L'Aleph è un punto particolare. Si trova, anzi, si trovava, vicino ad uno scalino della cantina di una casa di Buenos Aires, ma ormai la casa è stata demolita. L'Aleph è (o era?) un punto magico, ma non ve ne posso dire il motivo. Sappiate soltanto che L'Aleph (adesso parlo del libro) è una raccolta di racconti, e trae il titolo da uno omonimo in essa contenuto. Sono racconti fantastici, in una piena esplosione di meraviglia e stupore che pochi autori mi hanno offerto. La cosa più affascinante è che Borges riesce a far tremare di emozione chi legge i suoi racconti senza parlare di emozioni. Quelli che vengono descritti sono fatti, spesso descrizioni psicologiche, raramente patetiche (nel sense più arcaico del termine).
Eppure, L'Aleph è un libro mitico. Senza cadere né da una parte né dall'altra, Borges segue una linea fra l'emozione e lo stupore logico, fra la realtà e l'incredibile. Il rischio è abbastanza grande, per chi lo compra: come molti autori Borges può piacere a morte, ma può anche risultare esoso, o troppo saggistico, o discontinuo. Ma il fatto che l'edizione sia un'Economica (10 000 Lire) e sia abbastanza breve pesa in suo favore.
I racconti non hanno un filo conduttore, la lettura può essere frammentata, se la cosa torna più comoda.
In definitiva, assolutamente da provare. Quello che si può guadagnare è
molto più di quello che si rischia di perdere...
P.S.
Se L'Aleph vi piacerà ci sono altre raccolte di Borges. Su tutte Finzioni, ma anche La storia universale dell'infamia. Se siete estasiati da Borges esiste un doppio volume Meridiani (bellissimo, ma anche carissimo) che raccoglie tutta la sua opera in prosa e in poesia.