secunda-feira 1 de novembro de 2004
lunedì 1 novembre 2004 |
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1° de novembro
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Cari amici, poche righe di saluto nel giorno in cui la Chiesa ci invita a celebrare la festa di Tutti i Santi. Inutile ripetere che il periodo di secca sta continuando, per fortuna ancora l’acqua per bere e per il bestiame non manca, ma senza acqua non cresce niente, si vede solo polvere... Nel mese di ottobre, in una piccola equipe, abbiamo visitato gli ipiraensi che vivono in San Paolo. Come ben sapete, un sogno e un’esigenza, spinge moltissini nordestini a lasciare la propria terra per cercare lavoro (qui la migrazione è da nord a sud). Si pensa che solo del nostro municipio di Ipirá circa 20.000 persone siano fuori per lavoro, la maggior parte nello stato di San Paolo. In circa dieci giorni abbiamo visitato alcune città dell’interno di San Paolo, la capitale e alcune città sul litorale dove sono concentrati il maggior numero di ipiraensi. Dicono che San Paolo sia stata costruita dai baiani, ed è vero, quante persone del nordest vivono da quelle parti. Lavori umili, come chi taglia la canna da zucchero o chi lavora in semplici servizi nelle grandi industrie. Molti vanno solo per la stagione di raccolta della canna, da aprile a dicembre e poi rientrano. In molti volti la sofferenza, la nostalgia per il luogo dove sono nati, ma dicono: “Non abbiamo altra scelta, manca il lavoro, c’è la secca”. Il sacrificio di questi immigrati è enorme e non manca lo l’aspetto dello “sfruttamento” da parte dei grandi... insomma San Paolo non rappresenta il “sogno” della vita. Chi vive là da molti anni è riuscito a farsi una semplice casetta di mattoni, ma chi arriva se non ha un parente o un amico, si ritrova a vivere sotto i ponti o in baracche. Per non dire delle condizioni igieniche di certi quartieri, fogne a cielo aperto, ecc. Il lavoro nella grande San Paolo esige veramente sacrifici enormi, sveglia al mattino presto, alcuni autobus, il lavoro e il ritorno a casa a sera tardi. Come sappiamo è la realtà della grande città, in ogni parte del mondo e chi è nato nelle campagne difficilmente si adegua. Che sacrifici... È stata un’esperienza interessante che non posso raccontare per filo e per segno. Tutte queste sono cose che ho appena detto, non sono novità, le sappiamo e conosciamo, ma quando ci si mette il becco e si sentono raccontare certe storie... è un’altra cosa. 5000 km in macchina (sempre guidando), non sono poca cosa, ma ne è valso la pena. Come sempre vi posso dire che sto bene, il lavoro non manca e il caldo pure… Preghiamo il buon Dio che ci mandi un po’ d’acqua. I metereologi dicono che saranno anni di secca (2005-2011), dove cioè pioverà pochissimo, speriamo che si sbaglino. La gente di qua dice: “Só Deus sabe”. Um grande abraço a todos
Pe. Marco |
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