La Storia
L'estrema area
occidentale di Napoli, che comprende le zone di Posillipo, Fuorigrotta e
Agnano, fino alla Solfatara, è stata dall'inizio della sua storia al
centro delle intense relazioni tra Neapolis e i Campi Flegrei.
A partire dal VI sec.
a.C. e sino agli ultimi decenni del V, Cuma greca (725 a.C.) esercitò un
controllo politico ed economico su quest'area. E proprio Cuma, col
decisivo apporto di Siracusa, fondò la città di Neapolis. Le
comunicazioni tra la <<Nuova Città>> e i Campi Flegrei furono assicurate,
in questo periodo, da un asse viario interno che attraversava la conca di
Soccavo e Pianura, tagliando fuori l'allora paludosa area di Fuorigrotta.
Nella seconda metà
del V secolo (421 a.C.), l'egemonia cumana tramontò sotto la pressione
degli oscocampani che avevano fatto di Capua la loro capitale (425 a.C.).
Dell'indebolimento di Cuma seppe approfittare Neapolis per sganciarsi
dalla madrepatria ed estendere il proprio territorio fino al limite della
Solfatara, incorporando Agnano e il versante orientale dei Colli Leucogei,
a diretto contatto con l'accresciuta potenza capuana.
Questo assetto
territoriale si mantenne inalterato durante tutte le vicende storiche che
segnarono, dal IV sec. a.C. in poi, la romanizzazione della Campania. Solo
la vittoria romana nella seconda guerra punica (217-200 a.C.) determinò un
mutamento di quadro: Capua, incerta tra fedeltà a Roma e alleanza con
Annibale, viene privata di larghissima parte dei suoi possedimenti; sulla
fascia costiera è dedotta la colonia di Puteoli (194 a.C.),
inizialmente esigua e raccolta tra il porto e la Solfatara.
Quando Puteoli,
già alla fine del secolo, divenne il più importante scalo commerciale del
Mediterraneo occidentale, si rese necessario realizzare un collegamento
stradale con
Neapolis. Si aprì allora la cosiddetta via per colles, che
attraversava certamente Fuorigrotta, sottratta così all'isolamento in cui
l'aveva relegata il sistema viario greco. Ma è nel primo secolo
dell'Impero che si registra la svolta definitiva: in questo periodo
infatti, con Augusto (27 a.C.-14 d.C.) o al più tardi con Vespasiano (69-
79 d.C.), la zona di Agnano e Fuorigrotta, fino allora compresa nel
territorio di Neapolis, viene assegnata a Puteoli. Ciò si
desume sia da testimonianze epigrafiche, sia dalla circostanza che
Fuorigrotta, dalla tarda antichità a oggi, è stata sempre parte della
Diocesi di Pozzuoli.
L'importanza
strategica ed economica di
Puteoli era all'apice: ciò comportò l'apertura di una più rapida via di
comunicazione costiera con Neapolis, resa possibile dal traforo
della collina di Posillipo (Crypta Neapolitana). Questa strada
segnò il definitivo ridimensionamento dell'importanza dell'asse
Napoli-Soccavo-Cuma, rimasto nell'ambito dell'influenza culturale e,
probabilmente, economica di Neapolis, come sembra attestare il
rinvenimento di iscrizioni greche di epoca imperiale a Soccavo e Pianura.
Posillipo segue
destini meno mutevoli. La collina, sempre compresa nel territorio di
Neapolis, rimase scarsamente urbanizzata fino a quando, dal I sec. a.C.,
divenne una delle zone predilette per l'impianto delle villae maritimae
dei nobili romani. Le testimonianze archeologiche consentono di fissare
tra I sec. a.C. e I sec. d.C. il momento del suo massimo sviluppo edilizio
culminato nell'elezione a residenza imperiale della villa Pausilypon,
ereditata da Augusto nel 15 a.C. La villa divenne il centro di un pagus
dotato di una rete viaria autonoma che, sfociando a Coroglio attraverso la
Grotta di Seiano, chiaramente lo proiettava verso Puteoli piuttosto che
verso Neapolis. Posillipo continuò a essere abitata fino al tardo impero,
come suggeriscono ritrovamenti epigrafici e numismatici dell'epoca degli
imperatori Claudio Gotico e Costanzo (fine III- inizio IV sec. d.C.) e,
soprattutto, il restauro della Grotta di Seiano (fine IV-inizi V sec. d.C.).
Negli anni tra I e
II sec. d.C., Roma varò un piano di rinnovamento della rete stradale
meridionale che contemplava anche il restauro della Via Puteolis
Neapolim e il miglioramento del suo percorso attraverso la creazione
di una variante nella conca di Agnano (102 d.C.). Queste opere pubbliche
diedero impulso allo sviluppo della zona di Fuorigrotta-Agnano.
