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.: Intervista a PATRIZIO SQUEGLIA :.

Maggio 2008 - intervista di Andrea Buongiorno - sito: www.yoursmile.it

Patrizio SquegliaBUONG: Ciao Patrizio, innanzitutto ti ringrazio per la disponibilità data per questa intervista. I copertinisti, salvo rari casi, non hanno molta visibilità mediatica e quindi vorrei chiederti di presentarti brevemente, citando magari la tua formazione e come è avvenuto il tuo incontro con il mondo della musica.

SQUEGLIA: Cominciamo col dire che sono un uomo napoletano che vive a Milano, giusto per parafrasare una splendida song di mister pungiglione. Ho studiato al liceo Aristico, per seguire con Scenografia all’Accademia delle Belle Arti della città partenopea, quindi niente studi di grafica specifica e niente master di specializzazioni a seguito. Mi ritrovo a fare questo mestiere solo perchè ossessionato dalla musica fin  da piccolo, nulla di più. I miei genitori non sono musicisti, i mie fratelli neanche e nessuno mai in famiglia ha strimpellato un mandolino, eppure io sono uscito fuori con questa fissa a tal punto che quando ero alle lezioni di “Ornato” al liceo spesso proponevo di creare copertine di dischi piuttosto che manifesti per ipotetici tour delle band più famose... un mistero che tutt’ora non mi spiego, ma figo però. L’incontro con l’industria discografica fu un vero caso ed in “tenera età”, penso tra i 18 e 19 anni. Tutto nacque dalla richiesta di un mio carissimo amico che mi chiese di occuparmi della copertina del suo esordio su vinile, anche perchè nel nostro giro ero l’unico che sapeva tenere in mano una matita... Da quel giorno ho imparato tutto da solo: tecnica, misure, formati, produzione, stampa, trucchi, ogni cosa. A volte fingevo di sapere, pur di riuscire a fare qualche lavoro e farmi un po di spazio nella mischia. Anche se avevo già fatto qualche copertina direi che il vero primo lavoro ad hoc mi capitò nel 1989 quando fui assunto dall’etichetta indipendente Flying Records per la quale realizzai tutto da zero, dall’immagine coordinata della stessa azienda alla creatività per tutti gli artisti, tra questi: Articolo 31, 99 Posse, Blast, all’epoca un poco conosciuto Moby e tanti altri ancora. Sempre per la Flying realizzai il logo UMM e tutto quello che ne seguì, abbigliamento compreso. Credo ancora oggi l’etichetta underground italiana di quegli anni più famosa nel mondo. A grandi linee direi che ho cominciato così.

BUONG: In questi giorni è nei negozi di dischi “Piccola faccia” il nuovo lavoro di Cristina Donà che porta la tua firma per ciò che ne concerne la grafica. Con la cantautrice tu avevi già collaborato per  “La quinta stagione” ma per questo nuovo album è stato notevole l’apporto di Cristina che ha firmato i tanti disegni presenti nel booklet. Come è nata e come è stata sviluppata l’idea grafica di “Piccola faccia”? E come è stato collaborare graficamente con Cristina? 

SQUEGLIA: Lavorare con Cristina Donà è sempre molto piacevole per un semplice motivo, il suo carattere, il suo modo di esprimersi, di contestare, di apprezzare sono esattamente come la sua musica, leggera ma sottilmente tosta nella comunicazione verbale. Abbiamo parlato un bel po su questo nuovo progetto, lei lo descrisse con cura, mi anticipò delle tracce per farmi entrare nel modo giusto e poi mi spiegò che aveva quest’idea dei disegni, una sua vecchia passione che stava riscoprendo. Quindi il concept di copertina appartiene a lei, io l’ho enfatizzato usando gli sfondi di carta bagnata sui quali si stendono i suoi disegni, i font con effetto china che lo rendono meno digital. Questi accorgimenti hanno dato calore alle opere di Cristina, cercando in qualche modo di smorzare la freddezza di un booklet CD. Certo, sarebbe stato bello se avessimo potuto optare per una carta martella o acquerello, ma il mercato discografico in questo momento non può permettersi spese extra e quindi bisogna sapersi accontentare. La scelta di quale faccia usare sul front cover direi che non è stata una passeggiata, ci sono voluti circa una ventina di test prima di arrivare alla soluzione che vedi, ma alla fine ce l’abbiamo fatta... sperando che sia gradita ovviamente. 

BUONG: Quali sono i programmi informatici che usi per i tuoi lavori creativi? Usi solitamente per i tuoi lavori delle fonti di ispirazione come riviste, modellini, film, ecc…?

SQUEGLIA: Inutile dire che il mio è un ambiente Mac, i programmi che uso sono i soliti, Photoshop in primis, Xpress, Illustrator, Freehand, fino all’avvento delle ultime versioni del system  X usavo spesso Ultimate Knockout per lo scontorno di precisione, un programma/plug in per photoshop veramente eccellente, purtroppo dopo un po di anni non c’è stato nessun aggiornamento per cui  è morto del tutto. Il mio punto di riferimento da sempre è lo stile inglese, sono sempre stato attratto dai toni terra, dal mood melanconico, dall’immagine vagamente psychedelica, forse anche condizionato dal mio gusto musicale sempre UK oriented. Non amo molto lavorare con l’utilizzo forte del colore ma lo apprezzo se fatto da altri con maestria. In virtù di questo mio modo di vedere le cose direi che mi sveno, nel vero senso della parola, mensilmente nelle grandi edicole milanesi a caccia di magazine sia di musica, fotografia e moda a carattere internazionale, ne cito qualcuno: MOJO (per la musica), NUKE e GRAFIK (per fotografia e grafica), WONDERLAND (per la moda).

