Macedonia di Natale

American Atheists info@ATHEISTS.ORG


di Frank R. Zindler

The Probing Mind, Dicembre 1986

Traduzione di Luca Bergamasco

Marzo 2001

Il periodo di Natale / Festa del Solstizio è un periodo di divertimento superiore al solito per gli utenti del mio servizio telefonico "Chiama un Ateo" a Columbus, Ohio. In quel periodo, i miei messaggi (che di solito cambio quotidianamente) riguardano principalmente le leggende natalizie ed altre assurdità associate con le feste di Natale. Alcuni dei messaggi hanno un tono serio, ma per la maggior parte sono satirici. Per questo speciale articolo di Dicembre, ho adattato alcuni di questi messaggi - sia seri che satirici.

Le nascite del Messia

Il Vangelo più antico, quello di Marco, non cita gli antenati, la nascita, né episodi dell'infanzia di Gesù. Non nomina mai Giuseppe, il padre falegname dell'aspirante Messia, e riporta solo una volta che la madre di Gesù era conosciuta come Maria [Marco 6, 3]. Nemmeno il più tardo dei Vangeli, quello di Giovanni[1], in cui Gesù sembra cadere dal cielo completamente formato, ci dice molto delle sue origini umane. Benché infatti dica che Gesù abbia avuto un padre umano di nome Giuseppe ed una madre di cui non cita il nome, e dei fratelli, Giovanni si impegna più a dimostrare l'esistenza divina ed eterna di Gesù che di dargli una biografia umana. Solo i Vangeli di Matteo e Luca (tra i Vangeli "canonici") hanno dato a Gesù degli antenati e delle infanzie. Come mai?

Al tempo in cui fu scritto il vangelo di Marco, si credeva ancora che la fine del mondo fosse vicina, e che da un giorno all'altro Gesù sarebbe ritornato inseguendo nuvole di gloria. Non c'era bisogno di alcuna biografia, c'era solo bisogno di obbedire all'avviso: "State attenti, vegliate! Poiché non sapete quando sarà il tempo...non sapete quando il padrone della casa giungerà...Vegliate!" [Marco 13, 33-37, passim].

Al tempo in cui gli autori di Matteo e Luca si misero a scrivere i loro Vangeli (anche se plagiarono la maggior parte del Vangelo di Marco, compresi i passaggi che indicavano che la fine del mondo era prossima) era diventato chiaro, in maniera imbarazzante, che il mondo NON era finito, e che i Cristiani avrebbero potuto aspettare anche per un bel pezzo. Ora c'era la necessità di mostrare che questo profeta, così restio a tornare, era stato davvero il Messia, il Cristo, "l'Unto del Signore" che tutti avevano aspettato. Più stringente ancora era la necessità di incoraggiare la gente ad aspettare ancora. Bisognava aggiungere delle "prove" per rimpolpare lo scheletro di Vangelo fornito da Marco. A questo scopo, furono create sia le genealogie che le storie della nascita: in parte dal nulla, ed in parte attingendo a mitologie pagane ed ebraiche che permeavano a fondo la cultura greco-romana di cui Matteo e Luca facevano parte.

La necessità più impellente era fornire una genealogia che provasse che Gesù apparteneva alla linea di Davide, dato che era credenza diffusa che il Messia sarebbe stato un discendente del lascivo re. Pertanto le genealogie furono le prime aggiunte, inventate di sana pianta, appiccicate al racconto di Marco. Benché sia Matteo che Luca avessero una copia del Vangelo di Marco, l'uno non conosceva le fatiche dell'altro. Per fortuna, almeno per fortuna di quanti tra noi danno valore alla verità, non furono in grado di consultarsi per inventare una genealogia coerente, e le genealogie che si sono inventati si contraddicono quasi completamente, rendendo così ovvio il fatto che entrambi gli autori erano dei bugiardi. (Vedasi la tabella allegata "E non ci sarebbero contraddizioni?")

Nonostante le contraddizioni, le due genealogie davidiche fecero il loro effetto per un po'. Ma abbastanza presto esse non furono più sufficienti a provare che Gesù era stato il Messia, specialmente in quanto la sua carriera di messia era stata un colossale fiasco. Divenne necessario dimostrare che Gesù era stato un dio, e ciò richiese l'aggiunta di miracoli addizionali, di profezie compiute e di leggende alla scarna storia di base raccontata da Marco ed alle prime edizioni di Matteo e Luca. Però, c'erano alcuni problemi da risolvere.