L'antica Fuorigrotta è localizzabile agli inizi
della regione vulcanica dei Campi Flegrei, ai piedi del
Monte Sant'Angelo, nell'area compresa dall'attuale via Terracina,
cimitero, Mostra d'Oltremare.
Qui, già nel I° secolo a. C., sorgeva un
podere abitato dalla gens Marcia, il "Marcianum" che era un villaggio di
campagna sorto intorno ad un quadrivio.
La terra era
resa fertile dalla cenere eruttata da piccoli crateri sparsi per la valle.
Era a metà strada tra Puteoli e Neapolis e vi passava l'antica via collinare
detta "Antiniana", collegata con le colonie greche dei Campi Flegrei.
Nel I° secolo fu costruita per
ragioni militari una nuova strada; essa seguiva il tracciato delle attuali via
Canzanella Vecchia, via Grotta Vecchia e proseguiva tramite quella che Seneca
chiamò "Crypta
neapolitana" fino alla Riviera di Chiaia.
La grotta, come constatò Lucio
Anneo Seneca, non risolse nel senso sperato il problema dei collegamenti con la
zona flegrea a causa della difficile percorribilità dovuta alle anguste
dimensioni e alla poca visibilità. Si provvide, al rafforzamento del percorso
collinare.
I lavori fatti
iniziare dall’imperatore Nerva nel 96 d.C. furono completati sotto l’imperatore
Traiano nel 102 d.C. . Lungo la via vennero collocati nove cippi militari il
quinto dei quali è stato ritrovato nell’area dell’odierno Rione Traiano.
E' significativo che
proprio al II sec. d.C. risalgano le prime fasi a noi note (ed in ogni
caso le più importanti) dei complessi termali di via Terracina e Agnano.
Molto probabilmente, le terme di via Terracina ,un
complesso termale alimentato dall’acquedotto del Serino.
La storia tardoantica e
altomedievale della conca che si stende fra l'uscita della Crypta
Neapolitana e Puteoli è ancora tutta da scrivere. E' comunque
presumibile che, mentre i fenomeni bradisismici e l'impaludamento
segnarono il declino di buona parte dei Campi Flegrei, l'area tra
Neapolis e Puteoli continuasse a essere frequentata, se non
altro per motivi termali, ma in un quadro non più paragonabile a quello
dei primi secoli dell'Impero. Della complessa storia di questo
territorio le testimonianze archeologiche illuminano solo il periodo del
massimo splendore, dal I sec. a.C. al II sec. d.C., mentre quasi nulla è
rimasto a ricordarci le sue precedenti intense vicende.
Un’altra
strada, l’odierna via Campegna, conduceva al bagno di Fuorigrotta, a Coroglio.
Il villaggio
dei Marciani era diventato un importante nodo viario, un punto obbligato di
transito.
Nel Marcianum fu sepolto, subito dopo il
martirio, San Gennaro, decapitato a
Pozzuoli nel 305. I
suoi resti furono poi esumati e trasportati nelle catacombe di Capodimonte
nel 432.
Molto
probabilmente i cristiani furono presenti in questa zona sin dal primo secolo,
infatti quando nel 61 l’apostolo Paolo, proveniente da Alessandria
sbarcò nella
vicina Pozzuoli, vi trovò già costituita una vasta comunità di cristiani.
Nel X secolo il
bradisismo determinò un abbassamento del terreno, per cui vaste zone furono
allagate dal mare e l’attività agricola fu ridotta.
Nel 985
esisteva una chiesa di San Vitale nella zona "foris cryptae" detta "casa
pagana". La pergamena che ne parla dice che vi passava una strada, ma di essa
sono ignoti il luogo preciso e l’anno della fondazione.
Il culto di San
Vitale, martire ravennate, potrebbe essere iniziato quando il territorio
napoletano fu Ducato Bizantino dipendente da Ravenna (553 – 638).
Nella metà
dell’XI secolo la zona di "foris cryptae" fu sottoposta ai Normanni di Aversa.
Nei secoli seguenti non si hanno notizie di rilievo.
Durante il
periodo del viceregno spagnolo (1503 – 1734) nell’area flegrea alloggiarono le
guarnigioni militari e furono eseguite nella grotta lavori che ne mutarono le
forme originarie.
Nella seconda metà del XVI secolo
il nostro quartiere era una pianura intensamente coltivata. Dopo il 1571
fu aperta la via Regia, voluta dal vicerè
Rivera, essa
dalla crypta neapolitana conduceva al litorale di Bagnoli e proseguiva per
Pozzuoli.
