Vita di Renato Guttuso            

(BAGHERIA, PALERMO 1912, ROMA 1987)

Allen Ginsberg considera l'uomo contemporaneo protagonista della "solitudine pubblica"; al contrario Guttuso è per la moltitudine privata.

Nei luoghi in cui Renato lavora e vive, Roma, Velate e Palermo, egli è sempre circondato da amici che ha ritratto, disegnato e dipinto. Un esempio per tutti è "Picasso" (1973 circa)  in cui Guttuso ritrae il suo amico Pablo a tavola con i suoi eroi, alcuni veri, alcuni inventati.

Per i suoi amici e per tutto ciò che gli sta a cuore egli si consuma.

A proposito di una festa organizzata a Reggio Emilia dal partito comunista, Guttuso dice: "Mi sono stancato, ma mi fa bene. Io sono uno che ha bisogno di essere consumato".

E del suo consumarsi non è solo la mondanità ad essere la causa, ma anche il desiderio di non essere assente dalla cronaca, che è per Guttuso più quotidiana di un pensiero e di un atto d'amore.

Guttuso è pittore politico e di passione per l'ideale amoroso: ciò che lo tiene in piedi è, oltre alla pittura, alla letteratura, alla poesia, alla politica, all'amore e al cibo, soprattutto il suo mestiere, la passione per il suo lavoro, che egli considera come la più energica forma d'amore che sia mai stata creata per un artista.

Per quanto lo riguarda, egli lavora con calma, lasciando in sospeso le parti del disegno che presentano difficoltà, spostandosi così su un altro punto del foglio, riempiendolo dei segni costituenti il nuovo percorso. Per tornare, poi, là dove si era fermato, al lavoro lasciato in sospeso. Quella parte che gli aveva creato problemi sarà sistemata con l'aggiunta di un colore.

Ma Guttuso pensa anche che se una figura umana, una donna, ad esempio, è venuta bene, non è necessario darle occhi, naso, bocca; bastano i capelli, il movimento delle braccia a definire il volto così ben riuscito!

Guttuso è anche pittore agricolo: egli ama dipingere più l'agricoltura coi suoi paesaggi e i suoi prodotti, che le persone. Se inizia a disegnare delle persone non si ferma ad una sola, ma dipinge un popolo intero. Non per amore del suo comunismo ma perché egli è eccessivo. Non gli basta una cosa sola, la quantità lo interessa di più!


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