MP " MASCARETTI PRIMO "
fu  Mp BELKA, fu Mp VERANIA
 
1980 - PORTO DI ANCONA (DOPO IL CARENAGGIO)
 
 
 
1970 - RADA DI PORT ETIENNE (NOUADHIBOU-MAURITANIA)
 
 
 
 
 
 
 
         
1971 - PORTO DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO
Il rientro dopo la campagna di pesca in Atlantico
 
         
1971- Oceano Atlantico 1971-Oceano Atlantico 1971 - Is. Canarie - Las Palmas
In navigazione verso le Is. Canarie In pesca Il Cpt. Giuseppe Mascaretti posa per una foto
       
       
M/p MASCARETTI PRIMO - Una nave moderna fatta su misura per l'oceano....
 
 
 
1976 - Oceano Atlantico - C.te Federico Fiscaletti detto "Lu Nere"
 al comando del Mp VERANIA, ex BELKA, ex MASCARETTI PRIMO
 
 
 

........era il 1977, stavo facendo il mio ultimo imbarco sul Mp VERANIA prima di passare con l'armatore CEFALU' di Palermo. Il Verania era un motopesca oceanico nuovo della Soc. Armatrice SIAMAR di San Benedetto del Tronto, diventata in seguito (stessi proprietari/armatori) F.lli Mascaretti. Una nave studiata e costruita per quel tipo di lavoro, non era molto grande, lunga circa 80 metri aveva una buona navigabilita' e tutto il necessario per rimanere in mare lunghi mesi. Navigavamo in Oceano Atlantico a circa 13 mn fuori la Guinea Bissau (dotati di tutti i permessi necessari per effettuare la pesca in quella zona), sotto un sole cocente ed un mare  apparentemente calmo. Avevamo salpato da poco la rete e ci accingevamo a calarla di nuovo non prima di aver incassettato e selezionato il pescato della cala precedente nelle celle frigorifere. Prima di gettare la rete, il nostromo ed i marinai svolsero le consuete verifiche dopodichè diedi ordine di calarla osservando la manovra dalla plancia di comando. Avanzavamo con la macchina al minimo e la rete dallo scivolo di poppa veniva riconsegnata al legittimo proprietario, il mare, che a quell'ora della sera, erano circa le 21.30 si era colorato di nero. La scia bianca dell'elica lasciata a poppa era ancora visibile per centinaia di metri e sembrava dividere quel tenebroso mare dandomi una sensazione di dolore misto a tristezza a cui ero abituato da tantissimi anni, quel mare che mi riservava sempre delle sorprese.......non si era mai smentito, il mare.

Concludemmo la manovra assicurandoci fosse andata a buon fine e verificammo le attrezzature. La macchina aumento' i giri e dal fumaiolo una nuvola di fumo grigio s'innalzo' nel cielo trasportata e dispersa dal vento incessante. Iniziammo a pescare non prima di aver concordato con l'equipaggio i turni di guardia ed i lavori vari di manutenzione da farsi. Gli addetti alle attrezzature continuarono a riparare una rete da pesca usata in precedenza e danneggiata in modo piuttosto serio, era il loro lavoro e lo facevano in modo impeccabile. Proseguivamo tranquillamente la nostra navigazione da circa un'ora quando improvvisamente sentimmo sotto di noi la nave rallentare bruscamente. In quel momento mi trovavo in sala nautica e stavo verificando, facendo il punto nave, la posizione della stessa. A voce alta, quasi strillando, chiesi al 1° uff. di coperta Sig. Di Paolo Piero che, al momento era di guardia, cosa fosse successo, ma non seppe darmi risposta se non esprimendo il suo stupore e meraviglia con un'espressione preoccupata. Nel frattempo anche il 2° uff. di coperta Sig. Mosca Graziano ci raggiunse in plancia per capire cosa stesse succedendo ma eravamo tutti confusi non sapendo cosa pensare.

