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.: MARILYN
MANSON "PORTRAIT OF AN ..." :.
L'evoluzione
stilistica e musicale del reverendo Manson, ha sempre
lasciato più di un dubbio a quella schiera di fan che
iniziarono a conoscerlo tramite questo disco. La band che
oggi propone una sorta di industrial-metal virato all'uso
massiccio di campionature, aveva iniziato la sua scalata al
successo con un disco molto grezzo, ruvido e di puro rock
and roll. "Portrait" nasceva infatti dalla collaborazione
della band (all'epoca non ancora succube della figura del
frontman) con il leader dei Nine Inch Nails Trent Reznor,
collaborazione che portò alla luce un album oscuro ma allo
stesso tempo sarcastico e ironico. Un episodio a sè stante
se si pensa che già col successore (quel censuratissimo "Antichrist
Supersatr") il reverendo iniziò la sua mutazione stilistica
in verità più vicina a quella di una pop-star che a una del
rock! "Portrait" viene concepito come uno sguardo duro e
impietoso sulla società americana, lanciato dal vorticoso
singolo "Lunchbox" (che rivelerà alla stampa specializzata
l'esistenza della band americana) il disco trova in "Dope
hat" un grosso successo (rimarcato dai remix presenti nel
seguente ep "Teen sweet like children"), brano di grande
energia basato sull'ossessiva e violenta base ritmica.
Il suono è
sicuramente più umano rispetto alle recenti prove della band
(se pensiamo alla scadente qualità sonora dell'ultimo "The
golden age of the grotesque") con un uso sistematico di
chitarre\basso\batteria e l'applicazione di tastiere e
campionature ponderate che non vanno a invadere i territori
degli strumenti citati precedentemente. Questa è forse la
differenza più evidente delle ultime pubblicazioni e ciò
denota anche il cambio avutosi nel gruppo nel corso degli
anni e l'allontanamento (mai troppo smentito) di quegli
elementi che minavano la leadership in casa Manson. Lo
stesso vocalist propone in questo album, una prova globale
sicuramente più intensa, più personale e più credibile
rispetto a quanto fatto da "Mechanical Animals" in poi, nel
quale ha ripetuto clichè vocali al limite dell'autocaricatura.
"Portrait" è un album energico e si misura su brani mai
simili ma fortemente maturi: il rock rabbioso di "Cake and
sodomy", la girandola giocosa di "My monkey" (con la voce
del piccolo Robert Pierce), le atmosfere cupe post-Sabbath
di "Cyclops" e i vocalizzi suadenti di "Sweet tooth" fanno
di "Portrait" un disco importante, prima avvisaglia di un
futuro successo ... proprio in questo disco troviamo infatti
i primi embrioni che diventeranno i capitoli di "Antichrist
Superstar", il disco che consacrerà Manson a livelo mondiale
(non è quindi un caso se nel ritornello di "Get your gunn"
ritroviamo un pò della futura "1996"). Sono passati 10 anni
dall' uscita di "Portrait of an american family", eppure il
disco non risente il logorio del tempo risultando ancora
godibile, moderno e fortemente accattivante. Una riscoperta
per chi ha avuto il piacere di ascoltarlo, una sopresa per
chi ha conosciuto solo il Manson dello show-business.
Info:
www.marilynmanson.com
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