ROSARIUM VIRGINIS
MARIAE
di Giovanni Paolo II
sul Santo Rosario
Il Rosario
della Vergine Maria è preghiera amata da numerosi Santi e incoraggiata
dal Magistero. Nella sua semplicità e profondità, rimane, anche in
questo terzo Millennio appena iniziato, una preghiera di grande
significato, destinata a portare frutti di santità. li Rosario, infatti,
pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore
cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la
profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi
un compendio. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne
Magnificat per l’opera dell’Incarnazione redentrice iniziata nel
suo grembo verginale. Con esso il popolo cristiano si mette alla
scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contempla
zione della
bellezza del volto di Cristo e all’esperienza della profondità del suo
amore. Mediante il Rosario il credente attinge abbondanza di grazia,
quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore.
Recitare il Rosario, infatti, non è altro che
contemplare con Maria il
volto di Cristo.
Maria vive con gli occhi su Cristo e fa tesoro
di ogni sua parola: «Serbava tutte queste cose meditandole nel suo
cuore» (Lc 2, 19; 2,
51). Maria ripropone continuamente ai credenti
i “misteri” del suo
Figlio, col desiderio che siano contemplati,
affinché possano sprigionare tutta la loro forza salvifica. Quando
recita il Rosario, la comunità cristiana si sintonizza col ricordo e con
lo sguardo di Maria: Ricorda Cristo con Maria,
impara Cristo da Maria, si
conforma a Cristo con Maria, supplica Cristo
con Maria, annuncia Cristo con
Maria.
Dei tanti misteri della vita di Cristo, il
Rosario, così come si
è consolidato nella pratica più comune awalorata dall’autorità
ecclesiale, ne addita solo alcuni. Tale selezione è stata imposta
dall’ordito originario di questa preghiera, che si venne organizzando
sul numero 150 corrispondente a quello dei Salmi. Ritengo tuttavia che,
per potenziare lo spessore cristologico del Rosario, sia opportuna
un’integrazione che, pur lasciata alla libera valorizzazione dei singoli
e delle comunità, gli consenta di abbracciare anche
i misteri
della vita pubblica di Cristo tra il Battesimo e la Passione.
Affinché il
Rosario possa dirsi in modo più pieno “compendio del Vangelo”, è perciò
conveniente che, dopo aver ricordato l’incarnazione e la vita nascosta
di Cristo
(misteri della gioia),
e prima di
soffermarsi sulle sofferenze della passione
(misteri
del
dolore), e sul trionfo della
risurrezione
(misteri della gloria),
la meditazione
si porti anche su alcuni momenti particolarmente significativi della
vita pubblica (misteri
della luce).
Il Rosario si
pone a servizio di questo ideale, offrendo il “segreto” per aprirsi più
facilmente a una conoscenza profonda e coinvolgente di Cristo. Potremmo
dirlo
la
via di
Maria. E la via
dell’esempio della Vergine di Nazareth, donna di fede, di silenzio e di
ascolto. E insieme la via di una devozione mariana animata dalla
consapevolezza dell’inscindibile rapporto che lega Cristo alla sua Madre
Santissima: i
misteri di
Cristo sono anche, in certo senso,
i
misteri della Madre,
persino quando non vi è
direttamente coinvolta, per il fatto stesso che Ella vive di Lui e per
Lui.
Seguendo il cammino di Cristo, nel quale il cammino dell’uomo è
«ricapitolato», svelato e redento, il credente si pone davanti
all’immagine dell’uomo vero. Contemplando la sua nascita impara la
sacraiità della vita, guardando alla casa di Nazareth apprende la verità
originaria sulla famiglia secondo il disegno di Dio, ascoltando il
Maestro nei misteri della vita pubblica attinge la luce per entrare nel
Regno di Dio e, seguendolo sulla via del Calvario, impara il senso del
dolore salvifico. Infine, contemplando Cristo e sua Madre nella gloria,
vede il traguardo a cui ciascuno di noi è chiamato, se si lascia sanare
e trasfigurare dallo Spirito Santo. Si può dire così che ciascun mistero
del Rosario, ben meditato, getta luce sul mistero dell’uomo.
Carissimi fratelli e sorelle! Una preghiera così facile, e al tempo
stesso così ricca, merita dawero di essere riscoperta dalla comunità
cristiana.
Guardo a voi tutti, fratelli e sorelle di ogni condizione, a voi,
famiglie cristiane, a voi, ammalati e anziani, a voi giovani:
riprendete con fiducia tra le mani la corona
del Rosario. riscoprendola alla luce della Scrittura, in
armonia con la Liturgia, nel contesto della vita quotidiana. «O Rosario
benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore
che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti dell’inferno,
porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci
sarai conforto nell’ora dell’agonia. A te l’ultimo bacio della vita che
si spegne. E l’ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo
soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio
dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti. Sii ovunque benedetta,
oggi e sempre, in terra e in cielo».
Dal Vaticano, il 16
ottobre dell’anno 2002, inizio del uenticinquesimo di Pontificato.
|