La mia proposta per il corso di
Cultura Musicale Generale - 2001
"Quando sento la parola 'cultura' la mia mano corre
verso la mia Luger".

credo che sia di Goering, ma non ne sono sicuro.

23/27 settembre 2001

Accade ch’io senta parlare di riforma da almeno 32 anni - ne avevo 15 - e non è ancora finita: quanto tempo perduto, proposte innumeri a perdere, nessuna invece sperimentazione in corpore vili - s’inseguono voci, si fanno riunioni, si sprecano preziose energie nell’incertezza del quadro legislativo cangiante, si parla, si parla, si parla…
Mi fermo.
Attendo allora l’uscita del D.P.R. relativo prima di impegnare le mie scarse energie su obbiettivi che solo allora - si spera - potranno esser certi.
Di conseguenza mi pare cosa sensata chiedere una sorta di sabbatico lavorativo, non potendo avere - paese incivile - un sabbatico vero, un anno di libertà di ricerca, di studio e di pubblicazioni.
E spendo le mie residue energie propulsive nell’elaborazione di questo documento.
In questi 32 anni il mondo è cambiato tanto da diventare irriconoscibile - forse dovremo tornare ad antiche essenzialità - ma è ora necessario fare il punto su molto: il sapiente poeta de “Il Piccolo Principe” nel 1939 si considerava un sopravvissuto - e io come lui - quando scriveva:


Stiamo appena cominciando ad abitare la casa nuova, che, inoltre, non è ancora finita di costruire.
Intorno a noi tutto è cambiato con una tale rapidità: rapporti umani, condizioni di lavoro, usi e costumi. Persino la nostra psicologia è stata scombussolata dalle sue più intime fondamenta.
Le nozioni di separazione, assenza, distanza, ritorno, pur continuando ad essere espresse con le medesime parole, non contengono più le medesime realtà.
Adoperiamo, per capire il mondo di oggi, una lingua che si formò per il mondo di ieri.
E la vita d’un tempo passato ci appare più consona alla nostra natura per l’unico motivo ch’è più consona alla lingua che parliamo.

Antoine de Saint-Exupéry - Terra degli uomini

Individuazione del problema e degli obbiettivi

Nel conservatorio riformato - se il presupposto allo stato dei fatti è corretto - ci sarà un’area grigia di studenti, nel futuro triennio, che dovrà colmare il fosso dei crediti formativi: io ne terrei conto nella concettualizzazione di come si possa “riciclare” - nella sua accezione migliore - questo nostro corso. Lascerei proprio quel «Cultura Musicale Generale» - individuandone i contenuti precisi secondo le necessità emergenti dal quadro generale della riforma e delle personali situazioni degli studenti afferenti.
Il contrario esatto di quel che talvolta si fa, ossia del cambiare il nome lasciando intatto il contenuto…
Si potrebbe configurare una ‘zona’ intermedia tra quelle che sono/saranno le acquisizioni date dalla teoria e solfeggio - un primo livello (e come sono/saranno riciclate) e quelle delle numerose classi d’analisi - forse specialistiche - un terzo livello insomma, che necessitano di conoscenze anteriori e trasversali.
A chi si rivolge: attualmente agli alunni del corso biennale
Obbiettivo: l’acquisizione di conoscenze necessarie ad una autonoma ricerca, i cui metodi saranno sviluppati durante l’anno, punto di partenza è l’acquisizione di argomenti e di pratica armonica finalizzati all’analisi armonica e formale.
In futuro - probabilmente - come corso tra quelli che saranno necessari a sanare i debiti formativi.

