NEW SCIENTIST 11 Novembre 1976
Il grande peschereccio italiano sconvolge la politica della Cee
Con poca pubblicità,
il più grande peschereccio dell'Europa occidentale ha iniziato la
pesca commerciale del nasello nell'Atlantico meridionale al largo
della costa del Sudafrica. Il Mp oceanico “Assunta Tontini Madre” da
4000 tons varato quest'estate a Viareggio - Italia, è grande il
doppio dei più grandi pescherecci britannici. La sua costruzione ha
suscitato le proteste della British Fishing Federation, i cui membri
temono che il peschereccio possa presto operare all'interno del
"pool europeo".
Secondo l'industria
della pesca britannica, l'esistenza della nuova nave è stata una
sorpresa. Non si sapeva nulla del peschereccio italiano fino a
quando una società lussemburghese, la Commercial Hydraulics, che ha
fornito attrezzature per l'avvolgimento e il sollevamento, ha
annunciato con orgoglio la sua parte nella costruzione di "uno dei
più grandi pescherecci d'Europa". La sua costruzione contrasta con
l'attuale tendenza nei paesi della CEE verso pescherecci
"tascabili" mentre l'industria si adegua all'estensione dei limiti
di pesca e alla necessità di navi in grado di usare a diverse
attrezzature da pesca scegliendo con cura le specie da catturare.
Il Mp “Assunta
Tontini Madre”, dotata di elaborati impianti per la lavorazione del
pesce, è stata costruita secondo specifiche che le consentono di
operare anche nelle aree artiche, anche se gli italiani non hanno,
come da loro tradizione, esperienze di pesca nei mari artici e non
posseggono quote per nessuna delle principali attività di pesca. Il
sospetto, espresso nel Traveling Times della BFF, è che gli
italiani, avendo perso gran parte delle loro zone di pesca al largo
dell'Africa occidentale, stiano puntando ad entrare nelle acque
nordiche attraverso la loro adesione alla CEE. Tenendo conto dei
tempi di progettazione e realizzazione di una nave come l'Assunta
Tontini Madre e considerando la velocità con cui è mutato lo
scenario della pesca internazionale, si sarebbe previsto l'attuale
“effetto domino” nell'estensione dei limiti di pesca.
Il problema
dell'impiego di un peschereccio come il nuovo natante italiano
dimostra le difficoltà che deve affrontare la pesca europea. Questa
settimana Finn-Olav Gundelach, commissario CEE temporaneamente
incaricato degli affari esteri, sarà a Reykjavik per preparare i
negoziati formali tra la Comunità e l'Islanda su un accordo di pesca
reciproco. Trattative simili sono in vista con la Norvegia.
L'Islanda, che ha già catturato più merluzzo di quanto raccomandato
dai suoi stessi scienziati, potrebbe non essere troppo ansiosa di un
accordo.
I negoziati con la
Norvegia, la cui industria della pesca prende quasi il 14% delle sue
catture entro il limite proposto dalla CEE rispetto al 5%
dell'Islanda, probabilmente porranno meno problemi. Infine, c'è il
problema dell'Unione Sovietica, che non ha ottenuto il
riconoscimento diplomatico della Comunità Europea. Come negozierà
l'accesso alle acque che si ritiene forniscano quasi un quinto
dell'approvvigionamento ittico del paese? |