Qui sopra vediamo la
eduta da sopra Posillipo delle due strade da Napoli a Pozzuoli:l'una antica per
sopra le colline, e l'altra nuova per la riviera.
Il sacerdote napoletano Francesco
Serra, ottenendo aiuti finanziari da benefattori e dalla corte, riuscì a fare
edificare all’imboccatura della via Regia
una chiesa
denominata "San Vitale e Santa Maria delle Grazie", intorno ad essa si cominciò
a sviluppare un centro abitato più vicino alla città partenopea.
Nel '700 a Fuorigrotta c'erano molte masserie:quella delle Monache di
Donnaregina, quella a via Terracina (Cupa Perrillo), quella di San Giuseppe.
All'interno delle masserie vi erano abitazioni, stalle, cellieri, depositi,
cisterne e a volte anche cappelle.
E’ ancora oggi
visibile nel muro di recinzione della scuola media "Silio Italico" una stele di
piperno del 1789 che attesta un posto di blocco sanitario. In quel punto
confluivano allora la strada che partiva da Pozzuoli e quella di Agnano, vi si
trovava l’osteria dei Pilastri e gradoni di piperno che servivano per il
controllo del carico dei carri e per montare a cavallo. Nella stele si legge
che, per ordine di Ferdinando IV re delle Due Sicilie, in quel luogo si dovevano
fermare i carri e le bestie provenienti dalla macerazione della canapa e del
lino eseguita nel lago di Agnano. Questo fu prosciugato nel 1870 per risanare la
zona dal flagello della malaria.
Il 14 giugno
1847 moriva a Napoli, durante un’epidemia di colera, Giacomo Leopardi, e
Fuorigrotta legò il proprio nome a quello del poeta; infatti, la sepoltura
sarebbe dovuta avvenire nel camposanto dei colerosi, ma per l’astuzia
provvidenziale di Antonio Ranieri avvenne nella chiesa di San Vitale e
precisamente, in un primo tempo sotto l’altare, in un secondo nell’atrio.
Nel 1897 la
tomba del poeta fu dichiarata monumento nazionale. Il 22 febbraio 1939 i suoi
resti mortali furono traslati a Mergellina presso la tomba di Virgilio.
Dopo la seconda
metà dell'800 la ripresa delle attività termali a Bagnoli rese necessario
incrementare i collegamenti , perciò nel maggio 1878 fu inaugurata la linea
tranviaria a cavalli (omnibus) tra Pozzuoli e la chiesa di San Vitale,
sostituita nel 1883 da quella sullo stesso percorso.
Nel 1884 fu
aperto il tunnel delle "Quattro giornate" che era fiancheggiato da un altro
piccolo tunnel riservato ai tram. Nel centro della galleria c'era una coppia di
ascensori che salivano a Posillipo e a Villanova (via Manzoni), che rimasero in
funzione fino al 1936. Il traforo consentì di prolungare la linea tranviaria
sino alla Torretta e di collegarla alla rete metropolitana.
Nel 1883
l’ingegnere scozzese Lamont Young elaborò un progetto che, sviluppando l’idea di
una città costituita da parti finite e autonome, relazionate dinamicamente e
funzionalmente, prevedeva una strada ferrata sotterranea, detta metropolitana,
articolata su due reti, entrambe con punto di partenza da Bagnoli. La linea
superiore avrebbe collegato Fuorigrotta, Mergellina, Vomero con il centro
cittadino fino alla Stazione. Dalla Stazione la linea sarebbe ripresa in
soprelevata lungo la via Marina, la Riviera di Chiaia e Posillipo terminando a
Bagnoli.
Il progetto, di
cui purtroppo non fu adeguatamente dimostrata l’attuabilità finanziaria,
stabiliva di realizzare nella zona di Fuorigrotta e Bagnoli una grande area di
svago, che avrebbe valorizzato le risorse turistiche di Napoli. Bagnoli sarebbe
divenuto il rione "Venezia", con una serie di piccole isole, realizzate
utilizzando i materiali di risulta dello scavo della metropolitana, divise da
canali e attrezzate con edifici balneari. Fuorigrotta, collegata al rione
Venezia tramite un canale traforo, che sfociava in laghi artificiali, sarebbe
divenuta il rione "Campi Flegrei", fornito di alberghi, edifici residenziali e
di un grande palazzo di cristallo, adibito allo sviluppo delle arti. Ma nel 1892
il progetto fu definitivamente accantonato.
Il 25
luglio 1885 fu varata una legge speciale che prevedeva nuove zone di espansione
per diminuire la densità della popolazione: tra queste era inclusa Fuorigrotta.
