MATERIALE GUIDA TURISTICA SICILIA

Il materiale qui raccolto consiste in buona parte in articoli, depliant e notizie riguardanti monumenti, chiese e opere d'arte della provincia di Trapani.

Rilancio del turismo in Sicilia

Per far emergere il turismo in Sicilia, è importante che la Regione in sinergia con i comuni intraprenda un'azione integrata di tutti i settori turistici, predisponendo un piano per il turismo, dotandolo annualmente opportuni finanziamenti. 1)Per prima cosa bisognerebbe investire nei trasporti urbani, migliorando sensibilmente anche i trasporti ferroviari, le strade e autostrade e gli aeroporti. 2) Poi bisognerebbe investire nell'offerta dei servizi turistici come alberghi e strutture ricettive in generale, dando l'opportunità di ristrutturare e migliorare l'offerta in generale con nuovi servizi, facendo abbassare i prezzi dei soggiorni e cercando di attrarre turisti soprattutto del nord Europa che dopo esser venuti qui una prima volta dirottano le loro vacanze altrove schifati del degrado del territorio, sociale e culturale. 3) Investire sui musei, ristrutturandoli e inserendo personale capace, che sappia parlare fluentemente almeno l'inglese o il francese, investendo sulle migliaia di giovani siciliani che questo lavoro lo saprebbero fare molto bene. 4) Infine creare un portale, un sito, che sarebbe unico nel suo genere, che possa rappresentare tutti, i diversi settori del turismo, una specie di tripadvisor ma molto più completo, che oltre a raggruppare tutti gli alberghi siciliani, tutti i ristoranti, i siti archeologici, gli eventi culturali promossi dalla regione e dai Comun,, i tour operator, le possibili alternative di soggiorno mirato, ad esempio al turismo enogastronomico, al turismo culturale o al puro divertimento, gestito da personale qualificato. Ci vorrebbe un'azione integrata di tutte gli assessorati che convergono nell' assessorato al turismo, ovvero trasporti, formazione, economico, unendo le forze ed iniziare un percorso sicuramente lungo e difficile, che possa dare un futuro veramente roseo alle future generazioni.

L'urbanistica della città di Trapani dalle origini fino agli Spagnoli

Palazzi del centro storico di Trapani

CHIESA MARIA SANTISSIMA DEL SOCCORSO - ATTIGUA AL PALAZZO DELLA FINANZA - TP CENTRO

Il Conte Agostino Pepoli ,umanista

Alcamo - Stefania Mirrione - Alcamo- breve storia - tour - La Chiesa Madre S.M.Assunta Il Castello dei Conti di Modica- Il vino

MARSALA - Vino- Mozia - Gli Arazzi

MUSEUM BAGLIO ANSELMI IN MARSALA

LA CITTA' DI MAZARA

IL MONTE ERICE NEI SECOLI XVII-XVIII

FAZELLO SCOPRE SELINUNTE E SEGESTA NEL SECOLO XVII di Diego Adragna

Enogastronomia nel Trapanese

Il rosone della Chiesa di Sant'Agostino a Trapani.

