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Nei primi anni sessanta, alcuni
armatori sambenedettesi, spinti dalla necessita’ ma ancor di piu’
dalla temerarieta’ dei comandanti e relativi equipaggi si spinsero
fuori le Colonne d’Ercole – Gibilterra - attratti dalla pescosità
di quel mare. Giunsero sulle coste africane con poche attrezzature e
scarsi mezzi, ma nonostante le difficolta’ di ogni genere riuscirono
nell’intento. Di quegli anni, i vecchi sambenedettesi ricordano le
imprese del Com.te Gino Balloni detto Percacchia’ e successivamente
del Com.te Federico Fiscaletti detto Lu Nere, entrambi, ma in tempi
diversi, si avventurarono in Atlantico con il M/p “Antonio Biagini”
dotati del minimo indispensabile per la navigazione, quel tanto che
consentiva loro di tracciare e seguire una rotta: bussola,
parallelo, orologio ed infine un sestante ma, senza l’ausilio del
radar che avrebbe consentito una navigazione sicura in qualsiasi
condizioni meteomarine. Gli stessi riferiscono che i tempi erano
diversi, i marinai erano diversi, i capitani erano diversi e
forgiati per essere messi alla prova in ogni momento ed in qualsiasi
condizione………………
Oggi, con la strumentazione super
moderna, super sofisticata e super tecnologica che ci offusca la
mente, con la plancia piena di schermi LCD, assistiamo inermi,
perche tale e’ diventata la nostra mente super assistita dai
complessi sistemi, a situazioni, comportamenti ed avvenimenti che
hanno dell'incredibile, facilmente risolvibili con buon senso e
responsabilita' di chi va per mare con la "testa" senza delegare
ciecamente la capacita' di giudicare alla “macchina”. |
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