Your e-mail (Tue,
5 Mar 2002 16:52:20 +0100):
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>avrei un paio di
domande da porgerle a proposito
>dell'intervista
etnolinguistica.Vorrei sapere se l'intervista e' un
>lavoro che va eseguito
necessariamente in gruppi composti da 5,6
>persone o se invece
potremmo effettuarla anche in coppia ;
spiace ma solo in gruppi di 5-7 persone. vedi sotto.
>in secondo
>luogo vorrei sapere
se il lavoro di trascrizione da effettuare
>successivamente
su tale intevista e' opera di gruppo o se invece ogni
>membro del gruppo
dovra' svolgere il lavoro singolarmente.
oguno fa una trascrizione
sua?? No, no, no: voglio una trascrizione di gruppo. una!
ma attuate, spero,
una divisione di compiti all'interno di un gruppo ("teamwork"). vedi
sotto.
ciao
p
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1.
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Your e-mail (Tue,
05 Mar 2002 11:03:08 +0000):
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>Vorrei precisare
il lavoro da fare riguardante l'intervista,
perciò Le
>faccio un paio
di domande.
Vorrei sapere se
ci sarà un'altra lezione,
>anche se una sola,
per spiegare in modo esplicito che forma
deve avere
>questa intervista,
oppurese bastano le fotocopie lasciate da
Lei nella
>copisteria.
niente lezione, devono bastare le fotocopie e la spiegazione sulla pagina web del corso
>Capisco che questo
compito deve essere fatto dal gruppo, non
>da una persona
singola. In caso di non ritrovare il mio gruppo,
posso
>cambiarlo o eventualmente
cercare di farla da sola?
da sola, no.
vedi la pagina gruppi per gruppi a cui mancano
membri
(massimo 7 componenti)
poi telefonare al capogruppo
>Inoltre vorrei sapere quando si deve consegnarla e dove?
vedi la pagina web
ciao
p
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2.
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Your e-mail (Mon,
04 Mar 2002 20:01:20 +0000):
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>salve volevo domandarle
se si poteva fare un video
dell'intervista
>usandolo come supporto
alla parte scritta? aspettiamo la sua
risposta al
>più presto
per poter proseguire il nostro progetto..
belliiii s s s s s i i i i i m m m m o o o o !!!
p
(ho risposto?)
------
3.
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Your e-mail (Tue,
26 Feb 2002 04:41:14 -0800 (PST)):
___________________________________________________
>volevo sapere se
per l'intervista posso prendere in
considerazione una
>collega di lavoro
di mio padre: lei è nata in SOUTH AFRICA
e ha vissuto
>lì per qualche
anno. Inoltre ha vissuto anche per un pò in
Inghilterra.
ciao federica,
qui tocchi il tasto
dolente della definizione di "madrelingua":
la
persona è
di madrelingua inglese perché parla inglese
dall'infanzia? Si,
ma per TUTTA l'infanzia.
Fino a quanti anni? Boh, i
psicolinguisti
hanno pareri discordi:
tra 8 anni e 18 anni per lo più.
Se l'amica non ha
parlato l'inglese a casa ma l'ha sentita solo
per
strada e poi ha
lasicato il sud africa a 5 anni di età, non ha
sicuramente interiorizzato
la lingua e cultura di una comunità di
lingua
inglese.
Quindi devi essere più precisa nella domanda.
ciao
p
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4.
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cara carla
your e-mail (wed,
20 Feb 2002 09:08:13 +0100):
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>Queste sono le
mie domande: 1) Il lavoro dovra essere
consegnato
>entro, e non oltre,
il 30 di Marzo?
macché 30
di marzo!?!?! entro il giorno 27 marzo!! il 27
è l'ultima
giorno di apertura
della facoltà! non potresti consegnare nulla
il 28 o
29 o 30 perché
l'edificio è chiuso (riapre il 2.4.02, che
è già
troppo
tardi. voglio
poter leggere i vostri lavori durante le vacanze
perché
non avrò
tempo dopo).
le consegne si fanno
nel mio ufficio, dalle 13 alle 14. e non
aspettate
l'ora 13.59 del
27 marzo!!
>2) Le persone
che dobbiamo intervistare devono essere che
non siano di
>madrelingua inglese?
le persone devono
essere di madrelingua inglese e più parlano
un inglese
"diverso", meglio
è. per "diverso" intendo NON la grammatica
che avete
studiato a scuola
e NON la pronuncia BBC che avete stentito
nel
bollettino meterologico
che avete ascoltato per l'esonero.
