...è vero che è un pò  preoccupante/terrifcante vedere come i media abbiano trasformato il messaggio di Ingrid isolando una frase dal suo contesto.

 

Il messaggio di Ingrid:

In un discorso di alta tenuta, degno di un capo di stato (e non non importa quale), si mette a livello di principi generali quindi ne tira le conclusioni applicando questi principi a essa stessa ed agli altri ostaggi - senza debolezza.

Cosa dice?

1. per quanto riguarda i MILITARI prigionieri: occorre concludere uno scambio di prigionieri:"lo scambio è l'obbligo morale di uno Stato democratico"

2. per ciò che riguarda i CIVILI detenuti: uno scambio non può essere giustificato poiché ciò sarebbe avallare l'utilizzo dei civili come scudi: "i civili non devono essere oggetto di scambio." È una questione di principio, se vogliamo la pace, se vogliamo arrivare ad un negoziato futuro, il cui asse centrale di riflessione sarebbe il rispetto dei diritti dell'uomo."

La loro liberazione è sola responsabilità dei ribelli. Le FARC devono "fare un gesto unilaterale di pace, cioè delle liberazioni umanitarie"

3. per quanto riguarda azioni militari per liberare gli ostaggi: le considera legittime: "Non si può rinunciare ai propri diritti, alla propria libertà, anche per prudenza." MA: possono essere condotte soltanto con una preparazione che garantisca il loro successo "un'operazione di salvataggio deve essere un successo altrimenti non ha ragione d'essere" la decisione di condurre tali azioni può essere presa soltanto dal presidente stesso, non dai soldati. "è una decisione politica che trascende di molto un'operazione militare" le famiglie devono essere informate - ma non sono loro che decidono.

Riassumendo, quali vie sono tracciate?

Essendo risolutamente ottimisti, e se nello stesso tempo il governo e le Farc agissero nel senso indicato dalle parole di Ingrid, si può immaginare una "liberazione umanitaria dei civili detenuti dalle Farc, in un gesto unilaterale che costringerebbe " il presidente Presidente Uribe, sostenuto da tutta la nazione, a non scambiare un bene contro un male." e dunque di accettare la  negoziazione per uno scambio di prigionieri che permetterebbe la liberazione dei soldati detenuti nei due campi. Un'alternativa militare a questo scenario farebbe ricadere chiaramente la responsabilità delle conseguenze sul presidente "a cui spetta la decisione, e non ai soldati" e che ha un "obbligo di successo". Ottimista? indubbiamente. Ma non occorre sognare perché i sogni si trasformino in realtà... ? Armand