FILASTROCCA INVERNALE

 

Il soffio ghiacciato di Madre Natura

ancora una volta ci avverte che è dura.

 

Il giorno si accorcia, più fredda è la notte

ormai la cicala il tamburo non batte.

 

Le nuvole privano gli occhi alle stelle

fulmini, tuoni, boati, scintille.

 

Un altro inverno pian piano si appresta

fredda ed opaca sarà la finestra.

 

Ogni creatura che attende l’evento

di istinto si attrezza senza perdere tempo.

 

La foglia caduta la radice veste

mentre dal cielo un fiocco l’investe.

 

I rami dinanzi a sì fredde stagioni

per il peso del bianco si rendono proni.

 

Il lago che prima mostrava le creste

ora glaciale sfoggia il cappotto che veste.

 

Un silenzio ovattato è il canto invernale

la saggia formica resta a dormire.

 

Passeri tremoli nascosti tra i rami

ricercano semi tra fumanti liquami.

 

L’imponente bisonte dal capo canuto

si scrolla del bianco con lungo starnuto.

 

Una cerva dal ventre arrossato

con lo zoccolo d’osso rompe il selciato.

 

Il buco lasciato dallo zoccolo duro

per la lepre affamata è cibo sicuro.

 

Scoiattoli coperti da folta pelliccia

circensi tra i rami giocando si danno la caccia.

 

La volpe argentata schiacciata sul ventre

al piccolo topo una trappola tende.

 

Il grano riposa sotto il bianco mantello

la talpa nascosta non fa più il monticello.

 

Il tempo è passato dalla prima avvisaglia

pian piano l’inverno dal freddo si spoglia.

 

E’ ora di aprire ogni finestra

l’orso dal sonno a momenti si desta.

 

Nuovi germogli vincono il gelo

di nuovo una rondine s’appropria del cielo.

 

L’inverno è un periodo che ad ogni creatura

fa prendere fiato per una nuova avventura.

            Giuseppe  Magaldi