Chiamai con il telefono interno il D.M. Sig. Spina Domenico detto "bolletta" e gli diedi ordine di fermare la macchina. L' intero equipaggio corse in coperta richiamato dalle grida e dagli ordini strillati agli addetti alle attrezzature, era tutto un corri corri. A nave e   macchina ferma  i cavi di acciaio che assicuravano la rete e l'intera attrezzatura da pesca erano in forte tensione, pertanto qualcosa o era finita nella rete o si era impigliata (era cosa molto probabile) considerato il fondale in cui stavamo pescando circa 25/30 metri. Restammo per alcuni minuti a discutere con   gli altri ufficiali sull'accaduto e decidemmo immediatamente e senza perdere tempo di recuperare la rete per verificare cosa vi fosse finito dentro. Tutti in coperta, gli addetti al verricello iniziarono a salpare la rete. Ci accorgemmo subito che qualcosa non andava, il verricello sforzava terribilmente, eravamo quasi al limite e ci guardavamo tutti sbalorditi non sapendo cosa fosse finito nella rete e se ce l'avremmo fatta. Piano piano i cavi furono recuperati e con essi iniziammo ad intravedere la rete. Qualcosa vi era finito dentro, qualcosa di grosso, molto grosso, ma non capivamo cosa. Il verricello sotto sforzo estremo strideva incessantemente, urlava quasi di dolore ma continuava a lavorare.  Ad un tratto aveva cambiato rumore, sembrava non farcela piu' ed eravamo tutti preoccupati. Dallo scivolo inizio' ad apparire  "la preda", era enorme, non sapevamo ancora cosa fosse, era venuta su solo una piccola parte del pesce, si vedeva e capiva ben poco dal momento che, la vista del contenuto era ostruita dalla rete stessa che lasciava intravedere ben poco.  Molto lentamente, per non guastare il verricello che gia' era sotto sforzo dando segni di cedimento, iniziammo ad issarlo a bordo.  Rimanemmo sbalorditi quando vedemmo che passava a malapena tra le pareti dello scivolo e dopo circa due ore e mezza lo tirammo definitivamente a bordo. Occupava per lunghezza gran parte della coperta arrivando quasi allo scivolo della nave, era enorme e pensavo ai danni che avrebbe potuto provocare. Passarono circa 2 ore e mezza prima di tirarlo definitivamente in coperta.  Nella rete era finito uno squalo balena dalle dimensioni gigantesche, straordinarie.

Lo misurammo, era lungo oltre19 metri, semplicemente spaventoso, non oso pensare al suo peso, mi basta sapere che l'argano progettato per la nostra nave da pesca era quasi al limite dello sforzo e della rottura. All'epoca  non potemmo documentare l'evento, non era come oggi che tutti posseggono un telefonino con fotocamera, l'unica cosa che ritenemmo opportuno fare fu quella di misurarlo e rigettarlo in mare. Eravamo li per lavorare, per guadagnarci la pagnotta, non eravamo dei ricercatori, ogni giorno perso era da recuperare se volevamo tornare a casa al piu' presto. Rimanemmo tutti li, in coperta, per alcuni minuti a contemplare quella meraviglia della natura, quel gigante dei mari cercando di capire come fosse finito nella rete un "bestione " del genere ed ancora oggi a distanza di tanti anni ci penso. Nessuno aveva a bordo una macchina fotografica, non dico impensabile ma raramente qualcuno documentava il nostro lavoro, solo in qualche occasione, quasi sempre a Natale e solo se qualcuno pensava di portarla da casa, i tempi dei selfie erano lontanissimi e nessuno allora avrebbe mai pensato alla tecnologia odierna.

