Il fulcro della vicenda sono ancora una volta le battaglie e le vicende personali dei protagonisti; lo stile di Gemmell rimane fedele a se stesso, attento piu' che altro a caratterizzare i tormenti interiori e le aspirazioni di questi guerrieri, e le motivazioni che li spingono alla lotta. Interessanti le figure di Decado, il sacerdote ex-assassino alle prese col suo passato, e soprattutto di Ananais (a parte il nome infelice) che, come Druss un tempo, deve assumere forzatamente la parte dell'eroe e del condottiero davanti al popolo, ed essere bandiera e simbolo attorno a cui raccogliere coraggio e fiducia, mentre nel privato e' tormentato dall'ossessione della propria deformita', come Druss lo era dalla vecchiaia.
Per il resto, e' un romanzo di ideali semplici, concreti. Contadini che combattono non per ansia di ribellione, ma per difendere le proprie famiglie e case; amore e passioni; desiderio di ritrovare le proprie origini e la propria natura, come Tenaka nei confronti del suo sangue Nadir. E non mancano gli spunti comici (Scaler che si arrampica verso la camera della ragazza...)
D'altro canto manca un po' l'unita' di luogo e di azione che caratterizza il libro precedente, i protagonisti si separano per svolgere compiti diversi, ed alcune di queste 'sottotrame' sono a mio avviso concluse un po' troppo frettolosamente; e' meno evidente anche quell'epico senso di rassegnazione alla morte che incombeva sui difensori di Delnoch anni prima. Infine, il comportamento di Tenaka negli ultimi capitoli mi e' sembrato un cambiamento troppo drastico e poco meditato...
In conclusione, questo libro IMHO vale la pena e la spesa, e se apprezzate Gemmell e' un acquisto sicuro.
Lankhmar Stoneface