Inquadramento teorico-concettuale

Amo la definizione «Cultura musicale generale», saggezza dei nosti padri, e parole precise, che non sono propriamente quel gergale e riduttivo “armonia complementare”, no, pongono l’accento sul fattore “Cultura”, un indirizzo umanistico preciso sotterrato da tonnellate d’inutili bassi da alcuni e da inconsapevoli analisi da parte di altri.
Per “generale” intendesi invece cose o fatti comuni e applicabile ad un intero ordine di fatti che formano un genere, una categoria, un insieme, in opposizione a “particolare” o “speciale” - sintesi mia dallo Zingarelli e dall’Oli-Devoto
Un offrire mattoni e coordinate per comprendere, un formare basi per costruire altro, un concetto umanistico, un’isola nel mare della tecnica strumentale.
Solo la stoltezza degli italici legislatori, che non hanno saputo adeguare via via i nostri programmi, pare oggi responsabile del fatto che non si guardi a questa materia - ma tutti non sono così miopi - nei termini giusti. Che non sono solo quelli dell’armonia e dell’analisi, ma anche - e forse soprattutto - oggi - di una comprensione di fenomeni che si vanno via via svelando: il problema “consonanza vs dissonanza” per citarne uno, di cui scopriamo vieppiù i legami con la fisiologia piuttosto che con l’estetica, e di cui basterebbe la consapevolezza del problema - nei termini corretti - per stimolare accurate riflessioni tanto nei compositori quanto negli esecutori.
Un prendere in considerazione anche qualche elemento di psicologia della percezione, che non sarà certo quella dello specifico auspicabile corso (cosa “particolare”). Cosa s’intenda per linguaggio (e penso alle parole di Nattiez se la musica lo sia o no). In ogni caso riterrei che la musica non sarà mai totalmente svelabile, rimarrà sempre un quid d’insondabile, a renderla fascinosa più che le altre Arti. Un oscillare quindi tra le opposte sponde della tecnica - necessaria - e della poesia/sensazione/sentimento, dell’oggettivo e del soggettivo. Di “generale” in altro senso esiste oggi la Internet e una conoscenza - e della ‘spazzatura’ - diffusa di cui è necessario catalogare cosa sia valido e cosa no, e un minimo di criteri oggettivi, i ragazzi devono imparare ad utilizzarla e necessitano di coordinate (vedasi il mio scritto che allego). Una sperimentazione presuppone un laboratorium , un metter le mani nelle cose, e quello che ci sarebbe da sperimentare oggi è anche il rapporto tra i mezzi offerti dalla tecnologia e l’apprendimento/ricerca relato all’interesse - da verificare - dei nostri alunni, alla messa a punto delle nostra capacità.
Elaboratore, multimedialità sono i mezzi - utensili - che nel nostro specifico dobbiamo sperimentare.
E introdurre “argomenti” innovativi.
Come? Quando? Dove? Perché? Non si procede, in un campo così delicato, per dogmi e slogan, ma con la riflessione.
Il metodo

«Caminantes, no hai caminos, hai que caminar»

“Oh voi che camminate, che andate, non ci sono cammini, non ci sono strade indicate, ma bisogna camminare, andare”
Toledo - Chiostro del 1300 - Traduzione di Luigi Nono.

Scrive Feyerabend nella prefazione del suo Contre la méthode - Contro il metodo - Abbozzo di una teoria anarchica della conoscenza - “…la scienza è un’impresa essenzialmente anarchica: l’anarchismo teorico è più aperto a incoraggiare il progresso che non le sue alternative fondate sulla legge e sull’ordine” (pag 15), se lo si può dire della scienza, figurarsi a proposito della musica che è tecnica e poesia e quant’altro?
(Qualche problematica, per sovrappiù, il sistema dei crediti così strutturato pare porla - apparentemente senza quelle elasticità che esercitiamo tutti, almeno ufficiosamente. Con il nostro buon sistema che deriva dalla bottega rinascimentale qualche rettifica parrebbe necessaria)

Inquadramento del problema “nuove tecnologie” in rapporto alla didattica.

