Animi
santi, animi santi,
io sugnu unu e vuiautri síti
tanti:
mentri sugnu 'ntra stu munnu di
guai
cosi di morti mittitimìnni assai.
Si è
soliti donare dolci antropomorfi come i
pupi ri zuccaru (bambole di
zucchero),
bambole che si
ispiravano generalmente ai paladini di
Francia fatte interamente di zucchero e
completamente dipinte a mano,
le ossa ri
mortu, dolci generalmente a forma
di tibie umane, e dolci di tradizione
popolare come i frutti di martorana.
In Sicilia è
usanza mangiare
fave
durante questi giorni di festa. Si
consumano le
favi a cunigghiu
(fave a coniglio), dette in alcuni parti
anche
favi’n quasuni;
esse sono cucinate secondo il rito
romano della Lemuria, in cui, a parte
che mangiate, le fave nere, nel cui
seme, secondo leggenda, si trovavano le
lacrime dei trapassati, venivano
lanciate a terra dal padre di famiglia
per allontanare le anime dei defunti; De
Gubernatis narra di questo rito funebre
in Storia Popolare.
L’uso delle fave si faceva anche a
Palermo al XVIII sec., che però
prediligeva e predilige tuttora
muffulette schiette omaritate,
pane
morbido e tondo ripieno, e
murtidda nivura e
bianca
(mirto nero e bianco). In alcune parti
della Sicilia, si è soliti accompagnare
le fave alle
armuzzi, pane antropomorfo
raffigurante fino al tronco le anime del
purgatorio con le mani incrociate sul
petto.
L’usanza
di cibarsi di pietanze a forma di uomo,
o a parti di esso, risale anch’essa ai
tempi dei romani, che a loro volta, si
cibavano delle maniae, pani
fatti a somiglianza del dio del bosco,
come rito di propiziazione per la
divinità.
È di
notevole importanza fare
u cannistru (il canestro), cioè
un cesto abbastanza grande, pieno di
scaccio (frutta secca), dolci di
martorana, biscotti di cioccolata e
pane.
Si usa in questo
giorno di commemorazione, a Palermo,
recarsi al cimitero per fare visita ai
parenti defunti e andare a visitare le
Catacombe dei Cappuccini, cimitero
sotterraneo risalente al XVI secolo.
Molte
volte
si dice che
l’americana festa di Halloween, stia
prendendo il posto delle nostre italiane
feste
di Ognissanti e
dei Morti, ma io penso che comunque, per
quanto Halloween sia festeggiata ed
apprezzata dalla popolazione giovane per
il suo celeberrimo bussare alle porte
del vicinato per chiedere dolciumi
(dolcetto o scherzetto?), sia
impossibile sradicare dalla nostra
cultura questi così particolari riti che
rispecchiano le nostre discendenze.
Adesso indico le ricette di alcuni piatti serviti in Sicilia, nella fattispecie, durante questo giorno di festa.
Muffulette maritate
La muffuletta è un tipo di pane
particolare, e va mangiato di primo
mattino come colazione, il giorno del 2
novembre. Esiste anche la muffuletta
schietta, cioè senza ricotta.
Ingredienti:
1 muffuletta appena sfornata
3-4 acciughe sott’olio
80 gr di ricotta
olio sale e pepe q.b.
Condite la muffuletta con la ricotta,
poi aggiungete le acciughe fatte a
pezzettini, olio, sale e pepe.
Favi a
cunigghiu
Si mangiano con le mani, in modo che,
con una leggera pressione del pollice e
dell’indice, possa fuoriuscire dalla
buccia la fava vera e propria.
Ingredienti:
350 gr di fave secche con tutta la
buccia
1 testa di aglio
sale, olio, pepe, origano q.b.
Tenete le fave in ammollo tutta una
notte. Poi, bollitele a fuoco basso in
acqua salata con la testa di aglio
intera, per circa 2 ore, e fin quando
non vedrete che l’acqua, con la cottura
delle fave, si sia trasformata in una
salsetta densa. A fine cottura, togliete
la testa di aglio e condite con olio,
pepe e abbondante origano.
Frutta
di martorana
Venne preparata per la prima volta dalle
suore del convento annesso alla Chiesa
della Martorana di Palermo nel XII
secolo. Attualmente è usanza, in
Sicilia, regalare dei cesti contenenti
questi frutti deliziosi, che possono
essere acquistati già confezionati nei
vari bar.
Lo stampo per la frutta, che oggi è
coadiuvata ad altre forme, tipo triglie,
pani ca meusa (panini con la
milza), verdura, ecc., è generalmente di
gesso smaltato e tutt’oggi venduto nei
negozietti dietro la Cattedrale di
Palermo, ma vanno anche bene gli stampi
di plastica, preventivamente cosparsi di
amido per evitare che l’impasto si
attacchi.
Stampi per la martorana
Ingredienti:
500 gr di zucchero a velo
500 gr. di farina di mandorle
(acquistabile anche nei supermercati)
2 cucchiai di acqua
1 cucchiaio di glucosio
1 fialetta di aroma di mandorle
Stampi
a forma di frutta
Colori vegetali a scelta
Lucidante alimentare
Impastate il tutto con l’impastatrice o
con il frullatore o anche con le mani,
fin quando il composto non diventa
omogeneo e sodo. Mettete il composto
nelle formine, estraetelo e lasciate
asciugare per un paio di giorni. Quando
sarà asciutto, potete colorarlo con i
colori vegetali che avete scelto.
Lasciate asciugare il colore per 1
giorno e spennellate i vostri fruttini
con il lucidante alimentare.
Pupi ri
zuccaro
Sono espressione della cultura francese
e ripropongono i personaggi della
Chanson de Roland, come Orlando,
Angelica, Rinaldo, ecc. Vengono chiamati
anche pupi a cena o
pupaccena, per una leggenda che
narra di un nobile arabo caduto in
miseria, che li offrì ai suoi ospiti per
sopperire alla mancanza di cibo
prelibato.
Ingredienti:
Zucchero
Colori vegetali
Stampi
Fate sciogliere lo zucchero in un
pentolino a fuoco basso, stando attente
a non farlo diventare di colore bruno.
Versare lo zucchero nelle forme che
avete scelto e fatelo cristallizzare.
Colorate con i colori vegetali.
IL 2 NOVEMBRE IN SICILIA