La congestione

   
 

Tra il 1971 e il 1974, non essendo sposato, andavo come tutti in trattoria. Non andavo sempre nella stessa, Il motivo era semplice. Nello stesso posto dopo aver fatto il giro completo del menù per una decina di volte, sentivo il bisogno di dare tregua al palato e cambiavo. Naturalmente dopo un po' il palato si stancava anche della nuova cucina e ritornavo alla trattoria precedente.
Una di queste trattorie, era adiacente alla stazione di Milano Centrale ed era gestita da una famiglia di toscani (mi sembra di ricordare che si chiamassero
Franchi). Era un ambiente allegro. Reso tale dal modo di fare che è comune ai toscani.
Avevo stabilito un rapporto di amicizia con il figlio e non era raro che venisse a mangiare al mio stesso tavolo. Ogni tanto tirava fuori qualche ricetta personale e intanto che cucinava per se, faceva una razione doppia nella quale c'entravo pure io.
Così capitava che un'estate avevo preso la brutta abitudine di chiedergli un bicchiere pieno di ghiaccio dentro il quale versavo della birra ghiacciata (nessun altro aveva questo privilegio).
La cosa andò avanti per quasi un mese.
Un giorno avevo ordinato del minestrone caldo, così, tanto per non mangiare sempre la solita pastasciutta o risotto.
Sorseggiavo la mia deliziosa bevanda gelida, quando all'improvviso, ho cominciato a tremare, mentre la testa cominciò a girare in maniera impressionante con una tremenda sensazione di nausea.
Ho capito subito che si trattava di una congestione, perché anni prima, a scuola un professore ci aveva raccontato della morte di un suo conoscente che di notte, si era alzato e aveva bevuto l'acqua ghiacciata del frigo. Avevo preso nota delle circostanze e mi ero ripromesso di stare attento. Ma, dopo tutto questo tempo, me ne ero dimenticato.
Non avevo la forza neanche di parlare e meno che meno gridare aiuto.
L'angelo custode (non ci credevo . Ma dopo tutte le volte che mi ha tolto dai guai, devo crederci per forza.), mi venne in soccorso nelle vesti del cameriere, che mi portò proprio in quel momento, la minestra fumante. Con un sforzo sovrumano e molto lentamente (like moviola), (Facevo una fatica inimmaginabile a portare il cucchiaio alla bocca), riuscii a trangugiare prima uno e, poi qualche altro cucchiaio di minestra calda. Piano, piano mi sono ripreso. Nessuno si è accorto di niente. Ho finito con sollievo la mia minestra.
Non ho mai detto al mio amico, della brutta esperienza: un po' per vergogna e un po' per non farlo sentire in colpa.
Dopo sposato, in quella trattoria, ci sono tornato un paio di volte ancora.
E quando, dopo molto tempo, sono andato l'ultima volta mi sono trovato davanti alla vetrina oscurata di un Sex Shop.
Dalla signora della trattoria accanto, ho saputo che i genitori del mio amico non c'erano più e lui si era sposato e aveva venduto.
Comunque da allora non ho più bevuto la birra ON THE ROCK.
A buon intenditor.........................