Un grande impulso allo svoluppo complessivo dei Campi Flegrei fu dato dalla
Ferrovia Cumana, inaugurata nel tratto Montesanto - Terme Puteolane (La Pietra)
il 1° luglio 1889.
Nel 1902 la
linea tranviaria venne elettrificata. Nel 1908, quando venne ultimato sotto la
collina di Posillipo, l'impianto siderurgico dell'Ilva, il rione Fuorigrotta era
in testa alle statistiche di mortalità e delle malattie endemiche e contagiose,
per la sua altissima percentuale di casi di vaiolo e di colera, mancavano
fognature, case, assistenza pubblica e mancava ancora un piano regolatore. Nel
1910 fu redatto un piano di risanamento e di ampliamento che prevedeva un vasto
rione di case civili e l'Istituto Case Popolari iniziò la costruzione del rione
duca d'Aosta che fu completato nel 1923.
Nel 1913
l’amministrazione comunale stipulava con la Società Edilizia Laziale una
convenzione per la costruzione di un nuovo rione e per la realizzazione di una
nuova galleria sotto la collina di Posillipo. Quest’importante traforo sorse
accanto alla storica Crypta Neapolitana, di cui fu chiuso l’ingresso da
Mergellina. Il tunnel della Laziale fu completato nel 1925, in quello stesso
anno entrò in funzione il tronco della Direttissima Napoli – Pozzuoli.
Nel 1927 veniva
aperta al traffico la nuova arteria stradale di via Nuova Bagnoli, che
attraverso la galleria Laziale, congiungeva la Riviera di Chiaia con lo
stabilimento Ilva di Bagnoli.
Nel 1928 era
stato costruito l’edificio scolastico in via Leopardi 135. Nel 1930 furono
realizzati il rione Miraglia, il nuovo rione Agnano, il rione Laziale e venne
ampliato il rione Duca d’Aosta.
Via delle
Terme, ora via Caio Duilio; via Nuova Bagnoli, ora viale Augusto; via
Castellano, ora viale Giulio Cesare erano fiancheggiate da palazzi modesti
abitati da gente laboriosa.
Nel 1931
Mussolini affidò a Napoli "…porto imperiale, della Roma antica" l’organizzazione
della "Mostra triennale delle terre italiane d’Oltremare".
La scelta della
zona per la realizzazione di questo imponente progetto cadde su Fuorigrotta. Si
ritenne necessaria la bonifica radicale del territorio.
Il
RISANAMENTO iniziò, in nome del duce, la mattina del 30 gennaio 1939, col primo
colpo di piccone dato ai vecchi fabbricati del rione Castellana. Sugli steccati
che recingevano gli edifici in demolizione si leggeva: "la parola a S. M. il
piccone".
Furono
abbattuti 7.000 vani e 15.000 persone, sulle 39.000 che ne contava allora il
rione, si ritrovarono improvvisamente senza un alloggio, né era stata prevista
alcuna sistemazione sostitutiva.
Il nuovo
progetto interessava un’area di 850.000 mq., il sistema stradale era basato
sulle due gallerie, una destinata al traffico veloce, l’altra al traffico
pesante. Dalla nuova piazza del Littorio, all’uscita della prima galleria,
iniziava un rettilineo a doppia corsia con spartitraffico alberato che giungeva
al grande piazzale dell’impero, dove si apriva l’ingresso al recinto della
Mostra. Ai collegamenti con Posillipo provvedeva anche una funivia.
All’interno
della Mostra facevano spicco importanti realizzazioni come l’arena flegrea, il
teatro Mediterraneo, la fontana dell’Esedra, una piscina olimpionica.
Gran parte del
complesso fieristico fu destinato a parco, che fu l’unico sorto a Napoli dopo i
Borboni.
La imponente
opera, voluta dal regime per ospitare gli scambi commerciali con l’Africa e gli
altri paesi del Mediterraneo, fu inaugurata il 9 maggio 1940.
La vecchia
Fuorigrotta era scomparsa totalmente.
Era
stato demolito il teatro "Excelsior", il famoso teatro di don Achille
Ciciriello, in cui gli spettatori,
nelle sere di pioggia dovevano tenere gli ombrelli aperti, perché il tetto,
coperto di lamiere, era pieno di crepe. Vi si assisteva
ad ogni genere di spettacolo: operette liriche, riviste, sceneggiate,
filodrammatiche, circo equestre. Vi recitarono artisti affermati come Totò,
Taranto, Parisi.
Era
stato demolito, al largo San Giovanni, tra via Canzanella Vecchia e
l'inizio di via Consalvo, il teatro "Verdi", popolare per l'opera dei
pupi.
Scomparve la vecchia piazza di Fuorigrotta con la parrocchia di San
Vitale.
