Ricordo di Sergio Dragoni

Sergio Dragoni, nella Milano di quei tempi, attorno al '68, era uno che contava davvero...

Eppure girava in bicicletta, non arrivava con auto blindata e autista, no, arrivava in sella ad una bici coi freni a bacchetta!

Era veramente quello che si può definire un 'signore' - aveva infatti il dono dell'umiltà, quella vera, mai affettata, e ricordo come era semplice e concreto nei Consigli di Direzione ai quali partecipava quando era richiesto...

Ricordo il suo magnifico studio, le volte magnificamente affrescate, ma mai era ostensione, ne ricordo il buon gusto, ma soprattutto ho ben presente come sapeva ascoltare, e anche con il cuore: virtù di pochi.

A me, studente desideroso d'indipendenza procurò non una ma due case, e questo lo fece anche per altri, e distribuì aiuti concreti, concretissimi.

Con Roma pestò spesso i pugni sul tavolo.

Mai prevaricò una sola volta nella didattica o nelle manifestazioni della scuola: non sarebbe stato nel suo stile!