Nel mondo antico, chiunque fosse un po' importante (anche tra i mortali), si credeva nato da una vergine. Non solo il dio egiziano Horus (Oro), il greco Dioniso, Buddha, ed il dio del sole persiano Mitra (così popolare nell'Impero Romano al tempo degli evangelisti) erano nati da una vergine[a]; persino Alessandro Magno e Giulio Cesare, almeno così si credeva, avevano avuto una paternità sovrumana! Quindi anche per Gesù fu inventata la storia della nascita da una vergine. L'unico problema, però, era il fatto che far nascere Gesù da una vergine viziava le genealogie che erano state ammannite in precedenza. Affinché le genealogie potessero avere peso, Gesù doveva essere il figlio biologico di Giuseppe, a sua volta figlio biologico di Giacobbe (o di Eli, scegliete voi!), e così via risalendo fino a Davide. Ma se Gesù era nato da una vergine, essendo entrambe le genealogie neotestamentarie genealogie di Giuseppe, ne consegue che non erano più adatte a dimostrare la discendenza davidica di Gesù, non più figlio di Giuseppe. Che fare?

La cosa più furba da fare sarebbe stata: rimuovere le genealogie. Ma c'erano troppe copie in giro per riuscire a farcela. In effetti, i più antichi manoscritti greci e siriani di Matteo in nostro possesso dicono chiaro e tondo che Giuseppe generò Gesù. Pertanto i mitologi dovettero accontentarsi di cambiare le parole delle genealogie nei punti chiave per rendere implicita un'origine virginale per Gesù, e sperare che nessuno si accorgesse che il resto delle genealogie era ora "non operativo" (per usare le parole di Richard Nixon).

Così, nel versetto 16 del capitolo 1 di Matteo, troviamo, in uno dei manoscritti più antichi giunti fino a noi (il Codex Sinaiticus Syriacus), "Giacobbe [fu padre di] Giuseppe, e Giuseppe, a cui fu data in sposa Maria, una vergine, fu padre di Gesù". Questa frase fu in seguito modificata in molti modi diversi, ma il manoscritto greco comunemente più usato dice: "Giacobbe [fu il padre] di Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale nacque Gesù, che è chiamato Cristo". (Manoscritto utilizzato nella versione a cura della CEI, da cui è tratta la citazione, con la sostituzione di "Giacobbe fu il padre di Giuseppe" per "Giacobbe generò Giuseppe" - NdT)

Ecco come Gesù entrò in possesso della caratteristica distintiva necessaria per ricevere il Certificato di Approvazione della Buona Gestione Universale: la nascita da una vergine. Il fatto che le genealogie di Giuseppe siano totalmente irrilevanti se Gesù non è il figlio biologico di Giuseppe sembra essere notato solo dagli eretici.


Profezie su Gesù?

Nelle leggende della natività, così come in altri punti delle storie evangeliche, gli evangelisti tentarono di affermare la messianicità e divinità del loro protagonista mostrando che in lui si compivano diverse profezie dell'Antico Testamento. Poiché, per motivi di spazio, possiamo appena sfiorare questo interessante aspetto della questione, vorremmo ricordare ai lettori che un'analisi molto dettagliata e devastante di queste "profezie" fu svolta due secoli fa da Thomas Paine, uno dei Padri Non-Cristiani della nostra Repubblica[b]. L'analisi di Paine fu pubblicato come terza parte de L'età della ragione e fu intitolato, con notevole proprietà, Esame delle profezie. Provate a trovarlo nella biblioteca vicino a casa, se siete capaci! [2]

La prima presunta profezia veterotestamentaria riferita a Gesù che vorrei prendere in considerazione è quella di Matteo 2, 23. Dopo aver affermato che Gesù e la sua famiglia, tornati dall'Egitto, si trasferirono a Nazaret anziché a Betlemme, Matteo commenta: "Ciò, affinché si adempisse il detto dei profeti: Sarà chiamato Nazoreo". (Edizioni più vecchie della Bibbia riportavano direttamente "Nazareno", così come fa la CEI "interconfessionale". L'edizione CEI "filologica" tenta di tamponare la situazione, e ci riesce subdolamente: riporta "Nazoreo" nel testo (come già la Vulgata riportava "Nazoreus"), ma in nota afferma: Nazoreo, da nazer, da cui nazareno - NdT)

Per la sfortuna degli evangelisti, non si trova nessuna profezia del genere nell'AT. Infatti, il villaggio di Nazaret era completamente sconosciuto prima che venga scritto il Nuovo Testamento. Potreste a questo punto pensare che questo fatto possa essere molto imbarazzante per i teologi, i biblisti e gli editori della Bibbia. Ma, di fatto, questi inconvenienti non sembrano proprio toccarli. A margine della mia Bibbia di Re Giacomo, proprio di fianco alla pseudocitazione di Matteo riguardo al Nazareno, c'è un riferimento a Giudici 13, 5 - che dovrebbe essere l'origine della citazione. (Nella Bibbia CEI il riferimento non compare: benché Matteo dica precisamente che la frase è una citazione dalle scritture, questa edizione, che pure abbonda in rimandi a passi vari dei due testamenti per frasi anche apparentemente originali, qui sorvola bellamente su quella che è dichiaratamente una citazione! - NdT)

Aprendo il Libro dei Giudici al capitolo 13, cosa troviamo? Troviamo forse qualcosa riguardante Nazaret? Troviamo forse qualcosa su un Messia? Troviamo forse una qualsiasi cosa che si riferisca ai tempi di Gesù? Bravi, avete indovinato: la risposta è "no"! Troviamo invece una profezia rivolta alla moglie sterile di un certo Manoach, che le dice che, nonostante la sua sterilità, ella diventerà la madre di Sansone. Il passo dice: "perché il figlio che tu concepirai e darai alla luce, sarà nazireo di Dio fin da quando sarà nel tuo seno[c]; per questo il rasoio non dovrà mai accostarsi alla sua testa".

