Agnostici, Atei, e la ricerca del treno di gomme perfetto

di Mike Earl (1/3/99)

Traduzione di Luca Bergamasco

Articolo originale


Se siete quel tipo di persona a cui piace, di tanto in tanto, andare a qualche riunione di liberi pensatori, probabilmente vi è già capitato che vi chiedessero come vi definite da un punto di vista filosofico. La domanda è del tipo "Che cosa sei tu? Ateo? Agnostico? Qualcos'altro?". Tutti abbiamo sentito quelle storie da far accapponare la pelle sul povero agnostico che, avendo rivelato la sua inclinazione filosofica, in seguito veniva fissato dagli atei come se fosse una specie di fenomeno da baraccone.

Anche se non mi è mai personalmente capitato di essere fissato a quel modo (almeno, non penso che mi stesssero fissando...), il semplice fatto che molti liberi pensatori scelgano di indossae una di queste etichette escludendo tutte le altre rivela, a mio avviso, una incomprensione di base del significato delle etichette stesse. Non fraintendetemi: non sto auspicando l'unità a spese del principio. È solo che penso che la differenza tra ateismo ed agnosticismo sia qualitativa, non quantitativa.

Cosa sto cercando di dire, allora? Quello che sto cercando di dire è che, secondo me, è possibile esere al contempo atei ed agnostici. Io mi definisco proprio così. In effetti, ci butto dentro anche una terza definizione: Naturalista. Ovviamente, con "naturalista" intendo naturalista nel senso scientifico del termine, non nel senso di "nudista"... a parte, magari, in giro per casa, ovviamente... quando non c'è nessun altro in giro... naturalmente.

Ma ome è possibile che io sia tutte e tre queste cose? Forse soffro di qualche disordine mentale che mi porta ad avere idee multiple? Sono un poligamo filosofico? Sono confuso? Sono semplicemente troppo codardo per prendere una poszione? Risposta: nessuna delle opzioni precedenti. Vediamo se riesco a spiegarmi.

Io come Agnostico

Quando mi definisco agnostico, non faccio altro che affrontare il fatto che non sono in grado di provare l'esistenza o la non esistenza di dio. Non sono in grado di farlo, e non penso che nessun altro possa farlo. Questo stato basilare di ignoranza quando si arriva a parlare della questione "dio" fa semplicemente parte del nostro essere umani. Non ritenete anche voi che questo sia proprio ciò che accade nella vostra vita? Voglio dire, l'universo è un posto molto, molto grande. Io ne occupo solo una porzione piccolissima in qualunque istante dato. Affermare senza alcuna riserva di alcun genere che non c'è nessun dio non sarebbe altro che una menzogna.

E adesso, prima che voi atei puri e duri cominciate ad urlare "Mollaccione!", permettetemi di spiegare un po' meglio la mia posizione. Affermando che io, per la mia stessa natura, non sono in una posizione tale da poter affermare dogmaticamente la non esistenza di alcun dio, non intendo assolutamente implicare che io consideri le posizioni teistica ed ateistica parimenti persuasive. Anzi, non lo penso proprio. In effetti, ritengo che, in astratto, l'esistenza di molti degli dèi sostenuti dalle nostre controparti religiose(ad esempio, il dio cristiano) può essere confutata in maniera logica.

Ma quando cominciamo ad entrare in questioni tipo la causa prima e simili, dove il "dio" in questione non è altro che un "primo motore"m quello che dà il primo impulso per capirsi, o qualche forza creatrice eterea, ci troviamo presto a lottare con concetti che vanno oltre i limiti della nostra attuale comprensione. Non si tratta di chiamarsi fuori dalla discussione. È solo che quando cominciamo a porci domande tipo "cosa c'era prima del big bang?"... beh, non penso che molti di noi siano in una posizione tale da dire qualcosa di certo.

Ciò non significa che discutere dell'esistenza di dio non sia importante. È incommensurabilmente importante. Troppe sono le persone che non hanno mai esplorato in maniera onsta la questione dell'esistenza di dio. Troppe sono le persone che hanno accettato l'esistenza di dio come un qualcosa di scontat - un paradigma della realtà pronto all'uso, che, in tutta probabilità, è stato sottoposto ad un'analisi critica moltoscarsa, o anche nulla, da parte della persona che ha ricevuto quello sesso paradigma. È più o meno quando un bambino comincia a porre domande del tipo "chi è il dio di dio?" o "chi ha creato dio?" che qualche figura autorevole ben intenzionata (di norma un genitore) arriva ed informa il bambino che la questione dell'esistenza di dio è stata risolta già da molto tempo. Da qui in avanti al bambino viene insegnato sistematicamente (a volte, anzi, gli viene imposto) di sacrificare la ragione sull'altare di qualche essere inconcepibile. Non penso che esistano parole che possanoesprimere in maniera aeguata quanto ciò sia tragico, a mio parere.

Penso che accettare il proprio agnosticismo sia il punto di partenza di qualunque ricerca sensata della verità. Quando ci rifiutiamo di dire "non lo so" quando, in effetti, davvero non lo sappiamo, ci stiamo solo ingannando da soli. E l'innumerevole quantità di gruppi religiosi sparsi nel mondo che affermano di avere una conoscenza profonda di dio è una prova fortissima di quanto questo inganno personale sia pressoché universale.

Io come Ateo

Una persona è agnostica per natura; è teista o atea per scelta. Il teismo non è altro che il credere in dio. Il teista abbraccia una visione della realtà che comprende un dio. Il suo teismo è il modo in cui sceglie di vedere ed interpretare quel che succede nell'universo. Il suo teismo è il suo paradigma della realtà.

