Quella volta che annegai
 

   
 

 

Una volta ho visto dei ragazzi che si lanciavano tra le onde. La maggior parte di loro nuotava con grande facilità, qualche altro annaspava in modo buffo perché non sapeva nuotare.

Io avevo quattordici anni e non avevo ancora provato, ma pensavo che quando l'avessi fatto non ci sarebbero stati problemi. Sarebbe stato sufficiente muoversi nella maniera corretta

Un'altra  volta  mi trovai da solo in spiaggia, mi spogliai e volli provare. Il risultato fu una serie di piccole bevute di schifosa acqua salata. Mi tenevo sempre nelle vicinanze della spiaggia, dove si "toccava" ma non c'era verso di stare a galla.

Questa storia durò quasi tutta l'estate. Ma un giorno, vicino a me, una ragazza stava insegnando a nuotare a suo fratello . Gli diceva: 'Tranquillo, devi semplicemente coricarti sull'acqua, scivolando in avanti.

Io a distanza feci la stessa cosa e, finalmente, scoprii l'ebbrezza del nuoto. Rimanevo a galla. feci diverse prove e tutto era meravigliosamente appagante.

Piano piano mi facevo sempre più coraggio, cercando sempre di tenermi nella striscia vicina alla spiaggia, dove si toccava.

Ma ad un certo momento, decisi di alzarmi in piedi, così tanto per riposarmi.

NON SI TOCCAVA PIU'.

Senza accorgermi, mi ero spostato in un punto dove vi erano tre metri di profondità. La mancanza di contatto sotto i piedi mi colse impreparato. Disperatamente mi dibattei cercando di risalire, ma tanto più mi muovevo, tanto più rimanevo immerso sott'acqua.

Mi cominciava a mancare il respiro. I miei amici si erano accorti e un paio di loro (li vedevo da sotto) cercavano di afferrarmi senza riuscirci. Il bisogno disperato di aria mi faceva aprire la bocca, ma non entrava niente. Non avevo la sensazione dell'acqua che entrava nei polmoni ma solo la mancanza dell'aria. Ho boccheggiato per un po' e poi è arrivato il buio...

Ho sentito uno schiaffo violento sulla schiena. Aprii gli occhi e, mi trovai appeso alle braccia di due dei miei amici. Ho intravisto l'uomo che mi aveva fatto rinvenire con la manata alla schiena. Si stava allontanando. Aveva uno slip beige ed era piccolo di statura di circa 40 anni. Lo conoscevo, ma solo perché lo avevo già visto altre volte.

Non l'ho mai ringraziato. Non ho mai ringraziato neanche i miei amici.

Loro mi avevano tirato fuori. Ma a volte penso che forse, avevo rinunciato a respirare e che sia stata proprio quella manata sulla schiena a riportarmi in vita. Un po' come si fa con i bambini quando nascono e che non sanno ancora respirare.

A casa mia, avevamo i piccioni e, come non tutti sanno, per ucciderli si usa annegarli. Sembra che, così la carne sia più buona. Io avevo questo compito. Mi dispiaceva, ma qualcuno lo doveva fare.

Dopo quella volta, non l'ho più fatto.