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.: MASSIMO
ZAMBONI "GUIDA ALL'AUSCULTO" :.
7 Maggio
2004 - Osteria Vecchie Storie - Lizzano (TA)
A
Lizzano (TA) presso l’Osteria Vecchie Storie, si è chiusa
la terza edizione di “Strane Storie”, una rassegna di musica
popolare e d’autore organizzata dall’ associazione
socio-culturale Popularia in collaborazione con la rivista
Pigreco. Gli spettacoli hanno visto succedersi
nell’accogliente spazio dell’Osteria Vecchie Storie, le
performance di Manigold, Pippo Pollina, Endegu e Demotica
Orkestar. La chiusura di questa rassegna è spettata quindi
alla “Guida all’ausculto” di Massimo Zamboni. Quello che
l’ex chitarra dei CSI propone è un’ ascolto collettivo del
suo primo lavoro solista “Sorella Sconfitta”, una serata che
si ispira agli ascolti collettivi che venivano effettuati in
tempi passati, quando grammofoni, giradischi e radio erano
privilegi di pochi e ci si ritrovava magari in un bar o in
un locale, ascoltando in religioso silenzio, i suoni che
provenivano da quegli apparecchi (un po’ come è avvenuto con
la televisione). Un modo insolito per promuovere un disco,
ma sicuramente un modo molto intelligente ed emozionante per
discutere di musica, scambiare pareri con l’autore stesso,
un modo perfetto per instaurare un rapporto diretto col
musicista (un rapporto intimo che un concerto non può certo
stabilire). Ci ritroviamo in alcune decine di ascoltatori
(mai termine fu così appropriato) immersi nel buio con
dinnanzi a noi la figura longilinea di Massimo Zamboni e
alle sue spalle un piccolo schermo sul quale vengono
proiettate delle immagini. La serata infatti, è un
emozionante spettacolo di suoni, immagini e parole nel quale
il musicista reggiano è l’assoluto protagonista. L’ascolto
del disco procede filato, seguendo la tracklist originale
(tranne un’incursione dei Doors prima di “Blu di Prussia”),
un ascolto invaso di rigorosa attenzione, dato che se le
orecchie sono intente ad ascoltare il disco, gli occhi sono
rapiti dalle ipnotiche visioni dello schermo: immagini
caotiche (pop nel caso di “Ultimo volo America”), sinuose e
cadenzate (come l’attraente muoversi delle spine dorsali in
“Santa Maria Elettrica”) e incredibilmente poetiche (come lo
splendido gioco grafico delle trasparenze e della
visionarietà durante “Schiava dell’aria”): un lungo sogno
visivo che asseconda i temi e il procedere dei brani
musicali. Massimo Zamboni è di fianco allo schermo: in piedi
a leggere i suoi versi, oppure in ginocchio, seduto, muove
la testa seguendo il pulsare ritmico di “Su di giri”. Ci
regala dei bellissimi scritti che (di volta in volta) ci
introducono all’ascolto del brano a seguire. Particolarmente
emozionante l’introduzione a “Miccia prende fuoco”, in cui
diventa chiaro il riferimento a Giovanni Ferretti e il
desiderio di una riappacificazione. L’atmosfera è molto
intima, pubblico a stretto contatto con l’artista e immersi
nel buio, diventiamo tutti parte di una emozione comune.
Alla fine dell’ascolto ci rapisce un sorriso (“ci voleva”
pensiamo) e siamo lì, ancora tutti insieme, ancora assorti
nello spirito della serata. Quando le luci si riaccendono un
meritato applauso accompagna il sorriso di Massimo e
introduce alla seconda parte della serata, nella quale il
pubblico potrà confrontare le sue sensazioni e discutere con
il musicista, del tema della “sconfitta” (linea-guida del
suo lavoro discografico). Gli scambi dialettici sono
immediati (anche grazie alla presenza di un moderatore) e
gli argomenti trattati sono molteplici: si parla dell’epoca
dei CCCP e dei CSI (con Zamboni a svelare un simpatico
episodio avvenuto agli inizi della sua frequentazione con
Ferretti), delle scelte e delle motivazioni che hanno
portato alla nascita di “Sorella Sconfitta”. Legato a uno
dei sensi della “sconfitta”, si parla anche di politica,
soprattutto estera con riferimenti alla guerra in Iraq. E’
un momento molto bello, nel quale si instaura una certa
intimità e nel quale si discute tutti insieme come fossimo
amici da sempre, lo stesso Zamboni si rivela una persona
molto positiva, gentile e umile. L’ascolto collettivo che ha
fatto il suo dovere, quello cioè di annullare le barriere
fisiche e comunicative tra il musicista e il suo pubblico. E
anche il termine “ausculto” risulta essere molto
appropriato, così come l’“ausculto” si pratica con uno
stetoscopio e accomuna il cuore e le orecchie, così questo
ascolto collettivo risulta incredibilmente emozionante in
virtù di ciò che le orecchie ascoltano, di ciò che gli occhi
vedono e di ciò che la mente pensa ed esprime. Dopo il
dibattito Zamboni è stato molto gentile e disponibile a
rilasciare autografi, a chiacchierare ancora con alcuni
spettatori e a lasciarsi fotografare con essi. Questa sua
serata ha reso possibile una magia, un desiderio che chi ama
la musica avrà sognato almeno una volta … quello cioè di
poter ascoltare un disco che si ama, in compagnia di colui
che quel disco l’ha composto: a me (e a tanti altri
presenti quella sera a Lizzano), quel desiderio è stato
avverato.
Siti ufficiali:
www.popularia.it -
www.popularia.it/Zamboni/index.htm
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