Titolo: Il serpente Ouroboros
Titolo originale:
Di: E.R. Eddison
Editore: Fanucci
Pagine:
Prezzo: £16.000

Il libro e' bello, innegabile, ma presenta non pochi difetti.

Prima le note negative:
Per quel che riguarda i nomi, come molte persone hanno rilevato, Eddison ha fatto male ad ascoltare il suo istinto infantile (molti nomi risalgono alla sua fanciullezza, infatti). Quel che ne risulta e' un'accozzaglia molto poco logica di nomi, gettati qua e la' solo per un motivo di gusto epidermico. Fra l'altro, oltre ad essere abbastanza illogici, sono spesso anche brutti.
Un altro difetto e' la cacofonia delle descrizioni. Mi e' stato detto che dovrebbe essere funzionale allo scopo di Eddison, ma le descrizioni sono veramente pesanti e poco varie. Per intendersi: non sono brutte, dimostrano una discreta capacita' stilistica, e un'immensa conoscenza lessicale (se la traduzione e' stata fedele) ma poiche' Eddison aveva continuamente in testa un'idea fissa di "bello" non e' riuscito a dare varieta' e capacita' di colpire alle sue descrizioni.
TUTTI i suoi luoghi traboccano di pietre e materiali preziosi, scranni immensi e (cito) gioielli che nemmeno un uomo forte avrebbe potuto sollevare. Buttati li', non in un luogo particolare, ma in qualunque reggia nobile ci sia in una delle sei terre.
Cosi' Krothering diventa uguale a Galing, e a Carce, e nessuna di esse colpisce veramente, e svanisce in breve, rendendo difficile l'immersione nell'ambiente.
Identico discorso per geografia e paesaggi. Tre montagne affronteranno i nostri eroi, e saranno pressoche' identiche...
L'assenza di una cartina rende i riferimenti geografici (nord, sud, est, ovest) abbastanza insulsi, e la quantita' di luoghi (micidiale la descrizione dei luoghi di provenienza dei nobili in guerra) inutile e, appunto, cacofonica.
Inoltre la dispersione della trama e la molteplicita' dei personaggi rende difficile l'impersonificazione. Questo non e' un difetto, solo un rilevamento.
Pochi i personaggi veramente affascinanti... due... forse tre.. (Brandoch Daha, Gro, Corund...) ma gli altri si conformano (spesso) a un modello che Eddison forse sopravvaluta (poca originalita', insomma, soprattutto per chi ha gia' letto Zimiamvia).

Cosi' sembrerebbe che sia una cosa impossibile da leggere, noiosa, oppressiva e insopportabile. Forse e' cosi', in effetti e' una lettura pesante.
Ma per chi ama il fascino del bello perfetto (o qualcosa che ci si avvicina) dell'immensa maesta', insomma, del sogno fantastico quasi per eccellenza, sara' soddisfatto. I paesaggi e gli interni, come detto, sono regali, i personaggi veri eroi...
Le note positive proseguono. Ci sono tre capitoli bellissimi, distribuiti nel testo.
(Per chi volesse farci caso, sono quelli sulla prima spedizione a Impland, sull'ascesa alla cittadella d'ottone e il capitolo finale). In questi, Eddison tiene a mente il tema del suo libro (il Serpente Ouroboros, che si morde la coda, simbolo del progressivo ripetersi degli eventi nel tempo) o quanto meno lo stile conduttore, e rende il meglio. Peccato solo che non abbia sfruttato piu' profondamente questa sfaccettatura.

In definitiva, lo consiglio molto a chi si sentisse attirato, e avesse tempo sufficiente per dedicarsi a una lettura attenta.

Voto: 7+


­Ich' Naib­


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