Nell'undicesimo secolo i Templari, durante il periodo delle Crociate, presero possesso degli scantinati del tempio di Gesuralemme e portaron o in Occidente in luoghi segreti tutte le loro scoperte acquisiti dopo anni di scavi e di studi. Una delle tante chiese che costruirono nell'Occidente fu la chiesaoggi denominati di Sant'Agostino a Trapani, che presenta un interessante rosono che dovrebbe essere oggeto di studi approfonditi, perchè riporta messaggi misteriosi e sconosciuti. Quando agli inizi del 1300 l'ordine fu soppresso, i loro beni passarono agli Agostiniani, che fecero di questa chiesa il duomo della città. Nella piazza si svolgevano fin dal trecento le fiere di Ferragosto e nel Cinquecento qui Carlo Vproclamò i privilegi concessi alla città di Trapani. Durante la seconda guerra mondiale la chiesa subì dei danni in seguito ai bombardamenti, ma venne in parte estaurata. Il chiostro fu abbattutto. Il rosone fu costruito da maestranze locali con pietra proveniente dalle antiche cave di Pietretagliate . Gli archetti intrecciati che lo compongono creano un dinamico movimento che si dispiega lungo la raggiera di esili colonnine che conducono lo sguardo all'Agnus Dei, centro focale di un annuncio cristologico, prima ancora che chiave architettonica di un elemento ornamentale, ma anche simbolo dei Cavalieri del Tempio. Il Rosone è dominato dai simboli delle tre principali religioni monoteiste: le gelosie traforate sono tipicamente arabe, le stelle di Davide, ebraiche, e l'agnello, l' agnus dei , al centro, cristiano. Il tutto incastonato nel motivo a vesica piscis (semicerchi) e decorato con elementi fitoformi che richiamano il paradiso terrestre, simboli tipicamente cristiani. Il gioco dei semicerchi,alludendo al frutto della mandorla, e al seme in generale, diventa un chiaro simbolo di Vita e quindi un naturale attributo per Colui che è "Via Verità e Vita". L'intersezione di due cerchi rappresenta la comunicazione fra due mondi, due dimensioni diverse, ovvero il piano materiale e quello spirituale, l'umano e il divino. Gesù, il Verbo divino fattosi uomo, diventa il solo Mediatore fra le due realtà, il solo pontefice fra il terrestre e il celeste, e come tale viene rappresentato all'interno dell'intersezione. Dal centro si dipartono dodici colonne che dividono il rosone in parti uguali, le dodici ere astrologiche. Le ere astrologiche sono periodi di tempo che si susseguono nell'anno platonico a causa del moto di precessione degli equinozi . In pratica il rosone é un gigantesco calendario in cui ognuno dei dodici quadranti rappresenta una delle ere astrologiche. il numero 9 di un ipotetico orologio rappresenta il Leone (10000 a. c - ultima gliaciazione), il 10 il Cancro, il numero 11 i Gemelli, il 12 l'ariete, il numero 1 rappresenta il simbolo del Toro ed è il periodo di 4000 (a. C) ovvero delle costruzioni delle piramidi, il numero 2 l'Ariete, il numero 3 il Pesce (la nascita di Cristo), il numero 4 l'Acquario (l'attuale 2000 - epoca del settimo sigillo)Ma quali sono i messaggi nascosti in questo rosone? I Templari erano i più bravi alchimisti: cercavano la pietra filosofale con la trasformazione del piombo in oro per pervenire alla conoscenza dell'UNO-TUTTO. Secondo Schwarz, il rabbino Taitazak vuol dire che l'oro scelto della Cabbala corrisponde alla Sefira Bina (Comprensione, Intelligenza), e il mistero della purificazione dell'oro si basa sul mistero della natura divina. L'Athanor dell'alchimista, non è dunque altro che una rappresentazione fisica della Comprensione con cui ci si avvicina al mistero del divino. L'Athanor è nella testa dell'alchimista: l'alchimia è mentale. L'Alchimista si avvicina all'UNO-TUTTO grazie alla geometria sacra, in cui i numeri diventano i segni viventi di ciò che è stato creato, ma anche della sfera superiore a cui l'umanità tende. Se siamo capaci di leggere i numeri, scopriamo il significato della vita. E questo qui a fianco è un libro che bisogna leggere con la conoscenza della Cabala.

 

