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.: MASSIMO ZAMBONI "GUIDA ALL'AUSCULTO"  :.

7 Maggio 2004 - Osteria Vecchie Storie - Lizzano (TA)

foto di Andrea BuongiornoA  Lizzano (TA) presso l’Osteria Vecchie Storie, si è chiusa la terza edizione di “Strane Storie”, una rassegna di musica popolare e d’autore organizzata dall’ associazione socio-culturale Popularia in collaborazione con la rivista Pigreco. Gli spettacoli hanno visto succedersi nell’accogliente spazio dell’Osteria Vecchie Storie, le performance di Manigold, Pippo Pollina, Endegu e Demotica Orkestar. La chiusura di questa rassegna è spettata quindi alla “Guida all’ausculto” di Massimo Zamboni. Quello che l’ex chitarra dei CSI propone è un’ ascolto collettivo del suo primo lavoro solista “Sorella Sconfitta”, una serata che si ispira agli ascolti collettivi che venivano effettuati in tempi passati, quando grammofoni, giradischi e radio erano privilegi di pochi e ci si ritrovava magari in un bar o in un locale, ascoltando in religioso silenzio, i suoni che provenivano da quegli apparecchi (un po’ come è avvenuto con la televisione).  Un modo insolito per promuovere un disco, ma sicuramente un modo molto intelligente ed emozionante per discutere di musica, scambiare pareri con l’autore stesso, un modo perfetto  per instaurare un rapporto diretto col musicista (un rapporto intimo che un concerto non può certo stabilire). Ci ritroviamo in alcune decine di ascoltatori (mai termine fu così appropriato) immersi nel buio con dinnanzi a noi la figura longilinea di Massimo Zamboni e alle sue spalle un piccolo schermo sul quale vengono proiettate delle immagini. La serata infatti, è un emozionante spettacolo di suoni, immagini e parole nel quale il musicista reggiano è l’assoluto protagonista. L’ascolto del disco procede filato, seguendo la tracklist originale (tranne un’incursione dei Doors prima di “Blu di Prussia”), un ascolto invaso di rigorosa attenzione, dato che se le orecchie sono intente ad ascoltare il disco, gli occhi sono rapiti dalle ipnotiche visioni dello schermo: immagini caotiche (pop nel caso di “Ultimo volo America”), sinuose e cadenzate (come l’attraente muoversi delle spine dorsali in “Santa Maria Elettrica”) e incredibilmente poetiche (come lo splendido gioco grafico delle trasparenze e della visionarietà durante “Schiava dell’aria”): un lungo sogno visivo che asseconda i temi e il procedere dei brani musicali. Massimo Zamboni è di fianco allo schermo: in piedi a leggere i suoi versi, oppure in ginocchio, seduto, muove la testa seguendo il pulsare ritmico di “Su di giri”. Ci regala dei bellissimi scritti che (di volta in volta) ci introducono all’ascolto del brano a seguire. Particolarmente emozionante l’introduzione a “Miccia prende fuoco”, in cui diventa chiaro il riferimento a Giovanni Ferretti e il desiderio di una riappacificazione. L’atmosfera è molto intima, pubblico a stretto contatto con l’artista e immersi nel buio, diventiamo tutti parte di una emozione comune. Alla fine dell’ascolto ci rapisce un sorriso (“ci voleva” pensiamo) e siamo lì, ancora tutti insieme, ancora assorti nello spirito della serata. Quando le luci si riaccendono un meritato applauso accompagna il sorriso di Massimo e introduce alla seconda parte della serata, nella quale il pubblico potrà confrontare le sue sensazioni e discutere con il musicista, del tema della “sconfitta” (linea-guida del suo lavoro discografico). Gli scambi dialettici sono immediati (anche grazie alla presenza di un moderatore) e gli argomenti trattati sono molteplici: si parla dell’epoca dei CCCP e dei CSI (con Zamboni a svelare un simpatico episodio avvenuto agli inizi della sua frequentazione con Ferretti), delle scelte e delle motivazioni che hanno portato alla nascita di “Sorella Sconfitta”. Legato a uno dei sensi della “sconfitta”, si parla anche di politica, soprattutto estera con riferimenti alla guerra in Iraq. E’ un momento molto bello, nel quale si instaura una certa intimità e nel quale si discute tutti insieme come fossimo amici da sempre, lo stesso Zamboni si rivela una persona molto positiva, gentile e umile. L’ascolto collettivo che ha fatto il suo dovere, quello cioè di annullare le barriere fisiche e comunicative tra il musicista e il suo pubblico. E anche il termine “ausculto” risulta essere molto appropriato, così come l’“ausculto” si pratica con uno stetoscopio e accomuna il cuore e le orecchie, così questo ascolto collettivo risulta incredibilmente emozionante in virtù di ciò che le orecchie ascoltano, di ciò che gli occhi vedono e di ciò che la mente pensa ed esprime. Dopo il dibattito Zamboni è stato molto gentile e disponibile a rilasciare autografi, a chiacchierare ancora con alcuni spettatori e a lasciarsi fotografare con essi. Questa sua serata ha reso possibile una magia, un desiderio che chi ama la musica avrà sognato almeno una volta … quello cioè di poter ascoltare un disco che si ama, in compagnia di colui che quel disco l’ha composto: a me (e a tanti altri  presenti quella sera a Lizzano), quel desiderio è stato avverato.

Siti ufficiali: www.popularia.it - www.popularia.it/Zamboni/index.htm

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