INTRODUZIONE
Ci misi molto tempo a capire da dove venisse.

Il piccolo principe, che mi faceva una domanda dopo l'altra, pareva che non sentisse mai le mie.
Cosi, quando vide per la prima volta il mio aeroplano, mi domandò:
"Che cos' è questa cosa ?"
"Non è una cosa, vola. È un aeroplano. È il mio aeroplano". Ero molto fiero di fargli sapere che volavo.
Allora gridò : "Come? Sei caduto dal cielo!"
"Sì" , risposi modestamente."Ah! Questa è buffa..." 
E il piccolo principe scoppiò in una bella risata che mi irritò.
Poi riprese : "Allora anche tu vieni dal cielo! Di quale pianeta sei ?"
Intravidi una luce, nel mistero della sua presenza, e lo interrogai bruscamente: "Tu vieni dunque da un altro pianeta?"
Ma non mi rispose.
Scrollò gentilmente il capo osservando l'aeroplano.
"Certo che su quello non puoi venire da molto lontano..."

E si immerse in una lunga meditazione. Poi, tirando fuori dalla tasca la pecora che gli avevo disegnato il giorno prima, sprofondò nella contemplazione del suo tesoro. Voi potete bene immaginare come io fossi incuriosito da quella mezza confidenza su  "gli altri pianeti".
Ogni giorno imparavo qualche cosa sul pianeta, sulla partenza, sul viaggio.
Anche questa volta fu merito della pecora, perché bruscamente il piccolo principe mi interrogò, come preso da un grave dubbio : "È proprio vero che le pecore mangiano gli arbusti?"
"Si, è vero"."Una pecora se mangia gli arbusti, mangia anche i fiori che hanno le spine?"
"Si. Anche i fiori che hanno le spine".
"Ma allora le spine a che cosa servono?"
Non lo sapevo. Ero in quel momento occupatissimo a cercare di svitare un bullone troppo stretto del mio motore.
"Le spine non servono a niente, è pura cattiveria da parte dei fiori".
Ma dopo un silenzio mi gettò in viso con una specie di rancore: "Non ti credo!
I fiori sono deboli. Sono ingenui. Si rassicurano come possono. Si credono terribili con le loro spine..."
Non risposi.
"E tu credi, tu, che i fiori... "
"Ma no! Ma no! Non credo niente! Ho risposto una cosa qualsiasi. Mi occupo di cose serie, io!"

Mi guardò stupefatto.
"Da migliaia di anni le pecore mangiano tuttavia i fiori. E non è una cosa seria cercare di capire perché i fiori si danno tanto da fare per fabbricarsi delle spine che non servono a niente?
Non è importante la guerra fra le pecore e i fiori?
E se io conosco un fiore unico al mondo, che non esiste da nessuna parte, altro che nel mio pianeta, e che una piccola pecora può distruggere di colpo, così un mattino, senza rendersi conto di quello che fa, non è importante questo!"

Arrossi, poi riprese:  "Se qualcuno ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda." 
Non poté proseguire.
Scoppiò bruscamente in singhiozzi. Era caduta la notte. Su di una stella, un pianeta, il mio, la Terra, c'era un piccolo principe da consolare! Lo presi in braccio. Lo cullai. Gli dicevo:
"Il fiore che tu ami non è in pericolo... Disegnerò una museruola per la tua pecora... e una corazza per il tuo fiore... "