Cominciamo con qualche nota sulla traduzione. Quando si legge in
italiano un libro di Pratchett si ha sempre la forte impressione di
stare perdendo un sacco del divertimento. In questo libro l'impressione
e' ancora piu' forte che nei precedenti, a partire dal titolo: "Equal
Rites", gioco di parole fra "riti uguali" e "uguali diritti", diventa un
anonimo "arte della magia", boh. Peccato, perche' il titolo originale
era molto pertinente, dal momento che il libro narra di una bambina che
cerca di conquistarsi il diritto, tradizionalmente negato alle femmine,
a diventare un mago.
Una nota di demerito anche all'edizione Tea Due, che pare poco accurata.
Non solo hanno (di nuovo!!!!) sostituito il bellissimo disegno originale
di Josh Kirby con un insulso disegno fatto da una sconosciuta italiana,
ma ho notato diversi errori di battitura, parole saltate e simili. Tutti
aspetti, questi, che ovviamente non possiamo imputare al buon Terry.
Per quanto riguarda il libro, lo ho trovato meno "buffo" dei precedenti. La vicenda e' graziosa e divertente, ma gli spunti veramente comici mi sembrano molti meno. Per contro, la trama procede in maniera molto piu' "lineare" rispetto ai due libri precedenti, quindi quanti non sopportavano il loro andamento "altalenante" potrebbero invece riuscire ad apprezzare "L'arte della magia".
Per il resto, secondo me non c'e' molto da dire. Carino il "personaggio" della Verga, anche se a chi gia' ha conosciuto il Bagaglio di Duefiori non pare poi tanto originale. Bello anche quello di Granny Weatherwax, anche se lo ho trovato meno divertente e piu' prevedibile di altri personaggi degli altri libri. Mi ha fatto piacere il trovare, finalmente, un mago simpatico agli alti vertici dell'Universita' Invisibile (dato che, ovviamente, Scuotivento come mago pero' contava un po' poco...).
Claudia Rege Cambrin in Marcotroll