Titolo: Il porto dei mondi incrociati Titolo originale: Chase tha Morning Di: Michael Scott Rohan Editore: Nord Pagine: 359 Prezzo:
Cos'è la Terra, se non una palla di fango che vorticosamente gira su se stessa? Quanti angoli ha la Terra? E in cosa ci si potrebbe imbattere, svoltando l'angolo, entrando in qualche vicolo, ai confini della Città, nella periferia più grigia, dove il tempo che corrode i muri e le strade sembra non esistere o correre più velocemente per poi fermarsi di colpo? Cosa succede se ci si allontana dal Cuore, dalla vita superfciale, vuota, insensibile, dai grattaceli di vetro e cemento, dagli uffici della city e dai lussuosi ristoranti, se si volta la testa dall'altra parte? Come se la Terra non vosse avvolta nella sua Spirale, da mari candidi come nuvole e luminosi come la Via Lettea, in un sole cocente e in una grande Luna, là nella Spirale, dove il Male ed il Bene diventano sempre più puri...
Il Tempo non conta più, l'Alba ed il Tramonto seguono l'un l'altro inseguendosi, gli anni si fluidificano le geografie si confondono in un mondo di multicolori ombre, dove Londra e New Orleans, XX e XVI secolo s'incrociano. Il crocevia dei Mondi Incrociati è annebbiato, sovrastato da un cielo plumbeo, i docks incombono grigi e minacciosi, tra case corrose altrattanto sbiadite e diroccate, qualche insegna fluorescente, un cimitero deturpato dai graffiti... e Qualcosa sende la propria mano, cerca di insnuarsi nel Cuore, nel nostro luminoso mondo...
Ho avuto un'impressione abbastanza positiva fin dalle prime pagine, nonostante le lunghe ed annaquate descrizioni dello stato psicologico del protagonista-narratore.
La storia è ben costruita, con coerenza ed equilibrio, anche se potrebbe essere molto più curata nei dettagli. A scene di forte impatto si alternano a tratti immagini più stereotipate, meno originali. Interessanti invece le idee che si celano dietro il libro, apprezzo in particolare l'idea che non esista un netto confine tra i due Mondi, nessun portale ben definito, non una porta magica o un varco spaziotemporale, ma un Porto, nel quale bisogna perdersi per trovare la strada.
Rohan conduce il racconto in crescendo, culminando con un fortissimo negli ultimi capitoli, per sfumare il finale, con una stoccata finale, nell'Appendice.
Linguisticamente scorrevole (unica piccola pecca la ridondante esclamazione "Cristo!" che forse si poteva evitare). Nel complesso una buona lettura, solo a brevissimi tratti un po' naif, ma ricca di suspense e mistero.
Ve la consiglio.
Ah, quasi dimenticavo: una delle domande ammazza-multiverso è "che cosa è fantasy"? Questo libro fa proprio per chi risponde solo: "elfi e draghi"!