Titolo: Ondina
Di: F.H.K. de la Motte Fouque'
Editore: Mondadori, TEA
Pagine: 95 ca.
Prezzo: £ 11.000 ca.

E.A. Poe definisce Ondina "il modello dei modelli", "il piu’ raffinato racconto fantastico che esista".
Quali i motivi di un tale entusiastico giudizio?

Il racconto si compone degli elementi tipici della fiaba: dall’incipit ("C’era una volta...") alle cause dell’azione (un eroe che sfida i pericoli di una foresta incantata per compiere un’impresa impostagli dalla donna amata), dal consueto armamentario di mirabolanti rivelazioni (la protagonista, di nobili e magiche origini, abita nella capanna di un povero pescatore) e scambi di persona, fino al classico tema del divieto magico la cui violazione reca sventure e morte.
Ma la storia del cavaliere Uldebrando, che nel corso del suo viaggio incontra la bella Ondina, uno spirito delle acque, e la fa oggetto di un amore incostante e ingrato, se nasce da radici popolari, viene pero’ trasformata da la Motte Fouque’ in una fiaba artistica, in cui leggenda, poesia e filosofia si combinano armonicamente.

L’autore si ispira alla storia di Melusina, narrata da Jean d’Arras alla fine del Trecento, e al "Libro delle ninfe, silfi, pigmei e salamandre e ogni altro spirito" di Paracelso (medico e filosofo del XVI secolo), in cui viene analizzata l’essenza degli spiriti elementari, che hanno natura per meta’ umana e per meta’ sovrumana, ma sono privi di anima e, al momento della morte, si disperdono e svaniscono in spirito e corpo, senza che ne resti traccia. Questa e’ la sorte riservata alla povera Ondina dalla sua natura di ninfa (o elementale d’acqua, se preferite).
Solo sposando un essere umano gli spiriti elementari possono acquisire un’anima, divenire capaci di sentimenti e sconfiggere in qualche modo la morte.
Questo e’ il motivo per cui Ondina spinge Uldebrando a sposarla. Ma possedere un’anima (e un cuore), se ci permette di vivere pienamente (e infatti Ondina abbandona la propria natura spensierata e scherzosa, da vera creatura delle acque, e si fa seria e ansiosa per il proprio amore), ci consegna pero’ nelle mani della sofferenza, e ci rende schiavi delle passioni della vita (e forse e’ proprio questa la contraddittoria, dolce-amara essenza della condizione umana di cui Ondina va in cerca per dare un senso alla propria vita). E quando Uldebrando porta la giovane sposa nel mondo reale, lontano dalla lago cui Ondina era tanto legata e al di la’ delle foresta incantata che lo circondava, il loro amore naufraga ben presto tra le gelosie e gli egoismi di cui gli uomini paiono compiacersi. Quasi che l’acquisizione dell’anima e l’ingresso nel mondo equivalessero ad una perdita irreparabile della felicita’ primordiale (e infantile); una perdita, tuttavia, che non puo’ essere evitata.

"Ondina" e’ un delizioso libretto, scritto in uno stile scorrevolissimo (come le acque che tanta importanza hanno nella storia) e in apparenza ingenuo e spontaneo. Il lettore, sono convinto, si sentira’ trascinato irresistibilmente verso l’ultima pagina. Non posso che consigliarlo, anche per conoscere le origini e il prototipo di tanti personaggi femminili "deliziosamente sventati" che spesso compaiono (comparivano?) nelle opere fantasy.


­Fritz Tegularius­


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