era ancora).

Dal letto, sentii tutta la pubblicità accompagnata dalle varie musichette di Carosello. Iniziava il film e tutti erano riuniti in cucina. Cercavo di rilassarmi ma, non avevo tenuto conto del fatto che la sciura Natalina partecipava ai film. Incitava il personaggio e lo avvisava dei pericoli: Attento! gridava.

Dal letto, riuscii a seguire tutto il film. Finalmente ad una certa ora, sentii che tutti si auguravano la buona notte. 
Finalmente si dorme, pensai. 
La sciura Natalina, si mise in camicia da notte, fece il solito giro di controllo e si mise a letto.
Dopo un quarto d'ora, chiamò.  Paolo, venga, c'è il topo!
Mi alzai, andai in cucina e mi disse: Non stia a mettere la trappola, deve essere lì in quella cassetta. La metta sul balcone e chiuda la porta.
Dopo aver messo la cassetta sul balcone, tornai a letto ma dopo pochi minuti la sciura Natalina, mi richiamò. Paolo, venga, c'è ancora il topo. Mi toccò alzarmi. e stavolta preparai la trappola. Dopo un certo tempo, la sentii scattare. Mi alzai e la misi sul balcone topo compreso. Alle tre e mezza la sveglietta mi fece sobbalzare con il suo suono perentorio. 

Mi recai a lavorare ubriaco di sonno........

Il nipote Fabio:

No era proprio il nipote, ma era il nipote del defunto marito Giovanni.
Aveva dodici o tredici anni, era magrissimo e gasato. Veniva a studiare li vicino al "Gonzaga". A mezzogiorno, usciva da scuola e veniva a mangiare dalla "nonna" Natalina.
Il primo giorno esordì con la richiesta della pasta "Barilla": La Barilla è la pasta più buona che ci sia.
La sciura Natalina che per sopravvivere spaccava la lira, il primo giorno comprò la "Barilla". Ma quando finì, tenne la scatola vuota e poi seguitò a comprare la sua solita pasta, una marca più economica, che puntualmente provvedeva a mettere nella scatola della "Barilla".
Quando arrivava Fabio, apriva la scatola, tirava fuori la pasta economica e, strizzandomi l'occhio diceva a Fabio: Neh! Che buona la pasta Barilla? Il Fabio soddisfatto e persuaso, ripeteva: Si la pasta Barilla è la più buona.

 Dopo tanti anni, su una rivista, vidi la sua foto. La giornalista lo indicava come il play boy più amato dalle fans americane. Il cognome corrispondeva, la foto di famiglia assieme ai suoi pure. Solo non era più mingherlino. Aveva due bicipiti da far paura. 
Ora in America possiede una palestra, ha una segretaria che risponde alle fans e ha creato una linea di profumi. Ha un sito dove si proclama appassionato mangiatore di "pasta" e dove le ammiratrici possono richiedere la sua gigantografia.
E ha avuto abbastanza soldi per comprarsi un po' di pubblicità su un film di 007, dove appare, subito dopo i titoli, su una spiaggia, ma solo per un paio di secondi.