Con la
guerra andarono distrutti gran parte degli impianti industriali dell’ILVA
che furono poi ricostruiti ed ampliati.
Nel 1950 fu
aperto al pubblico il Giardino Zoologico di Napoli, che costituiva
l’ampliamento del Parco Faunistico delle Terre d’Oltremare, creato nel 1940 per
ospitare gli animali tipici delle colonie italiane d’Africa e poi chiuso per lo
scoppio del secondo conflitto mondiale.
Nel dopoguerra
a Fuorigrotta si costruì intensamente, sotto la spinta di una domanda crescente.
Nei primi anni 60 si registrò la messa in atto di notevoli realizzazioni: il
Politecnico, il Centro di Produzione RAI, il CNR, lo Stadio.
La scelta dello
stadio San Paolo quale sede del campionato mondiale di calcio ’90 fu l’occasione
per una significativa riorganizzazione dell’impianto sportivo e di piazzale
Tecchio, divenuto un caotico incrocio. Questo, interrando il flusso veicolare,
fu trasformato in area pedonale pavimentata in legno e sovrastata dalle tre
torri della Memoria, del Tempo e dell’Informazione.
Fu progettata
inoltre una Linea Tranviaria Rapida (L.T.R.), che avrebbe dovuto collegare
Fuorigrotta e Piedigrotta, ma è rimasta incompiuta.
|
Il territorio
Fuorigrotta ha una
superficie di 6,20 Kmq., una altitudine massima di m.126 e minima di m.9, ed una
morfologia pianeggiante.
Popolazione residente
(abitanti al
12° censimento generale anno 1991): 86.563
La
circoscrizione di Fuorigrotta
Indirizzo: |
Via B.
Cariteo n. 51 |
Recapito
telefonico: |
039 81
621597 |
Dirigente: |
Giulietta Chieffo |
Presidente: |
Modesti Clelia (DS) |
-
-
Totale sezioni elettorali:
112
-
Composizione del Consiglio
circoscrizionale
Consigliere Amato Raffaella D.S.
Consigliere Bausano Gaetano i Repubblicani
Consigliere Cammarota Angela P.P.I.
Consigliere Cartagina Antonio DS
Consigliere Caso Alessia D.S.
Consigliere Coglitore Rosario F.I.
Consigliere Costanzo Sossio L. Di Pietro
Consigliere Di Maio Oreste Lista Rutelli
Consigliere Falanga Paolo A.N.
Consigliere Falco Alberto A.N.
Consigliere Giunio Michele (Federazione Verdi-P.d.C.I.)
Consigliere Luongo Giuseppe (L.Rutelli)
Consigliere Luongo Vincenzo D.S.
Consigliere Mautone Massimo F.I.
Consigliere Mirenghi Antonio D.S.
Consigliere Mobilio Lorenzo (Federazione Verdi-P.d.C.I.)
Presidente Modesti Clelia D.S.
Consigliere Mosca Michele Casa d.Libertà
Consigliere Perrotta Marco Part.Provinciale Europeo
Consigliere Primo Gian Domenico(Feder. Verdi-P.d.C.I.)
Consigliere Russo Ivano D.S.
Consigliere Sangiovanni Carmine Rinn.Italiano
Consigliere Sansone Vincenzo Rifond.Comun.
Consigliere Tufano Luca P.Democ.Cristiano
Consigliere Volpe Giuseppe A.N. |
Il territorio di Fuorigrotta ospita diverse importanti funzioni, residenziali e anche culturali, attornoa cui
sono nati insediamenti ferroviarie, più tardi, insediamenti abitativi di tipo
operaio.
“Adesso il quartiere ha subito un profonda modifica
rispetto agli insediamenti iniziali che erano di tipo popolare. Fuorigrotta è
infatti nata con lo sviluppo di questo tipo di domanda. Da una parte vi era
l’edilizia sorta con l’insediamento della fabbrica (gli operai abitavano nella
fascia Cavalleggeri), dall’altra c’erano insediamenti popolari che in seguito,
negli anni ‘80-‘90 , hanno assunto una diversa connotazione (terziario
avanzato)”.
Fino alla fine del secolo scorso il quartiere viveva
prevalentemente di un’economia agricola. Solo a partire dagli inizi dell’900,
con l’apertura della nuova galleria di collegamento con Piedigrotta (1884) si è
avuto uno sviluppo edilizio dell’area flegrea. Infatti, a seguito della
realizzazione di importanti nodi stradali e ferroviari (come ad esempio il
tratto ferroviario Napoli-Pozzuoli del 1925), sono nati i rioni Laziale,
Miraglia, Nuova Agnano ed è stato ampliato il rione duca d’Aosta.