Al contrario, l'ateo rifiuta il paradigma del teista, con il dio che contiene. Pertanto l'ateismo è una scelta, ed in quel senso l'ateismo è basilarmente diverso dall'agnosticismo, che, come ho detto in precedenza, non è una scelta. Almeno, io la vedo così.

Dato che l'ateismo è un rifiuto del credere in dio, molti teisti vedono gli atei come persone che non credono a niente in assoluto. Questo punto di vista io lo chiamo la "Teoria della Gomma a Terra" dell'ateismo. - una teoria ce sembra essere alquanto popolare tra le persone con mentalità religiosa. Basilarmente, la Teoria della Gomma a Terra vede l'ateo come qualcuno che, dopo aver tolto la goma forata della sua auto, non si preoccupa di rimpiazzarla con una nuova. Che razza di idiota che è l'ateo! In questo senso, i credini vedono l'ateo come qualcuno che non crede in niente, che non ha alcuna regola etica, e la cui vita è completamente priva di significato.

Benché il mondo religioso abbia certamente tutti i diritti di credere quel che gli pare sugli atei, io preferisco adottare la "Teoria della Goffa Gomma Quadrata di Cemento" dell'ateismo. Questa teoria vede la fede in un dio (ovvero, il teismo) come una grossa gomma quadrata fatta di cemento. Come nel caso della "Teoria della Gomma a Terra", l'ateo rimuove la gomma, ma la rimuove (quella goffa e quadrata, intendo) con l'intenzione di sostituirla con un radiale ribassato per elevate prestazioni. Evvai! In altre parole, l'ateo rimuove la gomma allo scopo di sostituirla con una che funzioni davvero.

In questo senso l'ateo, come minimo (ma proprio minimo minimo), sta cercando qualcosa di meglio in cui credere; sta cercando un sistema etico più affidabile; sta cercando un senso della vita che abbia più senso - un significato che si fondi sulla realtà oggettiva, e non su minacce e desideri soprannaturali. In sintesi, l'ateo considera inaccettabile il paradigma teistico. Quindi cerca qualcosa di meglio. Cerca quel radiale ribassato per elevate prestazioni.

Io come Naturalista

Il Naturalismo è quel radiale ribassato. Almeno, lo è per me. Scegliendo di non credere in dio, noi atei ci troviamo di fronte alla sfida di spiegare come e perché le cose avvengono nella realtà semplicemente attraverso meccanismi naturali. Ovviamente, molti teisti sostengono che ciò è impossibile. Non potrei essere più in disaccordo. All'esatto opposto dei teisti, penso che sviluppare un paradigma naturalista sia piuttosto facile. Per come la vedo, ci sono solo tre regole base da seguire:

Regola n° 1 - Osserva quello che succede nel mondo della natura e prendi dei buoni appunti

Regola n° 2 - Non ricorrere a dio ogni volta che ti imbatti in qualcosa che non sai spiegare

Regola n° 3 - Sii onesto!

Non ci sorprende il fatto che un paradigma naturalistico si costruisca utilizzando il metodo scientifico. È interessante notare che molti degli strumenti e metodi utilizzati dagli scienziati, dal microscopio agli studi in doppio cieco, sono stati creati allo scopo di aiutare gli scienziati a fare delle osservazioni migliori e per mantenerli onesti (cfr. Regole 1 e 3). Nel corso dei secoli il metodo scientifico è stato utilizzato per sviluppare e mettere alla prova delle teorie (vale a dire, paradigmi scientifici) che cercano di spiegare come funziona la realtà. Le buone teorie sono in armonia con la realtà. Quelle cattive, no. Le buone teorie hanno valore esplicativo e predittivo. Quelle cattive, no. Noi abbandoniamo le cattive teorie (come quelle sull'epilessia come conseguenza di una possessione diabolica) e teniamo quelle buone, modificandole ed aggiustandole un po' di tanto in tanto secondo quanto ci impone la realtà.

Tutto questo processo di costruzione di un paradigma diventa una specie di selezione naturale in astratto, con gran parte dell'evoluzione che ha luogo davanti ai nostri stessi occhi. Io, per dire, trovo tutto questo processo estremamente affascinante, addirittura eccitante. Dato che il paradigma naturalistico è in armonia con la realtà, ha una specie di qualità di crescita intrinseca. È vero, cresce! Questo potrebbe suonare un po' strano a qualcuno di voi, ma non vedo in che altro modo metterla. Vedete, costruire un paradigma naturalistico è un po' come mettere insieme un puzzle e vedere come la figura emerge dal marasma man mano che i vari pezzi vengono messi nel posto giusto. Al contrario di pun puzzle, però, la figura che emerge da uno studio onesto del mondo naturale non smette mai di crescere. Vorrei aggiungere che questa sensazione è più profonda e più reale di qualunque cosa abbia mai provato come credente in dio.

Pertanto penso che tutte e tre le definizioni, ateo, agnostico e naturalista, siano componenti imprtanti del libero pensiero. Siamo nati agnostici. Rifiutiamo il teismo. Abbracciamo il naturalismo. Di certo, nessuno ci garantisce niente tracciando linee nella sabbia. Perché è la nostra fiducia nel metodo scientifico, e la nostra mancanza di fiducia nel soprannaturale, che ci porta ad essere uniti come liberi pensatori.

© 1999 Michael Scott Earl

Traduzione pubblicata con il permesso dell'autore