Buon senso in primo luogo, ossia non avere soverchie speranze che siano una panacea dei nostri mali. Vanno utilizzate per quello che possono offrire di buono. Un aiuto alla memoria e una facilità e comodità di ricerca in primis, e, cosa da indagare, i meccanismi dell’apprendimento e l’organizzazione.
Non credere che l’ipertesto sia produttivo, anzi, probabilmente il contrario, qualora non vi siano buone basi ad ancorare il navigatore all’oggetto della sua ricerca. Le lezioni in linea possono avere una loro funzione, ma limitata, si pensi alla Scuola Radio Elettra [per corrispondenza negli anni ’30, telematica oggi]: nessuno studente serio - e magari abbiente - ahimé - si rivolgerà mai alla medesima per studiare.
Le nuove tecnologie non vanno né mitizzate né demonizzate, e se un alunno vuole continuare a scrivere con carta e matita, sarà nelle disponibilità della sua individuale libertà il farlo.
Le coordinate per inquadrare queste problematiche in fieri si possono trovare ne Il mondo digitale - Laterza e in Confessioni di un eretico high-tech - Garzanti e, da ultimo in La scuola si è rotta - Laterza.
Testo equilibrato e informativo il primo, critico - con molte ed evidenti ragioni il secondo, il terzo pone in discussione il modo classico d’apprendere che è quello “simbolico-ricostruttivo”, portato del linguaggio (e dallla stampa), e di quello “percettivo-motorio”, quello istintivo-animalesco dell’uomo
Ho appena iniziato questo libro, ma mi verrebbe subito da riflettere sulle implicazioni relative allo studio della musica. E di come il modo ‘percettivo-motorio’ (il gioco, l’esperienza, la prova ed errore…) sia già tipico dello studio dello strumento in Conservatorio - relato al concetto di bottega.
Tipico anche dell’apprendimento del/con l’elaboratore: tipo di studio nel bene e nel male forse prevalente in Conservatorio, e di come, forse, vada bilanciato con ben altra benzina per il cervello. Ci sto meditando, ma penso che tutte le cose che vengono dagli states vadano filtrate/valutate/ricentrate con la nostra cultura antica di europei: coi videogiochi s’abbattono magari le torri, e ci si esercita l’orecchio, ma, ma...
La questione è molto complessa. Ci sto studiando. (vedasi citazione dall’Antinucci in appendice)
Relato alla consapevolezza di ogni problematica della conoscenza oggi - inviterei a leggerlo -
Raffaele Simone - La Terza Fase - Forme di sapere che stiamo perdendo - Laterza - 2000.
Sarebbe tradirlo citarne stralci.

Corollari al metodo
In due interviste, Luigi Nono cita:
“Intenderete molte cose ove la ragione non è amica del senso, né il senso è capace della ragione” Nicola Vicentino, citato da Nono : “dove la scienza non riesce più a spiegare là comincia la vita”
“Seguendo il concetto di Wittgenstein, in base al quale la scienza procede per errori, molte volte abbiamo constatato che gli errori, improvvisamente, ci spalancano altre possibilità” - AA.VV. Nono - EDT.

I contenuti

(al di fuori dell’inquadramento teorico, questa parte si metterà a punto
solo dopo l’approvazione e d’intesa con le parti interessate)

I contenuti non sono poi così importanti rispetto al metodo (vedi «La scuola si è rotta»), quanto il metodo e la possibilità di lasciare larghi spazi individuali e una continuità lavoro tale di poter andare e tornare. Tutto il contrario delle gabbie del solito programma ‘da eseguire’ (lessico informatico), anche se, ovviamente, in una istituzione pubblica delle garanzie certo ci devono essere, ma date forse più da linee guida che da contenuti cogenti al 100/100. (vedasi Antinucci)
Inderogabile necessità è oggi quella di fare ricerca, sia per i docenti - aggiornamento sensato, motivato e motivante - anche per gli allievi, come metodologia di lavoro.

La pratica armonica inerisce al pervenire alla realizzazione di un basso di difficoltà ragionevole (vedansi i due miei bassi scelti dai commissari nel giugno 2000 e 2001, anche più facile, se possibile, per liberare energie) e ad una concatenazione di modulazioni come d’uso nel nostro conservatorio.