Nel 1937 veniva approvato il Piano di Risanamento di
Fuorigrotta che comportava una serie di modifiche dell’edilizia sia pubblica che
privata e prevedeva la realizzato di Viale Augusto, strada rettilinea che
avrebbe collegato la galleria di Piedigrotta al piazzale antistante la Mostra
d’Oltremare, questa’ultima sorta sulla scia della grande suggestione di Napoli.
Gli eventi storici hanno infatti dimostrato che
“l’organizazione economica e territoriale dei Cambi Flegrei è risultata sempre
collegata al destino della città della quale ha rappresentato in ogni epoca la
naturale espansione verso occidente.
Rilaqualificazione del
territorio
L’area di
riferimento è interessata da un processo di riqualificazione socio-territoriale
su cui sono centrati una serie di progetti di sviluppo di attività
terziarie(alternativo al precedente indirizzo industriale fondato, invece,
sulla siderurgia pubblica), lasciando intravedere un impatto di vasta portata
socio-economica che si estende alla più ampia area metropolitana. Inoltre, tale
processo emerge dalla necessità irrinunciabile dell’affermazione del
principio dello sviluppo sostenibile ed eco-compatibile.
La progettualità,
infatti, pongono al centro dell’attenzione la valorizzazione delle risorse
naturistiche esistenti e la creazione di nuove attività economiche compatibili
sotto il profilo ambientale. I temi dello sviluppo sostenibile, della tutela
ambientale, della qualità della vita sono diventati di estrema importanza per
l’intera collettività. Il miglioramento della qualità della vita si deve
tradurre nel miglioramento delle condizioni di fruizione degli spazi collettivi,
recuperando, dove possibile, la naturalità preesistente.
Cosa prevede il piano della variante
La variante al piano
regolatore x la “zona occidentale”, approvata nell’aprile 1998, il cui piano
esecutivo è stato di recente ratificato dal Consiglio comunale, è il nuovo
strumento urbanistico che per Fuorigrotta prevede le seguenti trasformazioni:
Realtà a
Fuorigrotta è l’Ente”Mostra d’Oltremare” che si sta trasformando in Società per
Azioni. L’Ente sta accorpando allo spazio fieristico anche la zona comprendente
lo zoo, edenlandia, i campi da tennis, il palasport e la piscina
olimpionica, area che sarà dedicata al”parco del tempo libero”. Nella primavera
del 1999 la mostra è stata per la prima volta aperta al pubblico; chiunque
poteva entrare e grazie all’iniziativa dei parchi della Città di Napoli promossa
dall’Ente Comunale, è stato possibile visitare gli spazi della mostra,
passeggiare scoprire le aree verdi, la fontana Esedra, il teatro, l’arena,ecc.
L’Ente mostra,
attualmente, in partenariato con il comune sta cercando di portare avanti per la
prima volta un progetto sulla mostra perché, fino ad oggi, la struttura è stata
un coacervo di attività, fieristiche, sportive, culturali, ecc., comunque avulse
da qualsiasi tipo di normativa e di legislazione.
“Si sono aperte
tantissime opportunità, rispetto all’allestimento. Prima lavoravano pochissime
ditte di allestimento adesso stiamo facendo quasi quotidianamente delle gare per
gli allestimenti, per i trasporti,per le movimentazioni, ma anche per attività
più semplici,meno complesse, meno articolate.
Si possono
esplorare nel settore dell’industria culturale ampi spazi che possono essere
aperti su due territori e che potrebbero sposarsi benissimo con le scelte fatte
dall’amministrazione culturale e già presenti nel piano regolatore, non soltanto
quindi nei confronti di un ulteriore peso della Città della Scienza.
Un discreto
fermento di imprenditorialità giovanile legata a forme di associazionismo
produttivo nei settori dello spettacolo anche legato all’utilizzo delle nuove
tecnologie comunicative, dall’informatica alla telematica, cinema,teatro,musica
possono essere settori trainanti, pensiamo per esempio al settore musica.
Nel Piano,
infatti, sono previste delle aree destinate a grandi manifestazioni e concerti
all’aperto o al chiuso, strutture di supporto quali scuole di musica, sale di
registrazione, di produzione e post-produzione ecc. L’elemento fondamentale dal
quale bisogna partire è la quantità di giovani secolarizzati nell’area, si
tratta di una percentuale molto alta con punte particolarmente interessanti nel
campo dei laureati.
“Una volta
tendeva ad andare via chi non era in possesso di un titolo di studio, mentre chi
aveva un minimo di cultura tendeva ad entrare nel mondo dell’industria, oggi
succede il contrario: vanno via gli secolarizzati”.
