"F. MORANO"
Via delle Magnolie - 80023 CAIVANO (Na) Tel. 081 8343113 - Fax 081 8313568
Indirizzo e-mail: itismorano@tin.it -- morano@hermescuole.na.it
Era giusto ed opportuno intitolare
un Istituto Tecnico Industriale ad uno tra i più degni figli di
Caivano a Francesco Morano, nella cui figura poliedrica si
fondevano le sue doti di scienziato e di pastore delle anime.
Francesco Morano era un Cardinale di Santa Romana chiesa ed un
illustre scienzato.
Nacque a Caivano l'8 giugno 1872 da Antonio e Luisa Stanzione
nella casa paterna in via Gramici n.3; quivi Francesco ultimo di
quattro figli, dopo Giuseppe, Maria e Pietro, trascorse gli anni
dell' infanzia.
La prova della longevita' dei Caivanesi apportata per smentire
che in Caivano si respirava aria malsana, trova piena conferma
nei membri della famiglia Morano che, quasi tutti, sono morti
ultranovantenni ed il Cardinale a novantasei primavere.
ll padre commerciava in canapa, prodotto delle terre di Caivano,
Casoria e Frattamaggiore, poste nell'ubertosa pianura della
Campania felice o Liburnia Longobarda, con le cui fibre si
facevano tessuti e cordami.
Oggi la canapa è stata soppiantata dalle fibre sintetiche, ma
era molto ricercata a quei tempi ed i carri, carichi del prezioso
prodotto passavano sotto le finestre della casa paterna del
piccolo Francesco, ritornando dai Regi Lagni, nelle cui vasche la
canapa veniva messa a maturare, prima di essere maciullate a
colpi di sbarra ritmata sotto il sole sferzante di agosto.
Giovinetto fu affidato al Seminario di Aversa, dove fece i primi
studi, per poi trasferirsi a Roma e qui, oltre alle discipline
ecclesiastiche si immerse con passione nello studio delle scienze
esatte, prima ancora di essere ordinato sacerdote il 10 agosto
1897.
Nel 1896 conseguì la laurea in Matematica e Fisica e vinse il
premio "Fondazione Corsi", che gli permise di attendere
agli studi scientifici per un altro anno, "con zelo e
attitudine", come attestò il rettore dell' università
Statale di Roma.
All'università statale della capitale conseguì la libera
docenza nelle predette discipline cosa fuori dall'ordinario, in
quei tempi, per un prete.
Successivamente conseguì anche le lauree in Filosofia, in
Teologia ed in Utroque lure, nella Pontificia Università
Lateranense.
Si applicava poi agli studi di fisica stellare e per la sua
versatilità e competenza, nel 1900, entrò quale assistente
aggiunto, nella Specola Vaticana, che, fondata da Gregorio XIII
per lo studio del calendario, detto poi Gregoriano, fu richiamata
in vita da Leone XIII.
Fu membro della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei che, rinata
in Roma nel 1847, si proponeva lo studio, il progresso e la
propagazione delle scienze fisiche, matematiche e naturali ed era
composta da illustri ed eruditi professori pubblici.
Nel 1903 ne divenne Socio Corrispondente, nel 1916 Socio
Ordinario e negli anni 1932/35, per incarico del Papa Pio Xl
Presidente.
Detta Accademia di cui fece parte anche Guglielmo Marconi dal 18
Gennaio 1931, nel 1936 fu trasformata in Pontificia Accademia
della Scienza e fu presieduta da Padre Agostino Gemelli,
fondatore dell' Università Cattolica.
Ormai Frasncesco Morano era uno scienziato affermato e stimato ed
aveva già pubblicato diversi lavori scentifici, tra i quali:
Francesco Morano, a diritto si colloca fra "coloro che a
fatica sollevano a poco a poco quel velo che ci nasconde la
natura delle cose e le cause di esse" ma ha anche la
competenza per smentire quelli che, in nome della scienza,
affermano che "la natura è figlia di se stessa e che
bastano le sue forze per spiegare le sue origini e le sue vicende".
ln Morano scienzato si sente sempre battere il cuore del
sacerdote ed infatti egli afferma che lo scienziato se spiega un
fatto, poggia la sua spiegazione su altri fatti, che come il
primo esigono la loro spiegazione.
