Sara Tremolizzo
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Una presenza pervasiva Una musica diventata non voluta, una musica subita e dunque non più fonte di piacere e sollievo dai nostri affanni, come era considerata in passato dallantica Grecia a Schopenauer, ma fonte di malessere, musica che diventa disperazione. Già Kant metteva in evidenza il fatto che la musica raggiunge anche coloro che non vogliono ascoltarla affermando quindi che, diversamente dalle arti visive, Alla musica è propria quasi una mancanza di urbanità. Se allonnipresenza si aggiunge lamplificazione, la sensazione di disagio si moltiplica al punto da parlare di inquinamento musicale. Linquinamento musicale, che si può considerare un caso particolare di inquinamento acustico, è un problema che emerge in particolare nelle città, anche se ancora non è diffusa la consapevolezza del potere inquinante della musica, la quale in genere è considerata fonte di piacere. La musica, infatti, occupa uno spazio fisico e psichico e invade lo spazio interiore e relazionale della persona. Non ci si può sottrarre alla musica, come si può fare con qualcosa che vediamo: le orecchie non hanno palpebre. Nel momento in cui il luogo, la situazione, ma soprattutto il nostro stato fisico e psichico non richiedono la presenza della musica, essa diventa fastidiosa, insopportabile, anche se si tratta di una musica che amiamo. Questo vale ancora di più per un musicista, il quale non può fare a meno di seguire la musica che, come una lingua nota, cattura il sistema cognitivo ed emotivo nella rete della sua organizzazione ritmica armonica e melodica. Benessere psicofisico La costante presenza della musica ignora, quindi, i principi di convivenza civile. Linquinamento musicale è, quindi, una questione di civiltà. Il problema è moltiplicato dalluso dellamplificazione, per cui aumenta la violenza della musica imposta al di sopra della soglia fisiologica di tollerabilità, si dilata lo spazio invaso e, quindi, il numero di persone che possono subire danni a livello uditivo e psichico. La semplice abolizione degli amplificatori renderebbe più vivibile il nostro ambiente, non solo le città, ma anche i luoghi di vacanza. Sempre, nelle sere destate, invece delle onde del mare e del canto dei grilli, sono costretta a sentire la musica ritmata e ossessiva proveniente dal villaggio vicino che, invadente, cancella la voce della natura e non lascia nemmeno dormire. Il problema ha risvolti inquietanti dati gli effetti che la musica è in grado di creare. Essa incide sul sistema limbico e induce allattivazione senso-motoria, fa emergere ricordi, agisce sulla memoria. In molti locali sono proposte nelle ore di punta musiche più forti e più veloci, che vanno ad influire sul sistema fisiologico. In certi ristoranti, per esempio, viene diffusa musica ad alto volume e ritmata per accelerare il ritmo dellalimentazione e dunque il rinnovo dei clienti, cioè per aumentare il ritmo di produzione. (C. Cuomo) L'abuso distorce l'esperienza Per raggiungere un livello di ascolto più profondo occorre, come sottolinea Daniel Levy, ottenere più significato dal silenzio. Tutte le forme di sordità causate da volumi alti hanno fatto sì che vita sia sinonimo di rumore e morte sia sinonimo di silenzio (intervista con Daniel Levy pubblicata sulla rivista inglese Positive Health Linquinamento musicale ha, quindi, un risvolto educativo. Inquinamento acustico In Europa circa 130 milioni di individui sono esposti a livelli di rumore considerati inaccettabili, l85% di costoro ne riceve danni non trascurabili. Più del 15% della popolazione europea è vittima di rumori eccessivi durante la notte (oltre i 65 dB). Ascolto consapevole C. Cuomo, Inquinamento musicale una questione di civiltà, relazione introduttiva al convegno Musica Urbana, Il problema dellinquinamento musicale, Bologna, maggio 2002 tra udire e ascoltare vi è la differenza che passa tra una mera percezione quantitativa dei suoni, che non vengono interpretati, ed una percezione qualitativa che via via mette in atto processi cognitivi superiori.
Ad un livello superiore, ascoltare
è coinvolgimento del soggetto nellatto di interpretare la cosa ascoltata, perciò è un esercizio di intelligenza. Silenzio Nella nostra società rumorosa non cè spazio per il silenzio, vissuto come stasi, immobilità, horror vacui. Invece il silenzio è attività: permette lattenzione, la capacità critica. il silenzio è diventato oggi nei termini propri dellecologia- risorsa, e da un punto di vista giuridico bene comune. |
Sitografia (torna al testo)
Convegno di Bologna: Il programma: Il comunicato stampa sulle conclusioni Relazione Cuomo: Relazione G. La Face Bianconi: Relazione Magrini: Relazione Calzolaio: |