Il tentativo
dovrebbe essere quello di rendere accessibili tutti gli strumenti a disposizione
per il lavoro autonomo. In altre parole l’iniziativa Bersani per il terziario
avanzato, la legislazione per la nuova imprenditorialità. E’ necessario creare
dei punti di ascolto delle esigenze del territorio, per dare risposte in tempo
reale a chi può pensare di utilizzare dal punto di vista imprenditoriale le
risorse locali. Non esiste una soluzione univoca,ma bisogna creare le condizioni
di attrattività nella zona. E’ tutto un discorso di creazione di infrastrutture
sul territorio. Bisogna, come dire, aumentare la dotazione di base del
territorio stesso. Non vale più la politica di settore,ma bisogna migliorare
tutta la qualità infrastrutturale:l’accessibilità, la circolazione, le reti
telematiche e probabilmente solo allora ci sarà una promozione: il milieu
territoriale.
“Tant’è vero che
sto osservando con riferimento al mondo industriale, che addirittura, quando in
un territorio come questo un’azienda diventa troppo innovativa, è pericolosa
perché perde il contatto con il mercato locale, con i fornitori e i consulenti
locali; taglia fuori il rapporto con la città. Quindi, in questa città le punte
di diamante hanno poco da esprimere”.
Il ruolo delle produzione
innovative
Accanto al settore turistico
va senz’altro annoverato, come settore trainante di un possibile sviluppo del
quartiere quello della ricerca scientifica.
Il quartiere ospita,
infatti, nodi importanti di ricerca scientifica e di innovazione tecnologica.
L’istituto motori è uno dei
centri più importanti per quanto riguarda la ricerca sulle motoristica,
sull’impatto ambientale dei vari tipi di motori;ed ancora oggi rappresenta un
punto di riferimento di auto prestigio al livello Europeo. Nell’area sono
localizzati altri poli della ricerca come l’Enea e il CNR .
Quindi, da una parte si fa
formazione e dall’altra si creano attività produttive, non solo di valore di
scambio, ma anche di carattere più sociale, con l’obiettivo per entrambi i casi
di creare posti di lavoro.
Le
Attività
Il quartiere di Fuorigrotta, è
sviluppato sul terziario e sul commercio e ospita funzioni di primaria
importanza per l’equilibrio dei poteri della città.
Prima del processo di
urbanizzazione il quartiere si presentava come una zona di campagna, con piccole
attività agricole. Quel poco di artigianato,nato dall’economia contadina è oggi
quasi del tutto inesistente: un artigianato povero fatto di produzione a mano di
ceste e stumenti per il lavoro in campagna.
La popolazione di Fuorigrotta si
presenta con una grossa varietà sia sul piano sociale che economico:
·
abbienti, appartenenti al settore terziario, ma soprattutto alla
fascia dei commercianti;
·
piccola borghesia impiegatizia insediata nell’area di edilizia
popolare molto estesa;
Al di là degli schieramenti
ideologici, appare chiaro che il tessuto sociale ed economico e disgregato e non
supportato da una solida cultura imprenditoriale.
A fare da cerniera tra i due
quartieri di Bagnoli e Fuorigrotta é l’area di Cavalleggeri, appartenente alla
Circoscrizione di Fuorigrotta, concepito come area residenziale destinata
agli operai dell’Italsider provenienti dalla periferia di Napoli e oltre. Con la
chiusura della fabbrica il quartiere ha subito una radicale
trasformazione: vi imperano attività commerciali di grandi dimensioni diventati
un punto di riferimento di acquisti di ogni genere, soprattutto per gli
abitanti di Posillipo. In oltre , il commercio è ai limiti all’abusivismo e
l’illegalità.
“Cavalleggeri è una zona dove
non si lasciano scontrini fiscali; non c’è ricettazione che io sappia, però
questi fortissimi sconti non avrebbero ragion d’essere, però è anche gente(anche
ex operai) che si è arricchita velocemente con questo sistema e che hanno ormai
una certa mentalità. Questa riconversione non è stato un bene per il quartiere
perché oggi i bambini sono abituati al soldo facile, a non tener nessun conto la
cultura, mentre prima, nel quartiere operaio c’era il desiderio che il figlio
studiasse, che migliorasse…”
L’atteggiamento nei confronti del lavoro
C’è un approccio più attento verso la flessibilità del
lavoro da parte di giovani con titolo di studio medio-alto.Può essere vista
come una condizione di costrizione:”si prende quello che c’è” , oppure come una
libera scelta dettata dai percorsi formativi e dalla cultura del rischio.