LA STATUA DELLA MADONNA DI TRAPANI NEL SANTUARIO DEI CARMELITANI E' DI NINO PISANO E RISALE AL QUATTROCENTO

di Teresa Mondino

Maria è l'immagine della madre, donna superiore ad ogni altra per grandezza morale che raccomanda con gesto materno i fedeli al Redentore. Nello sguardo dolce, nel sorriso tenero ogni credente vi scorge aiuto e accondiscendenza. L'arrivo a Trapani della statua è avvolto nella leggenda. Il Pugnatore, storico del '500, racconta che nel 1244 una nave, proveniente dalla Terrasanta diretta a Pisa, si fermò a Trapani per il cattivo tempo. La nave cercò di uscire diverse volte dal porto, ma ogni tentativo fu inutile, allora i marinai, attribuendone la colpa alla statua, la affidarono al console di Pisa con l'incarico di farla imbarcare a Palermo. La statua, posta su un carro tirato dai buoi, fu lasciata nella chiesa dell'Annunziata, perché i buoi si fermarono nei pressi e non vollero più proseguire. Lo studioso d'arte Vincenzo Scuderi nel 1949 attribuì l'opera a Nino Pisano, realizzata intorno al 1345, probabilmente per interessamento dei Pisani residenti a Trapani con rapporti molto attivi con il ceto marinaresco trapanese. La sua presenza a Trapani è documentata intorno al 1440. La statua in marmo, alta cm 160, monolitica dal peso di una tonnellata e mezzo, ha una raffinata composizione, propria degli avori francesi ed emana un senso di calma e di decoro. Secondo lo Scuderi, la mano di Nino Pisano si vede nella leggera inflessione della figura e nel volto atteggiato ad espressione di sognata dolcezza, nel profilo dei lineamenti e delle pieghe delle vesti, nelle iridi colorate e nel sorriso lezioso. Nino Pisano fa in modo che la figura salga dal basso verso l'alto al contrario dello schema piramidale in pieno contrasto con le leggi statiche. La statua appare slanciata nella parte che va dal ginocchio alla vita e pare come se la facesse fiorire verso l'alto come un giglio. Perciò il busto è lievemente amplificato, mentre il bambino è posto in modo da contribuire a questa ampiezza. Il braccio destro della Vergine, piegato dall'altro lato, armonizza ed equilibra la figura. Al di sopra del ginocchio il corpo si incurva verso sinistra per continuare senza interruzione nella direzione obliqua fin su al collo, dove poi la testa si svolge bruscamente in direzione contraria, come se la parte superiore della Madonna volesse far posto al bambino. Nino Pisa traduce nel marmo le opere contemporanee delle pitture senesi. Lo sguardo della Vergine riflette nel suo quello del bambino divino e poi lo rifrange con dolcezza verso i fedeli. La testa allungata, la flessione graziosa del collo, il fluire di tutta la massa plastica, così abbandonata mollemente, la sottile penetrante e insieme dolce espressività del volto di una donna, rischiarata, serena, partecipe ormai della divinità con la sua maternità e sorridente nella pienezza del bene, il lieve corrugare di ciglia in una luce folgorante, danno all'immagine il massimo realismo.Il modo meno eretto ma inclinato in lieve ed elegante torsione del bambino sulle braccia della Madonna accentua il rapporto di affetti e di espressione. Tra madre e figlio si inserisce un'analisi espressiva e quasi intimistica che ravviva l' immagine di una maggiore vitalità interiore. Fra madre e figlio vi è un legame che scavalca ogni modo di operare della bottega di Nino Pisano e si fa tenero rapporto umano, in un colloquio che è tutto insieme ritmo armonioso di linee di piani.La mano di Maria con il disegno del dorso largo e grassoccio appare in contrasto con le finezze e le trasparenze del resto. Questa mano è grande, immediatamente visibile come se l'artista l'avesse considerata per uno studio particolare e dà la sensazione di una massa in primo piano rispetto alla figura che rimane invece allontanata e più ideale. Nino Pisano è un gran maestro nell'utilizzo della policromia: nel colorire le sue statue marmoree dà una particolare finitezza. Con delicatezza di intagliatore d'avorio, attraverso il chiaroscuro delle carni nella figura, con l'aiuto del colore mette in armonia l'immagine della Madonna con la fastosa decorazione del tempo. La rigidità di alcune parti nel giro falcato delle pieghe sul fianco è compensata dalla saldezza della statua nella larghezza con cui si svolgono i piani, soprattutto nel retro. Si tratta di una delle più alte realizzazioni di Nino Pisano che a qualche durezza accoppia qualità ed effetti eccezionali.