Laboratorio/esercitazioni/ricerche

Utilizzo di programmi applicativi evidenzianti le strutture/tessuti compositivi (a partire da file MIDI)
Ricerca, valutazione, catalogazione e utilizzo - anche - di analisi esperite in rete
Verifica dell’interesse degli alunni nei confronti delle tecnologie possibili e delle loro capacità di muoversi nella Internet alla ricerca di materiale - informatica umanistica vs informatica ludica

Esemplificazione di contenuti possibili:

Armonia - argomenti usuali al corso - con esercizi adeguati (riferimento: Delachi-Coltro)
Analisi relate alle forme più importanti, che usualmente si fanno
Esempi di argomenti:
Melodia/armonia
Consonanza/dissonanza
Polifonia/monodia
Trascrizione/riduzione
Inquadramento della questione dell’estetica
Musica tonale/musica atonale
Cenni di psicologia della percezione
Cos’è un’edizione critica
La musica nell’epoca della sua riproducibilità: riflessioni
Il mercato musicale: riflessioni.
Elementi di teoria delle forme/forme musicali in generale
Spunti di analisi shenkeriana
Elementi di teoria e storia della Internet
Motori di ricerca - metamotori - motori specializzati
Elementi di biblioteconomia e ricerche in rete
Criteri di valutazione di un sito


Le verifiche - esame finale

Verifiche: durante l’anno uno stretto contatto con il responsabile di area e la direzione, per la verifica finale - esame - eventuali aggiustamenti d’intesa con la direzione verso metà maggio.

Breve digressione prima delle conclusioni.

Espresse considerazioni di carattere ‘ideologico’ e programmatico, srotolo una digressione esplicitante il fatto che mi sono occupato - solitario - negli ultimi due anni d’apprendere coordinate in merito a nuove tecnologie - Internet - multimedialità - comunicazione.
Un lavoro di autoaggiornamento che auspico trovare sbocco istituzionale, ma, a proposito di aggiornamento, non posso non esplicitare una riflessione sulla storia del DIM (Dipartimento per l’Informatica Musicale).
Nel 1999 torno al mio conservatorio e vi trovo una interessante struttura nella quale m’inserisco felice. Un anno di lavoro teso e motivato da parte di un bel gruppo di colleghi, magari anche amici da tempo - realizzo con Attilio Lunardi il Logo e la grafica del dipartimento - essendo anche chargé della comunicazione [la venuta di Farncesco Micheli aveva anche suscitato non poche speranze, visti i suoi interessi nel settore dell’informatica/Internet], per un anno mi aggiorno a tappe forzate sui sistemi operativi del Macintosh e sui programmi di base (in un paio d’anni ho anche speso una dozzina di milioni in attrezzature informatiche - per non dire dei libri attinenti…), m’interesso prevalentemente della Internet, in una suddivisione interna di interessi e relativi incarichi, formalizzata solo alla fine dell’anno, entusiasta mi metto a disposizione di colleghi ed alunni per ricerche, un pomeriggio alla settimana in aula multimediale. L’estate acquisto un programma “Practica musica” e inizio a studiarlo, intenzionato ad utilizzarlo l’anno successivo.
L’anno successivo (2000), invece, tale struttura appare svuotata e disincentivata, vive solo di riunioni, non si sa a qual fine, visto che le deliberazioni e le richieste frutto di tali riunioni, sono sempre disattese, si fa un sito Internet senza nessun collegamento con il DIM. Si gira a vuoto.
Ci si dovrebbe interrogare - tutti - sul perché abbiamo sprecato un anno che si sarebbe potuto altrimenti spendere per mettere a punto e focalizzare meglio le nostre competenze-conoscenze, sperimentato, valorizzate e motivate le risorse interne, provate un minimo di strutture - qualche computer è arrivato solo alla fine di aprile (per altre cose i soldini si sono saputi trovare) nonché quei rapporti istituzionali necessari a talune realizzazioni.
Quindi i membri scoraggiati e demotivati, realizzata a fine anno, una piccola attività di colloqui informativi impropriamente denominati seminari, un incontro con la comunità dei ragazzi del Liceo, finalizzata al ‘pescaggio’ di alunni per le classi di musica elettronica, uno sportello informatico che ha svelato l’interesse degli utenti solo nei confronti di Finale e di SmartMusic (ossia alla stretta operatività).
Poi la notizia di una sala di registrazione che si farà senza che siano state verificate le necessità ed i rapporti con la didattica - segnatamente con le classi di musica elettronica - cosa evidente in una struttura di istruzione e non di sola produzione, meglio, la cui produzione eventuale dovrebbe essere prevalentemente finalizzata alla didattica e alla documentazione.

