Inviato a ILSECOLOXIX , L’OVADESE (Settimanale valli Orba e Stura). L’Ancora (Settimanale Diocesi Acqui Terme) il 14 Gennaio 2003

La lettera è stata pubblicata su IL SECOLO XIX del 15-1-2003 come lettera del giorno (con la parte in grassetto tagliata..!) e con la seguente risposta-considerazione di Luisa Forti : "Le cifre parlano chiaro e danno ragione al nostro lettore. Che solleva un problema vitale per la nostra economia ed il futuro dei giovani.E,come molti pensionati sanno,le promesse non mantenute sono una costante della storia previdenziale della repubblica."

Ancora vergognosi tagli e discriminazioni sulle pensioni

Dopo i pesantissimi tagli al sistema pensionistico portati avanti dai Governi Amato (1992),Dini (1995) e Prodi (1997) anche il governo Berlusconi prosegue in questo senso.

Sono previste agevolazioni per i lavoratori che continuano a prestare servizio dopo aver raggiunto la soglia per la pensione di anzianità agendo sia sulla decontribuzione previdenziale che fiscale portando così uno stipendio più alto; questa azione potrebbe anche passare ma è in contraddizione con quanto contenuto nella Finanziaria in cui è prevista la piena cumulabilità fra pensione di anzianità e stipendio con almeno 57 anni di età e 37 di contributi (58 anni per i lavoratori autonomi), addirittura pagando una cifra è possibile il cumulo anche con limiti di età e contributi inferiori.

La finanziaria prevede pure che chi in passato ha violato la legge cumulando pensione e stipendio, può con un condono (un altro! ) sanare la sua posizione.

Tali provvedimenti non toccano- al momento- le pensioni di anzianità ( peraltro già toccate ed anche in modo discriminatorio dai precedenti governi) ,ma per me sono un brutto segnale premonitore. Io credo comunque che questi provvedimenti siano discriminatori perché solo alcuni lavoratori hanno la possibilità di trovare lavoro dopo la pensione o di continuare a lavorare con stipendio più alto specie in aziende con problemi di esuberi con CIG e mobilità; è possibile anche che alcune aziende rinuncino così ad assumere giovani.

Io ho sempre sostenuto (e ho lottato per questo) il diritto alla pensione di anzianità con 35 anni di contributi per tutti senza limite di età anagrafica. Faccio notare che la pensione di anzianità è (in condizioni normali) un diritto e non un obbligo: l’uscita dal lavoro dopo 35 anni di contributi non è affatto un regalo e considerando che a volte "il tempo vale più del denaro "una persona relativamente giovane può avere più tempo per la famiglia, per gli hobby ed anche per qualche briciola di impegno civile e sociale. Purtroppo i risultati delle grandiose mobilitazioni dell’autunno 1994 hanno dato scarsi risultati ;a mio parere per colpa anche dei sindacati (CGIL compresa!) e pure della maggioranza dei lavoratori che hanno approvato con 2 referendum la riforma Dini nel Maggio 1995 e la riforma ( della riforma! ) Prodi nel Novembre 1997.

Durante le lotte del 1994 si parlava di salvaguardare almeno la "quota 90" ovvero poter uscire con 35 anni di contributi e 55 di età: ciò non avvenuto, almeno per tutti. Infatti oggi siamo a "quota 92" (35+57).Per i giovani poi il complicatissimo calcolo con il sistema contributivo porta mediamente ad un taglio del 20-30% della pensione rispetto al sistema retributivo che prevede mediamente un mensile pari al 2% dello stipendio per ogni anno di contributi (…a meno che non si esca con più di 63 anni di età !). Anche la così detta "seconda gamba" ovvero i fondi pensione(peraltro con iscrizione volontaria) non hanno mantenuto le promesse perché oggi le aziende metalmeccaniche, dove è in vigore il "fondo COMETA" ,versano per questo solo 1,2% dello stipendio (anziché il 2% di cui si parlava nel 1994)

Oggi a differenza del 1994 oltre al problema delle pensioni vi è quello dell’occupazione ,l’attacco allo statuto dei lavoratori, ci sono problemi internazionali….

Ma occorre continuare a lottare anche per le pensioni.

Giovanni Sanguineti Via Nuova Costa 31 15076 OVADA (AL)