Il nostro evangelista o non sapeva che il termine ebraico nazir non era correlato al termine geografico greco -aramaico Nazara o Nazaret, oppure stava cercando, poco onestamente, di menare per il naso i suoi lettori. Un nazireo è semplicemente un asceta un po' hippy, che si dedica a Dio ed evita l'alcol e l'igiene personale. Un nazireo non è lo stesso di un Nazareno.

Forse, il passaggio veterotestamentario più noto, ma anche più incompreso, tra quelli che dovrebbero essere predizioni di Gesù e della sua nascita da una vergine, è quello che troviamo in Isaia, capitolo 7, versetto 14. Secondo Matteo 1, 23, Isaia avrebbe detto: "Ecco: la[d] vergine concepirà, e darà alla luce un figlio, che sarà chiamato Emmanuele". Ma quando apriamo il testo ebraico di Isaia 7, 14 troviamo qualcosa di un po' diverso:

Ecco, la giovane donna (nessuna indicazione di verginità - NdA) ha concepito e partorirà un figlio, ed ella gli porrà nome Emmanuele". (Integrazione del testo CEI con l'originale inglese dell'autore, tradotto dal testo ebraico - NdT)
Le differenze sono rilevanti. Mentre Matteo usa il termine "vergine", intendendo con esso una donna che non ha mai avuto rapporti sessuali, il testo ebraico ha la parola alma, che significa semplicemente "giovane donna". In Ebraico esiste un termine specifico per "vergine", bethulah, ed Isaia avrebbe certo usato quello se avesse voluto dire proprio "vergine"[e]. Ma molto più importante della differenza nel tipo di donna, è il verbo utilizzato nella frase. Matteo legge Isaia con un verbo futuro, come se Isaia stesse facendo una previsione per il lontano futuro. Ma Isaia ci dice che la giovane donna è già incinta. Se Gesù è il bimbo in questione, questa è la più lunga gravidanza della storia, e la parte più miracolosa della storia della natività è stata trascurata per quasi due millenni!

Possiamo notare un disaccordo anche su chi dovrà chiamare il bimbo "Emmanuele": in Matteo si dice "che sarà chiamato Emmanuele", come se fosse qualcosa che dovrà fare in futuro della gente non specificata. Ma il testo ebraico di Isaia dice "ella - ovvero, la madre del bambino - gli porrà nome". Poiché Maria non ha chiamato suo figlio Emmanuele, è evidente come questa profezia sia irrilevante per la causa di Gesù. Inoltre, nessuno nel Nuovo Testamento si riferisce mai a Gesù come "Emmanuele". La sola presenza della parola nell'intero Nuovo Testamento si riscontra proprio qui, in questa erronea citazione da Isaia.

Per finire, noteremo che la profezia di Isaia è rivolta al Re Acaz, cui viene detto che prima che l'adolescente Emmanuele cresca, "il paese, per cui tu tremi a causa dei suoi due re, sarà abbandonato" (nella protestante Versione Riveduta del 1994, "il paese del quale tu temi i due re, sarà devastato" - NdT). Non c'è alcun indizio del fatto che si stiano predicendo eventi distanti centinaia di anni nel futuro. L'intera Geschmutz si riferisce ad Acaz, Re di Giuda, ed ai guai in cui si trovava. Non si trova alcuna traccia di Gesù o di un Messia né nel lessico utilizzato, né nel contesto.

(passa all'articolo successivo)

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Segua quella stella!

Adattato da un messaggio natalizio di "Chiama un Ateo"

Siamo arrivati, ancora una volta, alla stagione più stupida dell'anno liturgico - la stagione in cui i predicatori cominciano a leggere ad alta voce le leggende della nascita nei Vangeli di Matteo e Luca, che mirano a raccontarci la nascita miracolosa di Gesù.

È interessante il fatto che il più antico dei Vangeli, quello di Marco, non citi nessuna di queste leggende: fu solo più tardi - quando la storia del pesce era cresciuta ogni volta che veniva riraccontata - che furono scritti Matteo e Luca, con le loro versioni contraddittorie della genealogia e della nascita di Gesù.