Questa estate ho realizzato la traduzione/adattamento in italiano d’un sito in francese, realizzato da un collega franco-canadese http://www.multimania.com/mbaron/armonia-it.htm che si è formato sui medesimi trattati che ho utilizzato io.
Questo sito è dedicato alla scrittura musicale Armonia-Contrappunto-Fuga: ne ho tradotto la parte concernente l’armonia sto lavorando al Contrappunto. Il sito contiene I file midi degli esempi musicali, una ricca bibliografia (curiosamente anche le biografie e le foto degli autori dei trattati) nonché validi selezionati link. E’ già stato tradotto in spagnolo e galiziano.

L’anno passato (2001) ho prevalentemente insegnato utilizzando l’aula multimediale (ci sarà ancora?), con l’utilizzo di ascolti e raffronti di varie interpretazioni dei pezzi analizzati, molte delle quali scaricate da Napster, esperienza che vorrei integrare e continuare, e in contesto più libero...

« Io cammino nuovi sentieri, a me viene un discorso nuovo;
mi son stancato, come tutti i creatori, della vecchia lingua.
Il mio spirito non vuol più incedere su suole logore »

Friedrich Nietzche - Così Parlò Zarathustra
parte seconda - Il fanciullo con lo specchio.

Conclusioni e richieste

Non ritengo necessaria una sperimentazione apposita e istituzionalizzata, mi basterebbe avere le briglie sciolte, la possibiltà d’indagare a partire dai presupposti che pongo qui, da verificare ed eventualmente rettificare via via, ed una verifica finale che esca magari - se necessario - dalle maglie che i colleghi si sono posti a Milano, e che potrebbero spirare con lo spirare di quest’anno accademico.

Presupposti: tenere due soli corsi, primo e secondo del biennale (oppure continuare con gli alunni che avevo l’anno passato più un corso unico), per poter concentrare le energie su lezioni lunghe e faticose da preparare, evitando una segmentazione degli argomenti, dei problemi, dell’organizzazione interna.
La disponibilità d’una aula multimediale
Sperabilmente un’aula con più elaboratori - connessi alla Internet - a disposizione degli alunni.
Cambio dei giorni: farei lunedì-mercoledì, in modo da avere più giorni per preparare il materiale per le lezioni.
Il collega Beretta è a disposizione per tenere un corso di base di Finale - purché la cosa sia istituzionalizzata e non avvenga su base volontaristica.

Problemi eventuali:

Il fatto che il collega Laganà sia comandato al corso di cembalo e a composizione, potrebbe determinare problemi riguardo il numero di alunni, da distribuire su quattro classi invece che su cinque.
E’ necessario avere a disposizione un numero minimo di elaboratori onde permettere agli alunni di esercitarsi (un minimo di ‘laboratorio’).
Appendice I - citazioni con chiose

«Cosa ha Pindaro di attuale? Niente, per fortuna. Di questo “niente” è fatta anche la musica. Perché ascoltare Bach o Mozart o Haendel? Scrissero tutti per una società che ha poco a che fare con la nostra; soltanto Beethoven e Wagner, per citare due giganti, hanno un linguaggio che può essere colto con una certa contemporaneità. Ma cosa c’entra Mozart con la stupidità televisiva? Che rapporto c’è tra Bach e una nostra campagna elettrorale?
Questi sommi possono parlare allo spirito soltanto se mettiamo a loro disposizione tutto l’ozio che occorre per le cattedrali di armonia che hanno edificato, soltanto se il nostro tempo può permettersi di spendersi per capirli.»

