IL SIGNIFICATO DEL PANE NELLA CULTURA EBRAICA

Circa 2000 anni fa ogni città della Palestina aveva il suo fornaio; nella sua bottega, affacciata sulla strada, impastava e cuoceva piccoli pani lievitati fatti con grano macinato di giorno in giorno, perché il pane preparato con farina fresca era più buono.

Il forno usato dagli Ebrei era identico a quello egizio, ma di piccole dimensioni perché la legge ne imponeva la distruzione nel caso vi fosse caduto sopra qualcosa di impuro.

Il pane , infatti , per gli Ebrei aveva un valore sacro e trascendente, e un significato particolare aveva il pane azzimo, che mangiamo durante la Pasqua.

Gli Ebrei erano stati schiavi in Egitto e , come si narra nella prima parte della Bibbia, erano fuggiti da quel paese in cerca di una nuova terra, guidati da Mosè.

Prima di intraprendere il viaggio che li avrebbe condotti fino alla terra promessa, la Palestina, non avevano avuto il tempo di far lievitare il pane secondo l’uso egizio; così avevano mangiato focacce azzime, cioè fatte di pasta non lievitata.

In ricordo del pane mangiato durante l’esodo dall’Egitto, gli Ebrei, per tutta la settimana di Pasqua, non mangiavano ( e non mangiano ancora oggi ) pane lievitato.

 

CHE SIGNIFICATO HA QUESTO CIBO?

ATTENTI, ORA LO SPIEGO.

  Il pane azzimo ( cioè non lievitato ) significa:

  1. un ricordo dell’antica festa delle primizie quando si faceva il nuovo lievito con il nuovo raccolto e si eliminava il vecchio lievito fatto con la farina dell’anno precedente.
  2. un ricordo della fuga dall’Egitto quando gli Ebrei non ebbero il tempo per lasciare lievitare il pane per il viaggio.
  3. un richiamo all’umiltà davanti a Dio, perché il lievito fa gonfiare la pasta come l’orgoglio fa gonfiare il cuore dell’uomo.

 

IL SIGNIFICATO DEL PANE NELLA CULTURA CRISTIANA 

  1. Nel Nuovo Testamento il pane, il grano ed il lievito ricorrono spesso; Gesù infatti vi fa più volte riferimento nelle sue parabole, né si deve dimenticare che uno dei suoi miracoli fu proprio quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci.
  2. Secondo il linguaggio biblico il gusto del pane caratterizza le diverse situazioni della vita: mangiare un pane di “lacrime” o di “cenere” definisce una circostanza triste ( SAL 42,4; IS 30,20 ) il contrario è un pane di “gioia” ( QO 9,7 ).
  3. Il pane è segno di ospitalità , di condivisione.

Mangiare il pane regolarmente con qualcuno significa essere suo amico, godere della sua intimità   ( GV 13,18 ).

  1. Il pane è il segno più evidente dell’amore di Dio.

Abbondanza di pane indica la pienezza della sua “benedizione”.

Perciò Gesù insegnò a chiedere a Dio Padre il “ pane quotidiano “ riconoscendo così la sua provvidenza ( MT 6,9-15 ).

  1. Il pane è la parola di Dio.

Il parallelo tra il pane e la parola di Dio è di antichissima tradizione biblica: (AM 8,11).

La mancanza di pane è segno del silenzio di Dio.

  1. Gesù affermò di essere Egli stesso la Parola di Dio ( il verbo ): di conseguenza si identificò pure con il pane ( GV 6,1-15 ).
  2. Ripetutamente Gesù parla del “ Regno di Dio “ come di un campo di grano.

In LC 8,4-8 ; 11-15, il seme gettato rappresenta la Parola di Dio.

   8.   I cristiani ricordano che Gesù nell’ultima cena prese il pane, lo spezzò, lo diede ai discepoli dicendo: “ prendete e mangiate: questo è il mio corpo “ ( MT 26,26 ).

   9.   “ Spezzare il pane “ significava pranzare, ma spesso nei libri cristiani della Bibbia significa celebrare insieme l’Eucarestia ( AT 2,46 ), cioè la “ cena del Signore “ (AT 2,42 ). L’apostolo Paolo attribuisce un forte significato al pane eucaristico: “ il pane che spezziamo ci mette in comunione con il corpo di Cristo. Vi è un solo pane e quindi formiamo un solo corpo anche se siamo molti, perché tutti mangiamo quell’unico Pane”.

torna indietro