Ecco "l'ultimo saluto" rivolto ai colleghi nel maggio 2003
da Gerardo Bizzarro, al momento delle sue dimissioni: |
Cari colleghi, colgo loccasione di questo collegio per ringraziare quanti di voi hanno tentato di dissuadermi dalle dimissioni, dimostrandomi stima e affetto personalmente o attraverso le firme apposte ad una petizione consegnatami. In questi ultimi anni purtroppo ho, e forse abbiamo, assistito ad un progressivo cambiamento della materia su cui noi docenti lavoriamo: gli studenti. Non trovo più davanti a me, nel lavoro, una reazione positiva da parte dei ragazzi, per il bene dei quali, per 35 anni qua dentro ho lavorato. Non cè più quel clima di collaborazione fra me e loro che un tempo registravo. A cosa pensano quando vengono da me? Alluniversità, ad altri corsi, ad altre mille materie che con il loro strumento hanno poco a che fare. Dovè lamore spassionato che noi della vecchia scuola mettevamo nellimbracciare i nostri strumenti, quellamore che ci coinvolgeva totalmente quando ci tuffavamo nella musica? Non lo vedo, non lo riscontro più, e qui nasce lamarezza. Sarete daccordo con me nel considerare che noi veniamo da un mondo che sta scomparendo e alla cui fine non voglio assistere. Credo di non essere il solo a pensarla in questo modo, ma purtroppo spesso mi sono sentito abbandonato in questa battaglia contro un tale peggioramento. Così a poco a poco ho visto mutare il mio stesso livello di aspettativa verso lorchestra. Di fronte a questa realtà non solo mi sono visto perso ma anche attaccato; e a 61anni sono stanco di combattere contro i mulini a vento per poi scaricare tensioni e nervosismi nel mio ambiente familiare. Gli amici non sempre mi hanno sostenuto o forse ho sbagliato io ad aspettarmi troppo da loro, credendo che in nome della musica nelle quotidiane battaglie mi sarei trovato non un amico accanto ma molti colleghi che, superati i piccoli screzi personali, volessero lottare insieme condividendo il desiderio di raggiungere un obiettivo comune. Annovero tra questi amici anche il Direttore, dal quale mi sarei aspettato, se non un riconoscimento per i 35 anni di insegnamento, almeno un segno di umana stima verso la mia persona, in questa difficile scelta delle dimissioni. Gerardo Bizzarro Milano 19 maggio 2003 |