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.: SYSTEM OF A DOWN "MEZMERIZE" :.

A distanza di tre anni dalla pubblicazione di "Steal This Album!" (2002), i System Of A Down irrompono nuovamente nel panorama musicale con due lavori: “Mezmerize”, la cui uscita è prevista negli States il 17 maggio, ed “Hypnotize”, che sarà in vendita solo il prossimo autunno. La decisione (resa nota sul sito ufficiale della band), di pubblicare gli album a distanza di sei mesi l’uno dall’altro, è stata presa, apparentemente, per dare il tempo ai fan di familiarizzare e di immergersi totalmente nella nuova atmosfera che impregna la loro musica, ma in realtà si tratta di un’abile mossa dettata dallo showbiz. Mezmerize, che letteralmente significa “ipnotizzare”, suona quale un invito rivolto all’odierna società statunitense a risvegliarsi, a prendere coscienza di se stessa e di liberarsi, di insorgere contro tutto ciò che viene ritenuto scomodo come il governo Bush, fautore della guerra in Iraq, la  Tv  spazzatura, che può contare ormai su milioni di manichini nelle mani dei mass-media, e i pochi eletti nel campo politico, che reggono le sorti del mondo. Ma Mezmerize non è solo pura contestazione, manifestazione di rabbia e disagio di un’intera generazione, è anche una triste riflessione sulla storia, sul suo valore, e su come i sacrifici passati non siano valsi a nulla: molto bella, a tal proposito, l’immagine della Statua della Libertà triste, indignata dinanzi a tanti scempi. Prodotto e mixato da Rick Rubin ed Andy Wallace, nomi già noti agli ascoltatori di Sepultura e Slayer,  l’album si apre con una minitrack “Soldier Side” che si ricollega al successivo brano e primo singolo “B.Y.O.B” [Bring Your Own Bombs], in cui viene resa nota, mediante il tono sarcastico del testo, al quale perfettamente aderisce il riff potente e metallico, l’avversione nei confronti del presidente Bush, intenzionato a condurre la sua personale guerra, a discapito di giovani ragazzi, che nel video vengono rappresentati come dei veri automi, strappati alle loro famiglie: "Everybody's going to the party have a real good time/Dancing in the desert blowing up the sunshine/Why don't presidents fight the war?/Why do they always send the poor?/Why do they always send the poor?". Passando per "Revenga", che  non attrarrà l’attenzione di molti per la mancanza di elementi accattivanti, si passa invece alla sarcastica e denigratoria “Cigaro”, in cui ci si scaglia contro coloro che pensano, in ogni ambito, di essere sempre un gradino più in altro rispetto al resto dell’umanità, da qui la graffiante presa in giro “My cock is much bigger than yours/My cock can walk right through the door” ed ancora “My shit stinks better than yours/My shit right down the floor”; testo che, per la critica agli snob, ricorda il capolavoro Aenema dei Tool. Si susseguono poi in rapida successione “Radio/Video” e “This Cocaine Makes Me Feel Like I’m On This Song”, brani che, data l’alternanza di gravi ed acuti da parte del talentuoso front-man Serj su basi dal ritmo incalzante, simboleggiano perfettamente la schizofrenia che caratterizza l’alternative-metal dei SYSTEM OF A DOWN. Si anima invece in “Violent Pornography”, l’avversione nei confronti di coloro che tutto il giorno, stando seduti dinanzi ad una scatola metallica, la TV , stuprano la loro mente con la “pornografia” trasmessa ormai da tutte le reti televisive, impegnate molto di più ad attrarre il maggior numero possibile di utenti, che a fare un corretto uso dei mezzi di comunicazione. “Question!” è invece l’unico brano di “Mezmerize” ad avere un ritmo più moderato, quasi a farci recuperare le forze, prima di riscatenarsi grazie alle tre canzoni che concludono l’album: “Sad Statue”, “Old School Hollywood” e “Lost In Hollywood”, in cui si fa sempre più spazio la voce del chitarrista Daron Malakian. Cosa devono dunque aspettarsi i vecchi fans della band? Complessivamente, un sound più sporco e aggressivo che riflette, alla luce dei diversi avvenimenti politico-sociali, la decadenza del mondo, la crisi di una generazione che, nonostante il suo esplicito NO alla guerra, non riesce a farsi valere, e che sprofonda sempre di più, dati i continui fallimenti, in una via di non ritorno: la resa. Senza dubbio “Mezmerize”, 36 minuti di pura energia, sia per il suo impegno sociale, che, come detto sopra, per la nuova cifra musicale adottata, va a collocarsi in una posizione diametralmente opposta rispetto ai precedenti lavori quali “System Of A Down” e “Toxicity”, in cui era preponderante una componente maggiormente melodica; basti ricordare brani come “Aerials”, “Spiders” o “Chop Suey!”

Recensione di Teresa Costabile

info: www.systemofadown.com

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