I FANTASTICI DODICI DEL NUOVO TESTAMENTO
AMERICAN ATHEISTS info@ATHEISTS.ORG


di Frank R. Zindler
Traduzione di Roberto Anzellotti
Marzo 2001

I Dodici Apostoli ed i Dodici Discepoli sono altrettanto immaginari del loro maestro Gesù. Perché, quindi, sono stati inventati?

Il silenzio che avvolge la carriera terrena del dio - uomo Gesù è amplificato, se fosse possibile amplificare il silenzio, dal silenzio che circonda tutti i suoi compagni e molti dei luoghi in cui si immagina che abbia operato i suoi miracoli. Mentre è indiscutibile che Cesare Augusto e Ponzio Pilato siano esistiti al tempo in cui si pretende sia vissuto Gesù, e mentre Gerusalemme sicuramente esisteva (e con lo stesso nome), non c'è nessuna prova "laica" dell'esistenza dei 12 discepoli, degli Apostoli, di Santa Maria, San Giuseppe, San Paolo, Santo Stefano o della maggior parte dei personaggi che figurano nel Nuovo Testamento. Non c'è nessuna menzione nel Vecchio Testamento o negli scritti degli ebrei, dei geografi o degli storici pagani, di luoghi cristiani fondamentali quali Nazaret, Betania, Bètfage, Magdala, Ennon o Cafarnao. 1 Il fatto che nel Nuovo Testamento appaiano anche figure storiche, anche se confuse ed indefinite2, rende questo silenzio ancora più sorprendente; il carattere romanzesco del racconto diviene più evidente e quindi non ci si aspetta di trovare molta documentazione storica per i personaggi che lo popolano. L'ipotesi che Gesù ed i suoi compagni fossero reali, si deve confrontare con l'imbarazzante fatto che i personaggi di molti racconti storici possono essere documentati meglio che i personaggi del Nuovo Testamento.

Il silenzio delle fonti extra bibliche riguardo la geografia ed i personaggi del Nuovo Testamento ha una curiosa controparte nel silenzio dei Vangeli sulle località che conosciamo nelle regioni dove è ambientata l'attività di Gesù. Cosi, la grande città di Sepphoris, appena 8 km dalla cittadina ora chiamata Nazaret, è completamente ignorata nel Nuovo Testamento, e poiché la gente viveva nella sua periferia, ci si aspetterebbe, ragionevolmente, che gli abitanti di Nazaret abbiano a volte interagito con lei, almeno occasionalmente. Né Gesù né i suoi seguaci danno segno di accorgersi di questa grande città pagana nei dintorni. A parte Gerusalemme, Betlemme, Tiberiade ed il lago di Galilea, c'è pochissima evidenza che gli autori del Nuovo Testamento conoscessero o che importasse loro qualcosa della geografia3 o dei fatti della vita reale del palcoscenico in cui i loro attori recitarono. Se il Nuovo Testamento è un'opera di fantasia e i suoi protagonisti sono frutto di necessità religioso-politiche, tutto trova un senso. Se Gesù ed i suoi compagni sono davvero esistiti, allora questa catena di silenzi è praticamente impossibile da spiegare coerentemente.

I FANTASTICI DODICI

Tra i tanti personaggi immaginari del Nuovo Testamento, forse i più chiaramente falsi sono i dodici apostoli. Certo, se Gesù era un dio-sole (e chi altri è nato nel solstizio d'inverno ed è adorato la domenica?) aveva bisogno di dodici segni zodiacali, uno per ogni mese dell'anno, segni attraverso cui transita il carro del sole. Non è sorprendente che la maggior parte dei discepoli rappresenti solo dei nomi (e non sempre gli stessi), e che solo pochi di essi abbiano un carattere ben definito. Inoltre, sembra che qualche evangelista abbia avuto problemi a far saltar fuori abbastanza nomi per i dodici, benché gli autori dei Vangeli di Marco e Luca, combinando tra loro tre storie diverse, ne abbiano tirati fuori addirittura tredici!