Ora si presentava un'altro problema, lo dovevamo rimettere in mare ed al piu' presto. Riunimmo tutto l'equipaggio e facemmo un veloce ma accurato "briefing" (allora questo termine non sapevamo neanche cosa fosse) sul da farsi. Ognuno disse la sua esponendo idee e soluzioni, ci accorgemmo che tra il dire ed il fare le difficolta' erano immense. Incominciammo la manovra tra cavi, carrucole, cavi di ritorno ed altre carrucole sparse in coperta che per l'occasione era diventata una ragnatela. Cercammo una soluzione che non avrebbe compromesso la vita dell'animale e fummo tutti molto accorti affinchè quel bestione riprendesse il mare sano e salvo e senza problemi. All'albeggiare lo restituimmo al mare, il sole stava sorgendo ed i riflessi quasi mi accecarono. Ci vollero diverse ore d'intenso lavoro e 14 persone che incessantemente lavorarono. Quando ci liberammo della preda feci un profondo sospiro, accesi una sigaretta e diedi una lunga boccata osservando l'orizzonte colmo di luce e pieno di colori.

Tutto era finito per il meglio grazie al buon Dio. Il mare ci aveva concesso la bonaccia necessaria consentendoci di liberare quel suo figlio capitato per caso nella nostra rete. Il giorno avanzava ed in cielo la Croce del Sud e tantissime altre stelle erano ancora visibili, una giornata indimenticabile. Navigando con la macchina al minimo, spegnemmo le luci di navigazione lasciando accesi i potenti  fari in coperta che con la loro luce giallastra illuminavano la rete danneggiata dall'insolita preda ed i marinai che vi stavano lavorando per ripararla.............

Ci allontanammo da quella zona di pesca e navigammo alla "vela" per alcune ore prima di rigettare la rete in mare.........Andai sull'ala di plancia di dritta, riaccesi una sigaretta ed osservai l'orizzonte. Una fresca brezza mattutina ed il cielo terso annunciavano una giornata di bonaccia. La plancia era attraversata da un raggio di sole, osservai il radar per qualche istante controllando che sul  nostro percorso non ci fossero ostacoli di sorta. Un intenso profumo di caffè sali' dalla cucina annunciando l'arrivo del mozzo, riaccesi una sigaretta e controllai di nuovo il radar....... Proseguimmo sulla nostra rotta  confondendoci tra l'azzurro del cielo e lo scintillio del sole sul mare.............

 
     
 

di Domenico Caselli - Peco' - Marescia'

 
 

da un racconto del Cpt Federico Fiscaletti

 
 
Curriculum degli imbarchi su mm/pp atlantici del C.te Federico Fiscaletti detto "Lu Nere"
 
  M/p

NOSTRA SIGNORA DEL MARE

1° Uff. Coperta 1961  
  " ANTONIO BIAGINI " 1963  
  " ANTONIO BIAGINI Comandante 1963  
  " ANDREA SPEAT 1° Uff. Coperta 1965  
  " ALDO GIACCHETTI Comandante 1966  
  " SIGNIFER " 1967  
  " GENEPESCA V° (poi QUNTUS) " 1969  
  " NICOLA SPECCHIO " 1970  
  " TORTORELLI " 1972  
  " ATLAS UNO " 1973  
  " MASCARETTI PRIMO " 1974  
  " VERANIA (ex MASCARETTI PRIMO) " 1976  
  " GIOVANNI CEFALU' " 1978  
  " MARIA MICHELA " 1980  
    CORRADO II° " 1983  
  " BELKA (poi VERANIA ex MASCARETTI PRIMO) " 1990  
  " NUOVO SOCRATE " 1993  
  " CIANE III° " 1994  
  " ANTARES II° " 1996  
  " SATURNIA " 2001  
  " MARINO I° " 2001  
           
    Luglio 2004 fine carriera      
 
 
Domenico Caselli "Marescia' "
(of Guerrino de Peco', Fadanne and Luci', Lambrezze, La Carlane family)
.....amare e ricordare il grande passato di San Benedetto del Tronto e dei suoi figli marinai.......