AL PROF NICOLA RUBINO

Lasciami fidare nella fronte settembrina

imperlata di dolci crochi!...

affinchè il cuore dell’estate,

risalita la corrente del mio sentire,

scantonando le insistenti tachicardie

delle ore più stoppose del giorno,

carezzando le sonorità in diminuendo

del soffice sussurro della sera immota,

torni a battere

armonioso.

 

E’ nel viaggio incauto verso il noto

che sanguina inedita

- ben custodita in valigia -

la mia fragilità cannibalesca,

col canto a ripetizione delle cicale nelle orecchie

e le palpebre spalancate

pronte a improvvisare messe a fuoco...

Non è lontano

il tempo delle idee

che il mio tartagliar parole soffocava,

dopo aver scosso l’acqua addormentata del mio vecchio pozzo

coi saliscendi di una secchia lucida

                    dura ad arrugginire.

 

Ho perso il conto

dei giorni che mi separano

dal primo rilevar farina al tuo mulino...:

è ora che ti riporti

canestri colmi di pane buono!

Chiuderò il pane azzimo

nelle credenze di chi sforna cultura a buon mercato

e scansa strali

confidando

nell’intercessione di figure inappuntabili.

 

         Maria La Volpe       Agosto 1996