“Da un punto di
vista dell’atteggiamento dei giovani verso il lavoro il quartiere è diviso in
due , i ragazzi che studiano e sono ambiziosi ,perché questo è un quartiere che
ha tanti ragazzi che vanno all’università e forse perché, crollato un po’ il
mito operaio dopo la caduta dell’Italsider , c’è stata una presa di coscienza
di studiare e formarsi. E’ una fascia di ragazzi che è sicuramente minoritaria
che esiste ed è forte e determinata.
Disagio sociale
Accanto al
disagio di tipo economico molto spesso si pone , in modo più sotterraneo ,quello
di tipo sociale-culturale.
Infatti uno dei problemi del quartiere di Fuorigrotta ,ad
esempio ,riguarda il livello alto di sottocultura ,poiché la fascia colta
socializza e fa cultura altrove e usa il quartiere soltanto come dormitorio.
Non c’è un rapporto di integrazione tra le parti del
quartiere.luoghi di socializzazione non ne esistono, mentre vi sono aree
ghettizzate come il rione ultrapopolare di Campegna.
“La piazza centrale di questo quartiere,(piazza S.
Vitale) manca di identità culturale;non è vissuta dall’abitante del quartiere di
Fuorigrotta in qualche modo frequentata dai barboni.Alta è la presenza di
immigrati che usano la piazza come luogo di incontro. A fronte di queste
problematiche la circoscrizione sta cercando di animare la piazza con delle
iniziative culturali di spettacolo in occasione delle festività.”
Immigrazione
A Fuorigrotta negli ultimi anni si è
verificato un aumento di domanda di lavoro nel settore domestico, soprattutto
per ciò che riguarda il mercato informale. Dietro questo fenomeno si cela non
soltanto il grande problema della solitudine della terza e quarta età, ma anche
i problema delle straniere clandestine, che si incrocia con quello degli
anziani, in quanto va a soddisfare il bisogno di assistenza e di compagnia di
questi ultimi. Lo stato di clandestinità permane a causa della lentezza della
burocrazia nel rilasciare i permessi di soggiorno.
Il luogo di incontro degli immigrati
extracomunitari provenienti dai paesi dell’Est e dal Maghreb è piazza San
Vitale, di fronte alla omonima chiesa.
La Parrocchia di San Vitale è molto
attiva nell’accoglimento e nel soccorso degli immigrati e per questo ha dovuto
affrontare inizialmente l’ostilità di alcuni cittadini mal tolleranti gli
episodi di risse e disordini che occasionalmente si sono verificati
(la
Parrocchia offre servizi quali: la mensa, con cento pasti caldi giornalieri;
l’ambulatorio per piccolo pronto soccorso; le docce; attivati grazie all’opera
di volontariato di giovani e degli studenti universitari e dell’associazione
“Emanuel” costituita da ex tossico dipendenti, e “Alcolisti anonimi” )
I Servizi
Servizi sociali
istituzionali
Circoscrizione Fuorigrotta |
Via Benedetto Cariteo, 52 Tel.
0815935636 |
Biblioteca "A. Caccioppoli" |
Via Zanfagna,3 Tel.
0815931983 |
Centro servizi sociali |
Via Canzanella Vecchia, 28 Tel.
0815939414 |
Comando vigili urbani |
Via Cicerone, 18 Tel.
0816100745 |
Le Scuole del quartiere
|
|
Circoli
didattici
|
63° Circolo Didattico "Andrea Doria"
39° Circolo
Didattico "Giacomo Leopardi" |
78° Circolo
Didattico "Alessandro Lala" |
91° Circolo Didattico "Consalvo" |
|
Scuole medie |
S.m.s. "Tito Minniti"
Via Consalvo |
S.m.s "Silio Italico"
Via Giulio Cesare
|
S.m.s "Poliziano"
Via Campegna |
|
Scuole superiori |
I.T.I.S. "F.
Giordani"
Via M. da Caravaggio, 184 Tel. 0817144401
Succursale
I.T.C. "M. Pagano"
Via Consalvo
Istituto d'Arte
"Boccioni"
Interno Mostra d'Oltremare
Liceo Scientifico
Copernico (P.co S. Paolo)
Tel. 0817673677 |
Facoltà Universitarie |
Ingegneria
Economia
Fisica
Matematica
Informatica
Maaatematica |
Strutture
sportive
A Fuorigrotta é presente il
famosissimo
Stadio S.Paolo , ed inoltre sono molto importanti, la
Piscina Scandone il
Centro C.O.N.I. per il Tennis.
Divertimenti
L'Edenlandia
é il parco dei divertimenti per i bambini. Per i grandi un attrazione é il
Boowling.
Stranamente in zona non cisono cinema.
Un altro
luogo di attrattiva per i bambini é lo
Zoo.
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