Nel capitolo 1 di Matteo, si comincia con una genealogia immaginaria (in totale conflitto con quella del terzo capitolo di Luca) che raggruppa le generazioni in quelli che, sostiene Matteo, sarebbero tre gruppi di 14 generazioni tra Abramo e Gesù Cristo. Sfortunatamente, l'autore non fa troppo bene i conti, dato che vengono nominate soltanto 41 generazioni tra Abramo e Gesù, ed è notoriamente impossibile che: 3 x 14 = 41. Leggiamo dunque il mito della nascita da una vergine, e ci viene detto che una profezia che si suppone non ancora compiuta (quella secondo cui una vergine concepirà e partorirà un figlio chiamato Emmanuele) si compie effettivamente in Gesù, un guru che non è mai stato chiamato Emmanuele! Proseguendo, troviamo la meravigliosa storia dei Magi, o astrologi, venuti dall'Oriente ad Erode, in cerca del "Re dei Giudei". In Matteo 2, 9 troviamo:

La stella che [gli astrologi] avevano vista [sorgere] (Termine eliminato dall'edizione CEI e dalla Nuova Rivisitata- NdT) in oriente li precedeva, finché non andò a fermarsi sopra il luogo dove si trovava il bambino
Questa storia del seguire una stella è la più divertente tra tutte le fiabe più pazzesche che conosco. Come si fa a seguire una stella? Se si comincia a seguire una stella, come descritto nel brano anzi riportato, subito dopo il suo sorgere ci si comincerebbe a dirigere ad Est (dopo tutto, si dice che la stella è sorta ad Oriente). Quindi, i Magi avrebbero cominciato a tornare verso casa, in Iran. Verso mezzanotte, però, la stella sarebbe stata a sud dei nostri saggi, ed i Magi si sarebbero diretti verso l'Arabia Saudita. Quando la notte avesse cominciato a scivolare verso il mattino, si sarebbero diretti verso Ovest, in direzione del Mediterraneo. Con l'inizio di una nuova notte, questo comportamento da cappellai matti si sarebbe ripetuto, ed il cammino dei nostri (poco) saggi sarebbe stato una serie di circonvoluzioni sulla superficie terrestre. A seconda della velocità e della regolarità del loro passo, le dimensioni assolute di queste circonvoluzioni avrebbero potuto variare tantissimo, e le loro destinazioni finali sarebbero state notevolmente differenti tra loro.

Anche ammettendo che, miracolosamente, la stella si fosse fermata sopra la scena della natività (un'impossibilità di dimensioni letteralmente astronomiche) come avrebbero fatto i saggi a sapere quale fosse la casa che le stava proprio sotto? Ogni qual volta fossero arrivati ad una casa che sembrava trovarsi sotto la stella, se solo si fossero spostati sul lato opposto della casa stessa, si sarebbero accorti che la stella si era apparentemente spostata sopra la casa successiva, e così via! Se ci sono dei "veri fedeli" che leggono questo messaggio, lancio loro una sfida. Stanotte uscite di casa, e provate a seguire una stella, qualunque stella, esclusa la Stella Polare: vediamo dove vi porta!

Ripensandoci, non escludete la Stella Polare. Seguitela! Quando arrivate alla casa di Babbo Natale, salutate gli elfi da parte mia.

Betlemme ed il Censimento Romano

Abbiamo visto come vennero inventate le genealogie di Gesù, e come gli autori di Luca e Matteo abbiano distorto dei passaggi dell'Antico Testamento trasformandoli in profezie su Gesù; passiamo dunque alla questione seguente: perché Gesù doveva debuttare a Betlemme?

Poiché si credeva che il Messia sarebbe stato un discendente di Davide, era naturale che gli evangelisti frugassero tra le Scritture in caccia di dettagli davidici da poter utilizzare a suffragio della causa di Gesù. Il fatto che abbiano dovuto aggrapparsi a delle pagliuzze non ci sorprende: quello che ci sorprende è il fatto che un'impalcatura così incredibilmente fragile abbia servito così bene gli scopi degli apologeti cristiani nel corso dei secoli.

Già molto tempo prima degli evangelisti, il villaggio di Betlemme in Giudea era conosciuto come "la Città di Davide". Pertanto, c'era solo da aspettarsi che gli apologeti cercassero di trovare un legame tra Betlemme ed il Messia venturo. Matteo, frugando tra la paglia scritturale, trovò un debole fuscello nel Libro di Michea:

Ma tu, Betlemme di Efrata, la più piccola tra i clan di Giuda, da te uscirà per me colui che dovrà regnare sopra Israele...(Michea 5, 1)
Per la sfortuna di Matteo, Michea non si stava riferendo ad una città, bensì ad una tribù o ad un clan che discendeva da un tipo di nome Betlehem (Betlemme). In 1 Cronache 4, 4 scopriamo che Betlemme era il figlio di Cur avuto dalla moglie Efrata (qui le Bibbie CEI e Nuova Riveduta concordano invece nel dire che Cur era fratello di Betlemme, ed il padre di entrambi era Efrata; dettagli a parte, il discorso comunque fila - NdT). Benché il contesto di Michea 5 non ci dia indicazioni sul fatto che si stia facendo una previsione a lungo periodo, Matteo prese il passaggio in questione, cambiò Betlemme di Efrata in Betlemme di Giudea (trasformando così una persona in una città), aggiunse parte di un passaggio di 2 Samuele 5, 2 e se ne uscì con:
Infatti così è stato scritto per mezzo del profeta: "E tu Betlemme, terra di Giuda, non sei la più piccola fra i capoluoghi di Giuda. Da te uscirà un capo che pascerà il mio popolo, Israele" (Matteo 2, 5-6)
Così, si arrivò a fabbricare biografie di Gesù nelle quali l'aspirante Messia era nato a Betlemme. Matteo (2, 11) si preoccupa della questione in maniera diretta, facendo nascere Gesù in una casa di Betlemme, come se proprio lì abitassero i suoi genitori. Luca, però, sembra aver ascoltato una tradizione secondo la quale Giuseppe sarebbe vissuto a Nazaret, nel regno settentrionale della Galilea, e pertanto deve inventarsi una storia incredibilmente strampalata per far nascere Gesù a Betlemme, per soddisfare la pseudoprofezia di Michea. Per far spostare Giuseppe e Maria da Nazaret e Betlemme, Luca mette a gambe all'aria l'intero Impero Romano. In Luca, capitolo 2, leggiamo:
In quei giorni uscì un editto di Cesare Augusto che ordinava il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirino era governatore della Siria. Tutti andavano a dare il loro nome, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì nella Giudea, alla città di Davide, che si chiamava Betlemme, perché egli era della casa e della famiglia di Davide, per dare il suo nome con Maria, sua sposa, che era incinta. (Luca 2, 1-5)
In contrasto con la leggenda di Matteo, Luca fa nascere Gesù in una stalla, e lo fa deporre in una mangiatoia: e non c'è indizio alcuno del fatto che Giuseppe avesse una sua casa a Betlemme. In effetti, ci viene detto che non c'era posto per la sacra famiglia all'albergo, un dettaglio che sarebbe pressoché irrilevante se la versione di Matteo fosse corretta.

L'inganno di Luca avrebbe avuto più successo se la sua conoscenza della storia romana fosse stata meno lacunosa. Benché Augusto abbia governato dal 44, o 42, AEC fino al 14 EC, non c'è alcuna traccia storica di un censimento di tutto l'Impero durante il suo regno. Benché Quirino, governatore della Siria, abbia in effetti organizzato un censimento, ciò avvenne negli anni 6-7 EC, ovvero 10 o 11 anni dopo la morte di Erode. Ricorderete certo che, secondo la tradizione, Erode era ancora Re di Giudea al tempo della nascita di Gesù, ed avrebbe ordinato il massacro di tutti i bambini maschi sotto i due anni. (Vedasi anche l'allegata tabella "Gesù, quello che ha dodici anni"). A parte il problema minore che Erode non ha mai fatto niente del genere (i suoi biografi sarebbero stati felicissimi di aggiungere un peccato in più al catalogo di Erode), c'è il problema che Erode morì nel 4 AEC. Pertanto, non è possibile che Gesù sia nato sia sotto il regno di Erode che al tempo del censimento di Quirino nel 6-7 EC!

C'è un altro problema minore. Benché Quirino abbia organizzato un censimento, era un censimento della Giudea, non della Galilea, e non ci sarebbe stata alcuna ragione per cui Giuseppe dovesse spostarsi dall'una all'altra giurisdizione. Avrebbe potuto starsene a Nazaret, ammesso, naturalmente, che ci fosse stata una Nazaret a quei tempi. Benché abbiamo prove archeologiche di insediamenti risalenti all'età della pietra ed all'età del bronzo nel sito occupato dall'odierna Nazaret, nonché di altri insediamenti risalenti a non prima del secondo secolo, non sono ancora state trovate prove archeologiche abbastanza sicure da dimostrare che c'era una città chiamata Nazaret nell'anno 1 EC. Non è mai stato trovato alcun edificio di alcun tipo risalente al primo secolo AEC o EC, a "Nazaret".

Concludiamo questa critica del racconto della natività secondo Luca notando che i Romani non erano pazzi, e non avrebbero mai ordinato qualcosa di così folle come un censimento che imponeva a tutti di tornare alla città dei loro antenati. L'Impero si sarebbe sgretolato se, con le primitive condizioni dei trasporti di allora, gli Spagnoli avessero dovuto tornare dall'Egitto, gente sul confine Indiano avesse dovuto tornare in Nord Africa, eccetera. Non c'è nemmeno una briciola di prove extrabibliche che confermi una simile pratica da cervelli di gallina.