>3) Gli Americani andrebbero bene?
quindi un americano
va bene, un jamaicano o un pakistano
ancora meglio,
ma non disdegnate
gli inglesi perché la maggior parte di loro
hanno
accenti "non RP"
pure. se trovate un inglese (in un pub a
roma) che
viene dal nord o
dall'ovest o dai quartieri popolari di londra,
avrà
probabilmente un
modo di parlare molto marcato. vi ricordate
la famiglia
sentita nel corso,
la madre e genero di reading (città che sta
vicino a
londra) con il loro
accento (per voi) poco comprensibile? beh,
persone
così sarebbero
ottime.
ma qui incontrate
il vostro primo problema da etnografi: come
far parlare
la persona con naturalezza?
appena il vostro soggetto vede un
microfono
o comuque appena
si accorge che voi parlate a stento l'inglese,
egli si
sforzerà
a "parlare bene". immaginate la mia difficoltà se io
volessi
capire come i giovani
parlano tra di loro a roma. badate bene:
non mi
riferisco al romanaccio
dei personaggi grezzi di carlo verdone,
mi
riferisco semplicemente
a fenomeni come l'uso di pronunce
troncate ("lui
s'chiama"), di forme
sintattiche di rinforzo ("che sai l'ora?"), di
idiomi ("mi piace
'na ciffra") che voi usate tutti quanti tra di
voi. se
io mi avvicino a
voi con un registratore o semplicemente se voi
sentite
che da straniero
parlo un italiano scolastico, anche voi
tenderete a
cambiare registro
e a "parlare bene" e non sentirò mai come
parlate
familiarmente.
anzi, molti di voi NEGHERETE di usare le
forme familiari
che ho appena menzionate,
dicendo che si tratta di "dialetto".
(eppure
sono forme che si
sentono dappertutto in italia, compreso
firenze, quindi
non può essere
un dialetto che è sempre di una sola regione).
e così farà
il vostro soggetto: negherà di parlare come in
realtà parla
(quando sta tra
amici) dicendo che l'inglese che avete sentito
nella
registrazione dei
parlanti di reading era solo "dialetto". (invece
era
inglese d.o.c..)
poi c'è un secondo problema ancora più grosso.
dovete scoprire,
da veri etnografi, i valori della persona
intervistata
per poter associare
con un particolare modo di esprimersi un
particolare
modo di essere.
non sto parlando di valori personali (se la
persona è
coraggiosa o timida,
onesta o disonesta, ecc.) ma di valori
culturali,
cioè i valori
che la persona condivide con la sua comunità -- se
rispetta
le gerarchie o tende
a trattare tutti in modo familiare, se
dà importanza
al passato e alla
storia o se conta di più il futuro e la fantasia,
ecc.
mi spiego meglio.
chiamo "valore psicologico"
essere coraggioso o timido, onesto
o
disonesto perché
non esistono nazioni intere di timidi o di
onesti e
nemmeno nazioni
intere di coraggiosi o di disonesti. quindi
questi
valori sono attributi
di singole persone che puoi incontrare in
TUTTE le
comunità.
chiamo "valore culturale"
rispettare le gerarchie o trattare tutti
in
modo familiare perché
in italia e ancora di più nel giappone
quasi tutti
tendono a rispettare
le gerarchie (chi non lo fa viene visto come
trasgressore o comunque
"alternativo", non come persona
particolarmente
in gamba o "come
si deve"). Invece, in germania e ancora di
più in
olanda o svezia
quasi tutti tendono a trattare chiunque in modo
familiare
(se andate al negozio
svedese ikea a roma, sentite che le
comesse -- che
pure sono italianissime
-- sono state istruite a dare subito del
tu a
TUTTI).
chiaro?
come superare queste
difficoltà? non ho risposte da dare
perché sono
problemi che da
sempre si pongono gli etnografi (quelli che
vanno a
registrare le pratiche
quotidiane dei popoli molto diversi da
noi) e gli
etnolinguisti (quelli
che vanno a registrare il linguaggio di
comunità
di
parlanti "non standard").
in bocca al lupo.
>Grazie per la disponibilità.
prego
p
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5.
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Your e-mail (Wed,
23 Jan 2002 19:17:27 +0100):
___________________________________________________
> Gentile
professore, ho appena consultato il suo sito e non
ho
>compreso la parte
riguardante i lavori di gruppo. Io faccio
parte del
>curriculum di Lingua
e Linguistica.
in 2 parole, ti devi
mettere in un gruppo che va a intervistare un
americano o un giamaicano
o qualcuno di lingua inglese, che
trascrive la
parte + interessante
del colloquio, e che fa vedere come il
modo
particolare di parlare
di quel parlante rispecchia un modo
particolare di
vedere le cose.
dove trovare il parlante?
come fare la trascrizione?
dove trovare un testo
che spiega come interpretare
culturalmente un
discorso?
trovi tutto sul mio sito web.
se non lo trovi,
vieni a ricevimento, ti faccio vedere sul mio
computer,
così non
avrai difficoltà a trovarlo sul tuo.
ciao
p
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6.
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Your e-mail (Mon,
10 Dec 2001 16:58:20 +0100):
>Spero di farcela
a fare
>l'esonero....sono
uno studente lavoratore e sono piuttosto
indietro.
Non ti preoccupare,
la cosa peggiore che ti possa capitare
è che debba
portare l'intero
libro di Byram & Fleming all'esame,
anziché una
parte
soltanto.
Quindi se non ce la fai addessom, risparimi il tempo
che poi
utilizzerai nel
mese di maggio per leggere e capire il volume.
anzi,
forse è meno
faticoso tutto sommato (seppure meno utile)
preparare il
libro piuttosto
che imparare la trascrizione e a fare interviste.
ciao
p