Armando Torno - Le virtù dell’ozio - Mondadori - 2001


E magari delibare, aggiungo io, le esoteriche cose retrostanti, e il rapporto musica-parole, e…
Ecco: da noi servirebbe anche un’area libera e liberata dalla schiavitù dell’efficienza finalizzata alla produzione, dove si seminano semi che germineranno al di là delle contingenze, uno spazio relato anche al necessario otium contrapposto al negotium.
E il ministro Moratti non mi pare insensibile a certi argomenti se si è levata a difendere il nostro glorioso Liceo Classico che il precedente ministro voleva distruggere: la scuola che è una palestra per il cervello.

(«Fortemente strutturato» significa, come abbiamo appena visto, che non è possibile modificarne una parte senza toccare tutte le altre.)
«Naturalmente il sistema può essere violato in toto. Così fanno, ad esempio, molte esperienze didattiche «anomale» più o meno frequenti e più o meno conosciute: se, come professore, decido di rinunciare alla lezione frontale e dialogo con i miei allievi di casi concreti ed esperienziali, affinché ne facciano esperienza in prima persona, e gradualmente e autonomamente vi costruiscano, opportunamente accompagnati e sostenuti, la conoscenza, beh, allora sarà difficile seguire - anzi, eseguire - il programma, condurre le verifiche secondo le prassi consuete, servirsi del testo. Accadrà così facilmente che mi trovi in contrasto col resto della scuola, che mi si dica che «disoriento» i ragazzi o, peggio, che li «plagio», o, ancora, nel casi più blandi, che non do loro una preparazione adeguata.
E, così operano anche - caso completamente diverso, ma altrettanto significativo - le poche scuole in cui dell'apprendimento esperienziale non si può proprio fare a meno: ad esempio, i conservatori musicali, i licei artistici o alcune cosiddette «scuole tecniche». Se si va a guardare come sono organizzate, sotto la superficie delle etichette mutuate dalla nomenclatura tradizionale di «materie», «lezioni», «esami» si nasconde invece una prassi da bottega; e infatti qui la musica e il disegno si imparano. Ma la modalità esperienziale viene adoperata solo per queste conoscenze. Per le altre - italiano, storia ecc. - si pretende invece di procedere col sistema tradizionale. Ma poiché gli ircocervi non esistono e non possono esistere, l'organizzazione primaria, quella più importante - in questo caso quella esperienziale - , non potrà accomodare l'altra, che ne risulterà, proprio come un corpo estraneo, schiacciata e marginalizzata. Di qui la costante lamentela, cui assistiamo da sempre, che in queste scuole non si impara nulla (tranne, appunto, le «materie tecniche»); ancora una volta, come se si trattasse di un perverso disegno che lo Stato perpetra ai danni di queste scuole, magari con l'assegnare loro - come spesso si dice - «Cattivi» professori. Perché e come lo farebbe (visti i concorsi pubblici, le titolarità di cattedra e le graduatorie) sono quesiti cui nessuno si perita di rispondere. Non c'è, invece, né colpa, né caso: si tratta del medesimo problema - stavolta rovesciato - di incompatibilità strutturale.»

Francesco Antinucci - La scuola si è rotta - Mondadori - 2001


* Antinucci dirige la sezione Processi cognitivi e nuove tecnologie del CNR - è stato affiliato al dipartimento di Psicologia dell’Università di Berkeley e al Palo Alto Research Center della Xerox.

