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.: IRON
MAIDEN "VIRTUAL XI" :.
"Un
album frettoloso, un album confuso". Queste furono le parole
spese su "Virtual XI" da una rivista specializzata in quel
1998. Niente fu più azzeccato! E' difficile parlare di
questo disco, è difficile perché cedo sia stato difficile
per Harris&C. digerirlo dopo le prime settimane di critiche.
Critiche giuste, dato che dopo 6 anni dall'uscita, il
sottoscritto ancora cerca il motivo vero per il quale questo
album vide la luce (o almeno il perché non venne meglio
gestito, composto e rifinito). "Virtual XI" rispecchia
fedelmente il periodo che stava vivendo la band, le ansie e
i timori derivate da "X-Factor", un disco molto criticato
(ma secondo me molto bello) nella quale la "Vergine di
ferro" finalmente cercava di uscire da certi schemi
triti&ritriti per sperimentare atmosfere più cupe, più
emozionali a scapito dell'irruenza giovanile finita con la
partenza di Dickinson. Purtroppo il "fattore X" non fu
compreso e Harris si vide costretto a scendere a compromessi
tra la sua voglia di cambiare e il non dover deludere i fan
che volevano ancora le "galoppate" metallare delle prime
produzioni. Il risultato fu un disco di 8 tracce che pare
più un minestrone di idee che un progetto vero e proprio.
Sicuramente non ha aiutato ciò l'uso che è stato fatto del
booklet: una sorta di pasticcio grafico che pare un pretesto
per pubblicizzare il video-gioco "Ed-Hunter" ma non solo.
Anche la foto al centro-booklet con i nostri in tenuta
calcistica (in compagnia di Vieira&C.) e la pubblicità di
merchandise e action-figures trasforma il booklet in una
sorta di bazar fieristico in cui viene buttato a casaccio
tutto ciò che capita sottomano! Una caduta di stile
inimmaginabile.
Le tracce dell'album seguono un po' l'idea confusa del
booklet con la partenza a razzo di Futureal e le
sperimentazioni di "The angel and the gambler" (consiglio di
vedere il video, giusto per il massiccio uso fatto degli
effetti speciali) … i brani sono orecchiabili ma questa
volta è lampante il "fuori posto" di Blaze Bayley che a suo
agio (o quasi) nelle atmosfere cupe di "X-Faxtor" vive di
incertezza al momento di esplodere in vocalità (come nel
caso della splendida cavalcata di "The Clansman", perla di "Virtal
XI" migliorata poi in concerto dal figliol prodigo Dickinson)
o al momento di dare vita a coretti veramente lontani dai
"coro-capolavoro" dei tempi passati (mettete a confronto
"The educated fool" con "The trooper" o "Can I play with
madness"); questo è un altro segno di incertezza quando le
canzoni vengono composte non sulla misura del vocalist (non
è una critica a Bayley ma solo la constatazione che con
canzoni più adatte al suo modo di cantare, il buon Blaze
avrebbe fatto miglior figura). Delle tracce mi va di
segnalare anche la curiosa e bella "Don't look to the eyes
of a stranger" dal ritmo cadenzato e ossessivo (con diversi
cambi di tempo in corsa) e dall'uso di archi cha donano un
tocco di originalità a un album che risulta alla lunga
piatto. Ogni tanto si sentono dei ricordi di "X-factor"
soprattutto negli attacchi acustici di alcune songs come "Lightning
strikes twice" (potente e rabbiosa) e "Como estais amigo"
(una discreta ballata rock). Alla fine "Virtual XI" sarà
ricordato più per la splendida cover olografica (anche se
pure lì di confusione ce n'è) che per il contenuto del disco
(sufficiente e poco più). Un peccato perchè questi brani se
maggiormente rifiniti e lavorati, avrebbero potuto dare un
risultato sicuramente migliore a all'altezza della storia e
del nome della band britannica.
Info:
www.ironmaiden.com
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