A volte si afferma che un antico papiro (Lond. 904, 20f) descriverebbe un simile censimento. Quello che il papiro effettivamente descrive, però, è un cosiddetto censimento kata oikian organizzato in Egitto nel 104 EC. In quel censimento, secondo Raymond E. Brown (The Birth of the Messiah, Doubleday, 1977, p. 549), le persone che fossero domiciliate, ma non residenti, in una città dovevano tornare alla città in cui avevano la residenza effettiva per esservi registrate. Non sembra che il censimento fosse esteso oltre i confini dell'Egitto. Non c'è niente in quel papiro, o da qualunque altra parte, che possa farci concludere che Luca conoscesse quello di cui scriveva, o che abbia scritto la verità.

Un attento studio dei racconti della natività rende evidente, oltre ogni possibile dubbio da parte di studiosi obiettivi, che le storie della nascita di Gesù non hanno fondamenti più validi di quelli delle storie a proposito della nascita di Horus, o del Buddha. Chi volesse comprendere le origini del Mito di Cristo potrebbe fare una buona cosa se esaminasse il modo in cui il mito dell'"infanzia" di Rudolph, la Renna dal Naso Rosso[f], si è sviluppato ai giorni nostri.

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E non ci sarebbero contraddizioni?

Le genealogie di Gesù in Matteo e Luca, comparate
(tratto da Raymond E. Brown, The Birth of the Messiah)

I Fondamentalisti affermano che non c'è contraddizione tra queste due genealogie! Quelli che sono in grado di leggere cercano di sostenere che la genealogia riportata in Luca è in realtà quella di Maria. Per una confutazione di questa affermazione, vedasi l'allegato "Gesù il Genero".

Luca
  1. Gesù
  2. Giuseppe
  3. Eli
  4. Mattàt *
  5. Levi *
  6. Melchi
  7. Iannài
  8. Giuseppe
  9. Mattatìa*
  10. Amos *
  11. Naum
  12. Esli
  13. Naggài
  14. Maat *
  15. Mattatìa
  16. Semèin
  17. Iosek
  18. Ioda
  19. Ioanan
  20. Resa
  21. Zorobabèle
  22. Salatiel
  23. Neri
  24. Melchi
  25. Addi
  26. Cosam
  27. Elmadàm
  28. Er
  29. Gesù
  30. Elièzer
  31. Iorim
  32. Mattàt *
  33. Levi *
  34. Simeone
  35. Giuda
  36. Giuseppe
  37. Ionam
  38. Eliachim
  39. Melèa *
  40. Menna *
  41. Mattatà
  42. Natàm
  43. Davide
  44. Iesse
  45. Obed
  46. Booz
  47. Sala
  48. Naàsson
  49. Amminadàb *
  50. Admin *
  51. Arni *
  52. Esrom
  53. Fares
  54. Giuda
  55. Giacobbe
  56. Isacco
  57. Abramo
Matteo
  1. Gesù
  2. Giuseppe
  3. Giacobbe
  4. Mattàn
  5. Eleàzar
  6. Eliùd
  7. Achim
  8. Sadoc
  9. Azor
  10. Elìacim
  11. Abiùd
  12. Zorobabèle
  13. Salatièl
  14. Ieconìa
  15. Giosìa
  16. Amos
  17. Manasse
  18. Ezechìa
  19. Acaz
  20. Ioatàm
  21. Ozia
  22. Ioram
  23. Giosafat
  24. Asàf
  25. Abìa
  26. Roboamo
  27. Salomone
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
  28. Davide
  29. Iesse
  30. Obed
  31. Booz
  32. Salmòn
  33. Naassòn
  34. Aminadàb
  35. Aram
     
  36. Esròm
  37. Fares
  38. Giuda
  39. Giacobbe
  40. Isacco
  41. Abramo

La lista di Luca continua all'indietro per un totale di 77 mistiche generazioni, fino ad Adamo, che è "figlio di Dio". Gli asterischi indicano i nomi che mancano in alcune versioni, manoscritti o citazioni di Luca.

Matteo afferma che ci furono tre gruppi di 14 generazioni nella sua genealogia da Abramo a Gesù, ma elenca solo 41 nomi! [indietro]

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Gesù il Genero

Adattato da un messaggio natalizio di "Chiama un Ateo"

Quando le due genealogie di Gesù furono inventate dagli autori di Matteo e Luca, i creatori del mito si contraddissero tra loro quasi totalmente, ma su una cosa furono d'accordo: cioè, entrambi tracciarono la linea di Gesù attraverso Giuseppe, anche se uno dice che il padre di Giuseppe era Giacobbe, e l'altro dice che era Eli.