Appendice II - parole precise

Il mio errabondo vagare m’ha spinto a cercare - parole precise - che pongo alla fine di questo documento. Le parole devono essere precise - possono persino essere aguzze e taglienti, come insegna Ceronetti dalle sue svariate versioni del Qhoélet. A maggior ragione devono essere precise quando si parla di alunni, cui è dovuta maxima reverentia.
La sclerosi della nostra lingua in campo scolastico va di pari passo con quell’errato procedere metodologico che suole individuare il contenitore prima del contenuto, il barile prima di sapere se ci saranno acciughe, in che quantità e di quale qualità, dandogli subitaneo un nome o un acronimo, una durata temporale, mentre invece nomina sunt consequentia rerum, oggi come ieri.
Ci si mettono poi gli esperti a stendere guideline, talvolta dall’alto delle loro personalità borderline: il saggio Nattiez cita in incipit delle sue voci per l’enciclopedia Einaudi le varie problematiche inerenti le scarse possibilità tassonomiche - date da altri per certe - inerenti vari fenomeni che interessano la musica (ritmo, metro), la definizione stessa di musica in primis, tant’è che fa notare nel prestigioso New Growe of Music and Musicians l’emblematica assenza della voce «Musica», una pietra tombale per tanti famosi nostrani taliban e delle loro certezze in “teoria e analisi”.
Noi, molto umilmente, ci limiteremo a ricordare che una sperimentazione è un “Metodo di acquisizione delle verità scientifiche basato sulla loro verifica sul terreno dell’esperienza”, quindi, semplicemente “nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu”, le somme si possono tirare solo alla fine. Ma da noi s’incardinano sperimentazioni che durano trent’anni, e senza verifica alcuna, basta infatti il fumus che promana da quel magico aggettivo per connotarle di validità.
Uno sperimentale che nella istituzionalizzazione, sia pur necessaria, s’ingessa, mentre magari non si fa quello che sarebbe logico, normale e senza costi aggiuntivi…


Oli - Devoto:
Sperimentale:
Metodo di acquisizione delle verità scientifiche basato sulla loro verifica sul terreno dell’esperienza
Sperimentare:
Sottoporre una cosa a prove e verifiche al fine di valutarne la qualità o la capacità.
Sperimentazione:
Operazione diretta a sottoporre un prodotto, un’attività, un metodo a una serie di prove e di verifiche

Zingarelli - 1999:
Sperimentale:
Che si basa sull’esperienza, che procede per via di esperimenti.
Che si basa sul metodo sperimentale.
Detto di attività che mira alla ricerca e alle sperimentazioni di nuovi metodi e nuove tecniche in un dato campo.
Sperimentare:
Sottoporre qualcosa a esperimento allo scopo di verificarne le caratteristiche, la funzionalità e simili.
Sperimentazione:
Nelle scuole di ogni ordine e grado, la ricerca e la realizzazione di innovazioni sia sul piano metodologico e didattico che sul piano degli ordinamenti e delle strutture.

Laboratorio

Zingarelli - 1999:
Locale o insieme di locali forniti di attrezzature per ricerche ed esperienze scientifiche
L. linguistico: aula scolastica con attrezzature elettronica e meccanica per rendere più efficace l’apprendimento delle lingue
Luogo o ambito in cui si elaborano e si producono esperienze innovative
Locale dove si svolgono attività artigianali
Oli - Devoto:
Locale attrezzato per un’a attività specifica, tecnica o scientifica, di carattere sperimentale o anche produttivo
Est: ambito di concreta verifica e di messa a punto per esperienze d’avanguardia, specialmente in senso politico-sociale, con significato affine a ‘seminario’.
[dal lat. mediev. Laboratorium - der. di laborare - lavorare]