Lo studio delle cose, dei fatti e dei fenomeni, pur indicando per
ognuno di essi una causa naturale ci conduce man mano ai primi
fenomeni ed ai primi fatti ma ci indicano un altro ordine, un'ordine
soprannaturale.
La scienza ci mostra un fronte pacifico di collegamento e di
contatto, dove le forze della natura già stanche, chiamano Dio.
L'occhio sano vede Dio nella creazione e cerca la luce della
rivelazione per conoscere Dio; penetra nei segreti della natura e
si eleva nel mistero della trascendenza.
Nel sacerdote scienzato la scienza e la fede si armonizzano, i
limiti della scienza sconfinano nel soprannaturale, Francesco
Morano percosse tutte le tappe di una brillante carriera
ecclesiastica sino a diventare nel 1935 Uditore di S. Santità,
cioè il consigliere del Papa in materia giuridica.
L'obiettivo per cui egli si dedicò alle scienze esatte ed a
quelle del diritto è uno solo, quello che dà senso alla vita
sacerdotale: conoscere Dio ed amarlo; fu al servizio di sette
pontefici da Leone XII a Paolo VI, lavorando per realizzare il
programma del Pontefice Santo "instaurare omnia in Cristo"
- Rinnovare tutte le cose in Cristo - e nel concistoro del 14
dicembre 1939 fu creato Cardinale da Giovanni XXIII e scelse come
motto la frase di S. Paolo "Maior autem Charitas" -
Maggiore però è la carità - , per spiegare le tre stelle in
campo azzurro dello stemma, delle quali una è più grande e più
in alto.
Infatti solo la legge di Gesù Cristo realizza l'uomo elevando il
suo amore nella Carità di Dio. E questa carità egli l'esercitò
fino alla morte, aiutando il fratello Can. Giuseppe nella
conduzione della Piccola Casa della Carità, da lui fondata.
Negli ultimi anni della sua vita quasi a stendere il testamento
spirituale ed a sostenere e diffondere l'insegnamento
cristocentrico della Chiesa, il Cardinale Morano si dedicò alla
pubblicazione di due libri prima in latino e poi in italiano
dedicati a "Gesù Nazareno":
Il Cardinale Morano ha sempre seguito da Roma le vicende del suo
paese Caivano e della sua Diocesi mostrando interesse ed
annotando come "sagge riflessioni " la tesi di un
autore ignoto, il quale riteneva valida la scritta, che si legge
intorno all'icona della Madonna di Campiglione, attorniata dai
dodici apostoli, con le braccia aperte ed alquanto alzate e sotto
lo sguardo del Salvatore attorniato da quattro Serafini. I
genitori Caivanesi conducono i figli davanti a questo affresco
affinchè la Madonna Celeste dica sì, come nel 1483 disse "Sì"
staccando la testa dal muro, ad una devota che chiedeva di
intervenire a favore del figlio innocentemente condannato a
morire impiccato.
Il Cardinale Morano, quando veniva alla Piccola Casa della Carità,
riservava sempre una visita alla Madonna di Campiglione, per
recitare un'Ave Maria, come quando era bambino e per affidare
alla Madre della Chiesa le sue gravi responsabilità nella Chiesa;
se la sua visita avveniva di maggio quando c'è la festa del
paese, all'uscita del Santuario faceva comprare le "coccole"
(fichi, castagne e semi vari) che al rientro nell'Istituto, le
orfanelle si affrettavano a consumare, sotto lo sguardo di lui
che riviveva la gioia dei genitori suoi nel vedere i figli
soddisfatti.
Webmaster: prof.
Alfonso Celiento e-mail alfonsoceliento@libero.it Webeditor: Gennaro Maione 4Cn e-mail superbeach@libero.it |