BUONG: La storia musicale deve anche ai copertinisti l’affermarsi di artisti e movimenti, che attraverso copertine, locandine e loghi hanno potuto promuoversi e resistere nel tempo. C’è un copertinista di cui apprezzi maggiormente l’opera?

SQUEGLIA: Posso citarne due? Il primo è Oliver Vaughan, io lo chiamo il Maestro, colui che ha segnato in maniera indelebile tutta l’immagine della mitica 4AD e consociate. Ha firmato progetti come Cocteau Twins, Lush, Pixies e tanti altri ancora. Un mix di fotografia intensa, scansioni 3D e font insoliti e retro, non direi perfetto, di più. Un’opera di Oliver la si riconosce tra mille, ha uno stile ed un gusto senza eguali, per me veramente il top.  Il secondo artista è Mark Farrow, poliedrico creativo che spazia dalla musica alla pubblicità per arredo con molta disinvoltura ma con uno stile minimal geniale. Una sua copertina per tutte: Suburbia dei Pet Shop Boys. Per loro Mark ha seguito dalla A alla Z compreso le recenti pubblicazioni. Direi che a prescindere se il duo possa piacere oppure no musicalmente c’è da ammettere che il gusto artistico definito da Mark per le loro copertine è assolutamente indiscutibile.

BUONG: Restando in tema musicale, Patrizio Squeglia è un ascoltatore assiduo di musica? Quali sono i generi o i musicisti che più gradisci? Usi l’accompagnamento della musica mentre lavori?

SQUEGLIA: Patrizio Squeglia è anche un DJ, ebbene si... non sono certo noto come Claudio Coccoluto (caro amico), anzi,  ma qualche soddisfazione me la sono presa anche io per quanto riguarda quest’attività. Cominciai a mettere la musica molto giovane per gioco nel 1980 in un piccolo club punk a Napoli e un po alla volta sono arrivato a suonare anche al mitico Warsow di Miami. La musica, come ti dicevo all’inzio, mi ha un po intrippato fin da piccolo, forse perchè sono stato molto influenzato da alcuni cugini molto più grandi di me che vedevo spesso. Difatti la mia adolescenza musicale non è passata tra le canzoncine dello Zecchino d’oro oppure Ufo Robot ma bensì tra un Dark Side Of The Moon, un Heroes piuttosto che una Sex Machine... Quindi mi sono ritrovato a 13 anni a comprare il mio primo LP, Trans Europe Express dei Kraftwerk. Ti lascio immaginare la faccia dei miei coetanei quando gli proponevo di ascoltarlo insieme. Ovviamente questa situazione si è evoluta nel momento in cui sono cominciato a crescere, portandomi sempre ad essere prima di tutto molto curioso verso le nuove proposte, però proprio perchè arrivavo con un background non proprio easy ho sempre evitato la banalità sonora. Oggi in generale prediligo il suono della nuova scena elettronica che spazia dalle aree di Craig Armstrong per finire ai grooves ipnotici di Lindstrom e Prins Thomas. L’elettronica è un sound che mi ha sempre affascinato, credo di possedere nella mia discografia dei vecchi dischi minori veramente geniali, creati in tempi non sospetti. Ho seguito negli anni e continuo a farlo, l’evoluzione più interessante del rock e dintorni, come Radiohead piuttosto che Limpbizkit, per prendere due suoni opposti, in Italia gli Epo ed i Linea77. Per finire, la musica nella mia vita si ferma quando dormo.

BUONG: Concludendo vorrei chiederti quali consigli hai da dare a quei giovani creativi che vogliono intraprendere una carriera grafica in campo discografico.

SQUEGLIA: Una bella domadona da 1 milione di euro direi questa qui. Visto come va l’andazzo con la crisi del mercato discografico la prima cosa che mi verrebbe da suggerire è “ragazzi miei scappate da questo indirizzo”, ma non voglio essere pessimista, possibile che il pianeta terra abbia deciso di far morire la musica oppure di vivere solo di repertorio da catalogo? Non ci credo dai, prima o poi qualcuno darà un colpo di testa e ricominciamo da capo, certo senza CD come supporto, questo è chiaro, ma in qualche modo si farà. La cosa che posso suggerire è questa: osate, osate e osate ancora, non  siate mai piatti e  scontati, anche se l’artista non vi ispira del tutto. Non cadete in soluzioni banali e scontate come spesso tanti discografici italiani richiedono. Una copertina vincente aiuta molto il prodotto sopratutto se l’artista è al suo esordio. Creare un’immagine che si distingue ed attrae tra mille è quello che dovete saper fare e per fare questo la copertina vi deve appartenere nell’anima, perchè l’opera è firmata dall’artista ma l’immagine è come la vostra pelle che riveste il supporto.  Good Luck!

BUONG: Patrizio non posso che condividere la tua chiusura di questa bella intervista. Personalmente ti ringrazio per la disponibilità e cortesia dimostrata nei riguardi miei e del mio sito. Da parte del sottoscritto un augurio a te per sempre maggiori fortune professionali e un invito a tutti i lettori di visitare il tuo sito web www.yoursmile.it

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