Per secoli le Chiese hanno mentito su queste contraddizioni, ed hanno insegnato che la genealogia di Luca è, in effetti, quella di Maria, e che ciò che il testo vuole davvero dire è che Giuseppe era il genero di Eli. Ovviamente, non c'è nessuna, nessunissima prova di ciò. Il testo italiano dice semplicemente: "Giuseppe, il quale era figlio di Eli, figlio di Mattàt, figlio di Levi", e così via.

Ora, sia l'Ebraico che il Greco hanno termini ben precisi per dire "cognato", e sicuramente sarebbero stati utilizzati se era questo che si voleva dire. Inoltre, l'unico passo della Bibbia dove si fa menzione di Eli è qui in Luca 3, versetto 23. Pertanto gli apologeti non possono citare alti testi a supporto dell'idea che Giuseppe era in effetti il genero di Eli, o che la parola greca huios usata qui non vuol dire effettivamente "figlio".

Ma c'è un risvolto comico di questo tentativo di impostura volto a salvare l'inerranza delle Scritture. Quando si consulta il testo greco, si scopre che la parola "figlio" è utilizzata una volta sola nell'intera genealogia! Ovvero, dove in italiano leggiamo: "A figlio di B, figlio di C" e così via, il testo greco corrispondente è: "A figlio di B, di C, di D" eccetera. (La Nuova Riveduta riporta proprio questa versione "semplificata" - NdT) L'idea di "figlio di" è, per così dire, sottintesa, pertanto, qualunque possa essere il significato di huios in Greco, il suo significato deve essere sottinteso lungo tutta la genealogia, fino al suo termine. Applicando la cosiddetta logica apologetica al caso in questione, salterebbe fuori che Adamo era il genero di Dio, non suo figlio! E poiché la parola che, secondo loro, vuol dire "genero" è stampata solo una volta (quando si descrive la relazione tra Gesù e Giuseppe) dovremmo concludere che Gesù era in effetti il genero di Giuseppe! Non sapevamo nemmeno che Giuseppe avesse una figlia, e men che mai che Gesù l'avesse sposata. Se Gesù davvero sposò una donna, non avrebbe potuto essere nato da una vergine. Per un motivo di cromosomi, da una vergine possono nascere solo femmine! [indietro]

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Gesù, quello che ha dodici anni

Adattato da un messaggio natalizio di "Chiama un Ateo"

Se effettivamente Isaia aveva in mente Gesù quando scrisse la profezia "sarà chiamato Emmanuele", dobbiamo forzatamente concludere che Isaia si è sbagliato. Gesù non è mai stato chiamato Emmanuele. Ma non fu chiamato neppure Gesù - almeno, non dopo aver compiuto tre o quattro anni. Benché nessuno dei Vangeli registri il fatto, è certo, al di là di ogni ragionevole dubbio, che Gesù fu sempre indicato con espressioni del tipo "quello che ha dodici anni", o "quello che ha ventidue anni".

Il fatto, invero curioso, deriva dalla seguente circostanza: Erode, Re del Grande Stato di Malvagità ai tempi della nativita, fece uccidere tutti i bambini dell'età di Gesù, per paura che uno di loro sarebbe diventato "il Re dei Giudei", come gli era stato falsamente predetto da certi "saggi" e profeti. Gesù scampò fortunosamente al massacro perché i suoi genitori erano in vacanza in Egitto, per controllare alcuni terreni del Delta del Nilo nei quali volevano investire. Non ritornarono in Palestina finché tutti i funerali non furono terminati, e lo stesso Erode era morto.

Quando Maria cercò di iscrivere Gesù alla Scuola Elementare Cesare Augusto, il direttore della scuola rimase di sasso. "Un bambino di sei anni!" esclamò. "Non abbiamo altri bambini di sei anni quest'anno, e non possiamo creare una classe apposta per un bambino solo. Dovrà mandarlo in seconda con in bambini di sette anni".

E così, per tutta la prima elementare, Gesù era noto come "quello che ha sei anni", l'unico nel Paese. L'anno successivo, quando tutti i suoi compagni di classe avevano compiuto otto anni, Gesù divenne noto come "quello che ha sette anni". Così andarono le cose. Anno dopo anno, il suo nome cambiò per rispecchiare la sua età e la sua unicità.

Considerato che non ha mai avuto dei compagni di gioco della sua età, c'è da meravigliarsi se "quello che aveva trentatré anni" ha fatto una brutta fine? [indietro]

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Note dell'autore:

[1] Per semplificare le cose, ci riferiremo a "Matteo, Marco, Luca e Giovanni" come se fossero gli effettivi autori dei Vangeli che, in periodo più tardi, giunsero a portare i loro nomi. Da un punto di vista obiettivo, non c'è alcuna prova a favore dell'idea che anche uno solo dei Vangeli sia stato scritto da un uomo che aveva uno di questi quattro nomi. Al contrario, è evidente che tutti e quattro i Vangeli sono creazioni composite, la cui composizione coinvolse numerosi autori ed editori. [indietro]

