IL CASTELLO ARAGONESE |
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Solo alla fine del 1700 gli abitanti del Castello incominciarono ad abbandonare le loro case e si unirono per la maggior parte al nucleo che poi doveva formare la città d'Ischia, mentre una minoranza si sparse per gli altri casali dell'isola. A questo punto il Castello d'Ischia parteciperà alle vicende storiche che trascorrerà non più da protagonista, ma da travagliato spettatore. L'isola ed il Castello saranno per sempre amministrati da Governatori Regi. Cominciò così un periodo di pace e di prosperità perché Alfonso fortificò le mura esterne del Castello e gli stessi edifici interni. Sostituì il vecchio ponte di legno con un ponte di fabbrica che con la sua lunghezza di 225 metri congiunge la città di Geronda all'isola maggiore. Ma l'opera che tuttora lascia esterrefatti, è la strada che Alfonso d'Aragona fece scavare a forza di scalpelli nell'interno della massa granitica. Essa è tanto larga che due carri si possono incontrare magnificamente. Oggi è ancora la strada di accesso alla città alta. Durante il periodo della rivoluzione francese tenne nelle sue prigioni il Battistessa, gentiluomo napoletano e amante della libertà. L'aver difeso la Repubblica Partenopea, costò la vita al Battistessa, il quale trasportato dalla torre di Agnone nelle prigioni del Castello rese al Cielo, dopo essere stato strangolato e poi pugnalato, il suo spirito di uomo libero il 25 luglio 1799, il 19 luglio dello stesso mese, sulla spiaggia dei pescatori, per gli stessi aneliti di libertà avevano affrontato il capestro Giuseppe Schipani e Agamennone Spanò. Nel 1860 i reali siti d'Ischia furono nazionalizzati ma anche manomessi ed invasi. Il Castello d'Ischia divenne «Monumento Nazionale». Le prigioni del Castello durante le guerre di indipendenza e i moti rivoluzionari furono usate per trattenere condannati politici tra i quali: Silvio Spaventa, il Pironti, Carlo Poerio e Settembrini.Nel 1874 troviamo il Castello nelle mani della Direzione Generale delle Carceri che lo usò come comune carcere di prigionieri coatti. Gli isolani, gente pacifica, non gradirono la presenza dei coatti, e, tanto s'adoprarono presso il Ministero dell'Interno che nel 1890 fu abolita la colonia degli ospiti indesiderati e il Castello passò nelle mani del Demanio. |