Quando ebbi completato le scuole medie all'età di 14 anni, mio padre mi
chiese se volevo continuare a studiare o cominciare
a lavorare. Nel dubbio, mio padre pensò di farmi provare a vedere come era fatto
il lavoro.. Fu così che quell'estate, nonostante fossi stato promosso, cominciai
il mio primo tirocinio come lavoratore.
Sul libretto di lavoro campeggiava la scritta: "APPRENDISTA MECCANICO".
Davanti al garage, per tutto il mese di agosto, sotto una tuta blu
bella pesante e unta, tutto sudato, vedevo passare intere
famiglie dirette al mare (vicinissimo).
I grandi portavano i borsoni con il necessario per potersi accampare negli spazi
delle spiagge libere. I piccoli zampettavano
carichi dei loro salvagenti colorati.
Dopo un mese e una settimana di questa agonia, decisi che avrei ripreso a
studiare...
Anche col diploma, per entrare nel mondo del lavoro, occorreva il libretto. Dovetti farmene rilasciare un altro. Stavolta la dicitura era: "Titolo di studio:
RAGIONIERE".
E, qui cominciarono i guai. Il lavoro non si trovava, tutti erano già al
completo.
Verso dicembre trovai un lavoro come viaggiatore di commercio non
retribuito. E, sì, ...si capiva benissimo, i guadagni
sarebbero arrivati dopo, quando, una volta impratichito, avrei cominciato a produrre.
Intanto, quando venivo interpellato si sentiva risuonare alto il titolo
fantozziano "Ragionieree.. venga! oppure
Ragioniereee.. vada!".
Dopo tre mesi Pino Gr., un mio ex compagno di scuola, che intanto aveva messo su un
negozietto di materiale elettrico ed elettrodomestici (vicino p.zza Carmine), mi propose di andare a lavorare per lui. Mi avrebbe dato 30000
lire al mese ma mi disse subito che non poteva mettermi i cosiddetti bollini: non se lo poteva permettere.
Io accettai. Era meglio di quel niente che prendevo prima (in seguito scoprii che i
bollini non me li avevano messi neanche nel posto precedente).
In estate ci fu la crisi. Tutti fallivano ma il nostro negozietto resistette perchè vendevamo
anche le minuterie e "le bombole del gas". Pino non poteva più tenermi e mi lasciò a casa.
Poi, però, ad ottobre, venne a casa mia e mi disse di avermi trovato un posto di lavoro in un negozio all'ingrosso di materiale elettrico presso la stazione centrale.
Mi vennero offerte 50000 lire ma già il mese successivo me le aumentarono a
55000. Il padrone mi disse però, che per tenermi non avrei dovuto fare concorsi.
Le mie prospettive però non miglioravano, così, di nascosto, nel Natale del '67 feci il concorso nelle ferrovie. Si trattava delle prove scritte.
Ma per le prove orali dovetti chiedere alcuni giorni di permesso così il padrone mi licenziò.
Allora feci la domanda alla FIAT come operaio (mi andava benissimo). Lì, dopo
tre giorni di visita medica, mi venne detto che per le mie caratteristiche fisiche, non ero adatto a fare l'operaio.
Mi preoccupai: quali caratteristiche fisiche?
Su consiglio della signora che gestiva la pensione, incaricai il prete della
locale parrocchia vicina a via Genova, 60 (sempre a Torino). Questi si interessò
e mi disse poi che non potevano assumermi come operaio perchè avevo il diploma di
"RAGIONIERE".
Allora decisi di tornarmene a casa. Prima di partire andai a salutare Mimmo, un amico che abitava in via Madama Cristina. Suo padre, però, mi disse di
fare un altro tentativo presso la Bertone dello stabilimento di Certezza. Loro, padre e figlio, lavoravano lì.
Stavolta, dichiarai di avere la III media così, dopo la visita medica, fui
invitato a
presentarmi il lunedì successivo con il libretto di lavoro.
Tornai di volata a Reggio, al municipio richiesi il duplicato del libretto che
"avevo perso".
Mi chiesero il titolo di studio (ovviamente dissi III media) e, per qualifica,
dichiarai di essere apprendista meccanico. L'impiegato mi disse che a 20
anni non si poteva essere apprendisti per cui scrisse "MECCANICO".
Mi inserirono nella catena di montaggio dove avevo il compito di montare in 8 minuti, la pedaliera e il piantone
dello sterzo + un tappo di gomma a destra lato passeggero. I miei nuovi guadagni erano saliti a 110000 lire (40000
li spendevo per vitto e alloggio). Anche presso la Bertone, la mia esperienza meccanica, si fermò
stranamente dopo
"un mese e una settimana".
Tornai a Reggio per un altro lavoro sempre 55000 lire presso un grossista di medicinali dove digitavo le fatture.
Intanto il mio concorso in ferrovia era andato bene e fui assunto il 30 aprile
del '69. Ora, mentre scrivo sono passati 43 anni.
In ferrovia il libretto non serviva, così anche questo è andato perduto. Non ho fatto in tempo a imparare il mestiere, ma sull'ultimo libretto di lavoro la mia qualifica era: "MECCANICO".