Finalmente un libro in cui non c'è solo la solita 'quest' di un gruppo di compagni per compiere la missione loro affidata, ma una situazione ben definita; l'assedio di una citta' da parte di un esercito, analizzato molto a fondo per quel che riguarda tattiche e strategie difensive, e veramente 'sentito' e spietato per la caratterizzazione della crudezza della guerra.
Pur essendo molto legato al buon(?) Brooks, che e' stato il mio primo
fantasy, devo riconoscere che siamo di fronte ad una narrazione piu'
matura, senza personaggi improbabili o strani animali che aiutano l'eroe di turno un po' per caso, ed anche le scene di battaglia, che avevo apprezzato in Shannara, hanno qui una durezza 'alla Braveheart' che le rende superiori... indimenticabili Druss e i Trenta, ed il senso di nobile rassegnazione dei difensori della rocca...
Unico difetto...
SPOILER
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Dopo averci instillato il concetto della morte gloriosa, della
rassegnazione al fato, eccetera eccetera, ed avere preparato il lettore al peggio...
ZAC! Lieto fine! Coglie di sorpresa, e' vero, ma che Ulric torni a casa a trenta metri dalla vittoria definitiva mi sembra indegno di un generale come lui... e soprattutto non mi ha convinto la 'resurrezione' di Virae, che mi e' parsa una concessione eccessiva alla logica dell' 'happy end'.