[2] La mia edizione annotata della Terza parte de L'età della Ragione di Paine, in inglese, può essere reperita presso American Atheists [indietro]


Note del traduttore:

[a] In realtà, Mitra non era nato da una vergine, ma da una roccia. La confusione, abbastanza diffusa, è essenzialmente dovuta al fatto che, poiché il culto di Mitra non richiedeva l'"esclusiva" ai suoi adepti, era adottato anche da seguaci e persino sacerdoti di altri culti, tra i quali, molti che prevedevano figli di madri vergini (Osiride, il Bacco greco e quello egiziano, Attis). Si parla persino di un culto sincretistico di tutti questi dèi (lo stesso Mitra era direttamente associato al romano Sol Invictus), da cui la confusione.
Per ulteriori notizie su Mitra e sulle madri vergini, vedansi:

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[b] La battuta sui "Padri Non-Cristiani" è riferita al tentativo dei Fondamentalisti americani di convincere l'opinione pubblica e le "alte sfere" del fatto che "i Padri della Nazione" erano tutti cristiani, e, soprattutto, gli Stati Uniti sono nati su princìpi e radici cristiane. Ora, benché effettivamente molti (ma non tutti!) dei Padri della Patria statunitensi fossero credenti, essi vollero appositamente creare uno Stato laico, basato su princìpi laici, proprio per garantire la libertà di religione a tutti, memori delle persecuzioni religiose per sfuggire alle quali gli stessi Padri Pellegrini erano scappati dall'Inghilterra. Loro intenzione era quella di creare un "muro di separazione" tra Stato e Chiesa, in maniera da liberare completamente l'uno dagli influssi dell'altra e viceversa. È in base a questo principio che negli U.S.A. le Chiese sono esenti da oneri fiscali, ed è per questo motivo che L. Ron Hubbard si adoperò affinché Scientology fosse riconosciuta come religione. Ma ora stiamo divagando... [indietro]

[c] La versione di Re Giacomo usata dall'autore, meno legata alle problematiche moderne, dice invece "dal giorno della sua nascita". Per gli Ebrei, l'anima entra nell'uomo con il primo respiro; per i Cattolici, invece, l'anima si unisce all'uomo dal momento del concepimento. In questo caso, possiamo vedere probabilmente un distorsione volontaria del testo originale volta a riaffermare, anche nei dettagli apparentemente più insignificanti, la dottrina cattolica sull'incarnazione dell'anima, e dunque le posizioni cattoliche sull'aborto e sull'inseminazione artificiale. La Vulgata riporta invece: "dalla sua nascita e dal seno materno".
Tra parentesi. Per la serie "Domande cattive": se per la Chiesa Cattolica l'anima entra nell'uomo dal momento del concepimento, nel caso di gemelli omozigoti (che derivano da un unico ovulo fecondato, mediante un processo di clonazione naturale), dobbiamo dedurne che ciascuno di essi ha solo mezza anima, o che uno dei due è privo di anima? [indietro]

[d] Questa citazione (come tutte le altre, dove non indicato diversamente) è tratta dall'edizione CEI "filologica" della Bibbia. In edizioni più vecchie (mi ricordo di averlo sentito personalmente durante le molte Messe cui fui sottoposto nella mia infanzia), così come nella Bibbia di Re Giacomo usata dall'autore, si legge invece: "Ecco, una vergine concepirà un figlio...". Quest'ultima edizione ha cercato di tamponare un po' le falle - e non solo in Matteo... In Isaia 7, 14 si legge infatti "concepisce e partorisce", mentre la versione ebraica (tradotta dall'originale inglese dell'autore, a sua volta tradotto dal testo ebraico) ha "ha concepito e partorirà". [indietro]

[e] Il termine "vergine" si trova invece esplicitamente nella Bibbia dei Settanta, versione greca della Bibbia ebraica di oltre 2.000 anni fa, ad uso degli Ebrei del mondo ellenistico. Questa Bibbia, utilizzata alle origini del Cristianesimo, era ricca di errori di traduzione, e fu per questo che, verso la fine del IV secolo, San Gerolamo, sponsorizzato dal Papa Damaso I, redasse una nuova versione, direttamente tradotta dai testi ebraici dell'epoca. Questa versione, nota come "Vulgata", fu utilizzata dalla Chiesa di Roma e dalle altre Chiese cristiane occidentali fino a poco meno di 30 anni fa, quando uscì una nuova versione (pubblicata in Italia a cura della CEI, ed utilizzata in queste traduzioni) "direttamente tratta dai testi originali". La Chiesa Ortodossa fa invece ancora riferimento alla Bibbia dei Settanta. [indietro]

[f] Secondo la mitologia nordamericana, una delle renne di Babbo Natale; il personaggio di Rudolph è molto popolare oltreoceano. [indietro]

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©1998 American Atheists

Traduzione autorizzata da American Atheists