Strani profumi, strane voci si levano da questi racconti. Aromi di
incenso e di putrefazione si mescolano alle esalazioni soporifere di
fiori dalle bizzarre corolle. Bisbigli e lamenti si confondono con
ritmiche litanie e strida inumane.
E' un mondo popolato da uomini crudeli, stanchi o disillusi quello in
cui si ambientano le storie narrate da C.A.Smith: un mondo che ha
dimenticato se stesso e la propria storia, e si e' perso al fondo
delle ere. I mutamenti geologici hanno trasformato la superficie della
Terra, lasciandovi un solo, grande continente: Zothique, punteggiato
da regni e civilta' disparate, sviluppatesi sotto la perpetua minaccia
dell'avanzare dei deserti. Zothique, infatti, si inaridisce nel corso
dei secoli, e uno dopo l'altro i suoi reami cadono sotto la falce del
tempo, trasformandosi in terre devastate; mentre le loro citta', un
tempo orgogliose e piene di vita, si mutano in necropoli popolate solo
di mummie.
(Per inciso, e' proprio facendo riferimento alla scomparsa dei vari
regni che il curatore ha ordinato i racconti secondo una cronologia
interna alla storia)
E' quasi una nemesi quella che percorre le regioni di Zothique al
passo dei secoli (e in ossequio alla quale le terre o le citta' in cui
si svolge un racconto divengono, nel racconto successivo, luoghi
semi-mitici sepolti sotto le sabbie del tempo e dei deserti). Una
nemesi che punisce la crudelta' degli uomini e delle donne, che in
questo remoto futuro hanno dimenticato la pieta' e la gioia di vivere
e si sono abbandonati a culti disgustosi, alla necromanzia e alla
ricerca dei piaceri piu' perversi. La magia, tornata in auge, e' nel
migliore dei casi solo uno strumento di potere, quando non diviene
addirittura un mezzo per conseguire scopi interdetti ai mortali. I
maghi di Smith, se si incapricciano di una donna, non esitano a
ucciderla per strapparla al suo promesso sposo e poterla in seguito
rianimare, trasformandola in un morto vivente privo di coscienza. I
re, se non sprecano le loro vite nelle orge, si dedicano a bizzarre
passioni, quale ad esempio l'innesto di organi e membra umane sulle
piante dei loro giardini privati.
Neppure i morti sono al sicuro: i necromanti li destano infatti dal
loro sonno per farne schiavi e sudditi di imperi personali: antichi re
e principesse tornano alla vita solo per divenire servi e concubine di
stregoni perversi.
I templi ospitano statue di demoni e dei crudeli affamati di vittime
umane; e nelle citta', su cui incombe la morte, si pensa soltanto ai
divertimenti e alle orge piu' sfrenate.
L'unica salvezza dagli orrori del mondo pare quella offerta dall'oblio
eterno, cui spesso i personaggi di Smith si abbandonano con infinito
sollievo.
Lo stile di Smith e' molto elaborato, ricco di aggettivi che si
accumulano precisando gli orrori e gonfiando le empieta' descritte. Le
immagini cosi' evocate crescono fino all'esagerazione (raramente oltre
il limite del buon gusto) e sono, credo, curiosissime.
Tanto per fare un esempio, Smith puo' descrivere una festa magica in
questi termini: "...apparvero le cantatrici, che erano guul femmine,
dai corpi rasi e dagli stinchi villosi, dalle lunghe zanne gialle
cariche di brandelli di carogne, che spuntavano da bocche schiuse in
sorrisi da iena. Dietro di loro entrarono i musici, demoni che
camminavano eretti sulle zampe posteriori di stalloni neri, e
pizzicavano, con candide dita scimmiesche, lire fatte con le ossa e i
tendini dei cannibali di Naat; e altri erano satiri pezzati che
gonfiavano le guance caprine soffiando in oboi fatti con i femori di
giovani streghe, o cornamuse confezionate con la pelle del seno di
regine nere e con i corni dei rinoceronti...". Oppure, per paragonare
la bellezza di due fanciulle (di cui una, ovviamente, deceduta) cosi'
scrive: "Il volto , benche' pallido come quello di Elaith, era alonato
da riccioli simili ai petali di pesanti papaveri neri. La sua
bellezza, calda e voluttuosa anche nella morte, differiva dalla bionda
purezza di Elaith come i gigli dei tropici differiscono dai narcisi."
E cosi' via, tra la descrizione della coscienza crepuscolare di un
morto vivente e lo schizzo delle scarlatta follia di uno stregone, la
noia di un principe o di un poeta che hanno ormai conosciuto tutti i
piaceri e un tragico amore che giunge a compimento solo
nell'oltretomba.
Valutazione: interessantissimo, ma _molto_ diverso dalla fantasy piu' usuale. Potrebbe risultare noioso o disgustoso. Io, cmq, stante anche il prezzo minimo del volume, mi azzardo a consigliarlo.
Voto:
Fritz Tegularius