Seminario:
Zingarelli - 1999:
Esercitazione universitaria di carattere specialistico riservata ad un numero ristretto di studenti.
Tecnica di aggiornamento o addestramento di dirigenti, specialmente aziendali consistente in riunioni di gruppo, guidate da un relatore, per approfondire determinati problemi. Riunione di studio, convegno.
Istituto o aula universitaria riservata allo svolgimento di esercitazioni seminariali.
Oli - Devoto:
estens. Sede di studi resa insigne da un alto e fruttuoso magistero culturale e spirituale
Corso specialistico all’interno all’interno di una facoltà universitaria, mediante il quale gli studenti, sotto la guida del professore e degli assistenti, si dedicano alla ricerca scientifica.
Anche: riunione di studio; convegno di esperti per la ricerca di applicazioni pratiche relativamente a problemi di notevole interesse, concernenti i più disparati campi d’attività.
Dipartimento:
Zingarelli - 1999:
universitario: la struttura universitaria che comprende cattedre d’insegnamento di materie affini, anche appartenenti a diverse facoltà, allo scopo di coordinare l’attività di ricerca scientifica.
Oli - Devoto:
Nell’ordinamento universitario italiano, organismo didattico costituito dal raggruppamento di istituti e cattedre affini sotto una sola direzione, per meglio assolvere a compiti di sperimentazione o di ricerca scientifica.
Area:
Zingarelli - 1999:
4 - est. fig. : Raggruppamento, schieramento, settore.
Oli - Devoto:
! nulla che possa avvicinarsi neanche lontanamente al nostro caso !
6 - Settore di opinione politica o ideologica o di militanza politica.
Pedagogia:
Zingarelli - 1999:
Disciplina che si occupa dei problemi relativi all’educazione, e in particolare dei fini del processo educativo e dei modi più atti a conseguirlo.
Oli - Devoto:
La disciplina relativa ai problemi dell’educazione, spec. In quanto suscettibile di approfondimento dal punto di vista teoretico, psicologico, didattico.
Didattica:
Zingarelli - 1999:
Settore della pedagogia che ha per oggetto lo studio dei metodi per l’insegnamento.
Oli - Devoto:
Parte della pedagogia che ha per oggetto l’insegnamento e i relativi metodi.
Competenza:
Zingarelli - 1999:
Caratteristica di chi è competente
(Competente: che ha competenza - Che ha la capacità, la preparazione e l’esperienza per compiere una data attività, svolgere un dato compito)
Oli - Devoto:
Piena capacità di orientarsi in un determinato campo
Possesso delle nozioni - spec. grammaticali - che consentono ad un individuo di parlare e di intendere una lingua: contrapposto a performance (l’uso effettivo della lingua da parte di un individuo)
Conoscenza:
Zingarelli - 1999:
Facoltà del conoscere - acquisizione intelletuale o psicologica di qualunque aspetto della realtà.(cognizione-nozione-cultura-istruzione)
(Conoscere: prendere possesso intelletualmente o psicologicamente , spec. con un’attività sistematica, di qualunque aspetto di ciò che è considerata realtà - sapere come risultato di un’esperienza specifica e prolungata)
Oli - Devoto:
Apprendimento - consapevolezza, coscienza acquisita nel tempo e nello spazio - Nozione, acquisizione sul piano logico o dell’esperienza.

Appendice III – notula polemica de analisi

Riterrei necessario un inquadramento generale, all’interno del quale calare tutte le ‘varie’ analisi, delle quali c’è stata una impressionante crescita in questi ultimi anni.
Parallela direi, al crescere dei siti a luci rosse nella rete - che ne hanno determinato lo sviluppo, il sesso guardato al posto del sesso praticato…
[Altra imagine che uso connettere è quella del tavolo autoptico]
Musica “guardata” e “parlata” insomma da persone i cui fini non sono quelli del comporre o dell’eseguire, dopo i fini dicitori di solfeggio, è il momento dei fini dicitori di analisi; se non se ne hanno chiari gli obbiettivi, la cosa sconfina facilmente nell’onanismo intellettuale e nella ricerca tipica degli assistenti universitari, finalizzata cioè all’acquisizione di titoli e non ad un effettivo progresso.
Infatti dalle panie nelle quali la musica si è cacciata (vi è stata cacciata) se ne uscirà, se accadrà, con la musica effettivamente “praticata” e recepita dalla gente.

Tra i difetti delle nostre analisi (nell’armonia complementare) riscontro una soverchia attenzione al fatto armonico di per sé, quando invece possa essere la risultante di due linee contrappuntistiche, e a scapito d’ogni altro elemento…