Titolo: La spada della notte (secondo volume della trilogia di "Starshield")
Di: M. Weis e T. Hickman
Editore: Armenia (1999)
Pagine:
Prezzo: £ 29.500

Il libro riprende da dove e' terminato il precedente "Sentinelle dell'universo" (SPOILER... nel quale i protagonisti riuscivano a recuperare il Manto di Kendis Dai, primo dei tre artefatti del decaduto dominatore dell'universo... END OF SPOILER).
In questo libro gli stessi personaggi vanno alla ricerca della Spada della Notte, arma che permette a chi la impugna di forgiare la realta' a suo piacimento.

Dopo la caduta di Kendis Dai, il suo seguace Lokan l'ha usata per spazzare via dall'universo qualsiasi forma senziente fosse "non umana", disperdendo un vastissimo patrimonio di potenzialita' genetiche.

Il ritrovamento del Manto ha causato un terribile vuoto di potere nell'universo e le varie forze sono adesso decise a trovare la Spada per assicurarsi la vittoria sui rispettivi antagonisti.

Ancora una volta Merinda Neskat e Jeremy Griffith si trovano al centro delle vicende, lei perche' obbligata dal suo ruolo di agente dell'Omnet, organizzazione che raccoglie e diffonde informazioni in tutto l'universo, lui perche' e' l'unico a conoscere dove Lokan abbia abbandonato la Spada...

Sulla trama altro non dico... passiamo a un breve e spietato commento.

Premetto che a me i libri di W&H piacciono un casino, sono legatissimo a Dragonlance e al ciclo della Spada Nera, ancora di piu' a Deathgate.

Il primo volume di Starshield l'ho accolto in maniera un po' freddina, questo invece tendo a stroncarlo inesorabilmente: come nel primo i presupposti per un universo interessante ci sono tutti, alcune idee, come le menti sintetiche a inversione temporale o le bioconnessioni per le traduzioni, sono decisamente intriganti, veramente interessante e' l'idea di fondere fantasy e fantascienza con un universo diviso in vari "fronti quantistici" dove operano adesso la magia, adesso la tecnologia, spesso entrambe combinate in maniera pazzesca...

Tuttavia il libro proprio non convince... la trama del primo era veramente lineare, quella di questo sequel invece e' totalmente assurda, con continui cambi di alleanze che alla fine tendono veramente a scocciare troppo... insulsa poi secondo me l'idea di mettere la Terra, che nell'universo di Starshield e' un mondo barbaro i cui abitanti hanno appena realizzato un motore a curvatura, al centro delle vicende, fornendo ai terrestri, e solo a loro, la chiave per ritrovare i tre artefatti di Kendis Dai...

La cosa che cmq risulta peggiore in assoluto e' la caratterizzazione dei personaggi... Merinda Neskat la trovo veramente insopportabile, la sua evoluzione nel corso della storia e' un totale stereotitpo decisamente poco interessante. Se Merinda e' insopportabile, peggio ancora lo e' Jeremy Griffith... e' un barbaro: essendo un terrestre al primo viaggio fuori dal sistema solare non sa un cavolo di come e' fatto l'universo; all'inizio e' spavaldo come John Wayne, poi subito diventa un imbecille che, nel tentativo di tornare a casa, non fa altro che mettersi sempre piu' nei guai...

In definitiva mi sento di consigliare questo libro solo ai fan di W&H o a chi e' intrigato dai GDR, l'universo di Starshield penso sia decisamente divertente "da giocare", o ancora a chi va matto per le commistioni fra FY e SF...

Last but not least un'avvertimento: in USA non e' ancora uscito il capitolo finale della trilogia, non perche' W&H non lo abbiano ancora scritto, ma perche' l'editore si e' rifiutato di pubblicarlo dato lo scarso numero di copie vendute dai due volumi precedenti...
attualmente W&H stanno cercando un nuovo editore, ma sembra che abbiano difficolta' a trovarlo... hanno assicurato che, a costo di distribuirlo gratis su internet, potremo sapere "come va a finire", ma potrebbe essere una cosa lunga...


­Gorgon il Patryn­


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