Anche se entrambi, Matteo e Luca, sono noti per aver copiato la struttura narrativa di Marco, è interessante notare che la loro lista degli apostoli non combacia perfettamente con Marco. Il Taddeo di Marco, è Lebbeo in Matteo (questa versione del nome non è riportata nella Bibbia CEI - NdT). Cercando di sanare questa discrepanza, negli ultimi manoscritti di Matteo, il nome diventa Taddeo-Lebbeo, un cambio che fu effettuato anche negli ultimi scritti di Marco. Io credo che sia necessario sanare discrepanze come questa solo in presenza di leggende. Questa opinione è rafforzata dal fatto che Taddeo-Lebbeo manca completamente in Luca, il quale invece ha un misterioso "Giuda fratello di Giacomo". E naturalmente Taddeo, Lebbeo, Giuda fratello di Giacomo e Giacomo mancano tutti e quattro in Giovanni. Per cercare di mascherare questo fatto, Giovanni ha dato a Gesù un apostolo chiamato Natanele, un tizio sconosciuto negli altri Vangeli. Persino i Vangeli apocrifi ignorano questo Natanele fino al sesto secolo.

Incredibilmente, il Vangelo di Giovanni non fa menzione di un discepolo di nome Giovanni, anche se un Giovanni aiuta a completare il conto dei dodici o tredici apostoli negli altri Vangeli. Inoltre, il Vangelo di Giovanni non ha nemmeno Bartolomeo, né Matteo o Giacomo figlio di Alfeo, né Simone il Cananita. Non ha neanche Simone Zelota, Levi figlio di Alfeo e nessun Levi o Matteo il pubblicano. È sorprendente notare che i Vangeli che hanno un Levi o un Matteo hanno un apostolo di troppo, ossia tredici4. Come già notato, ciò è dovuto al fatto che il Vangelo di Marco, il più vecchio e quello da cui Luca ha copiato il suo, combina tre storie diverse; due citano il nome dei discepoli, l'altro la chiamata degli apostoli.

Ricordiamo che discepoli si pretende che fossero gli studenti di Gesù, gli uomini (ed anche le donne, nel Vangelo di Tommaso ed in altri) che vissero con Gesù ed impararono i segreti del maestro, mentre gli apostoli, fossero individui, presumibilmente chiamati dal Gesù vivo o risorto, che dovevano assumere il ruolo di missionari del nuovo culto.

POLITICHE APOSTOLICHE

La confusione di discepoli ed apostoli che troviamo nei Vangeli ci può dire qualcosa delle necessità politiche che motivarono la stesura dei vari Vangeli e gli scenari dei loro autori. Anche se il Nuovo Testamento non ci fornisce direttamente molte notizie storiche, indirettamente ci dice qualcosa delle circostanze in cui fu scritto e degli uomini che lo scrissero. Che cosa ci possono raccontare le storie degli apostoli e discepoli sugli inventori di questi personaggi? Perché furono inventati i dodici apostoli (o discepoli) se mai sono esistiti come uomini reali gironzolando attorno ad un rabbino chiamato Gesù, diffondendo il suo messaggio in tutto il mondo?

Ritengo che la risposta a queste domande si trovi nella politica della chiesa primitiva. La cristianità ha riunito in sé una gran varietà di culti misterici e di sette religiose, sia ebraiche che pagane5, e ci fu una fiera competizione, all'interno della chiesa primitiva, tra queste organizzazioni. Un gruppo di ebrei proto-cristiani reclamava che la loro chiesa era la unica vera, perché fondata da uomini (gli apostoli) che avevano avuto visioni del Cristo risorto6. A ciò la chiesa di Paolo (Gentile, ossia non ebraica) rispondeva: "Anche noi siamo nella verità: il nostro fondatore, Paolo, ha avuto anche lui visioni di Cristo e Cristo stesso gli ha detto il perché ed il percome". La chiesa ebraica poté affrontare i suoi rivali aggiungendo qualche dettaglio alla storia della sua supposta fondazione. E venne fuori, come potete immaginare, che gli apostoli fondatori, non solo ebbero le visioni del Cristo risorto, ma anche che mangiarono e studiarono insieme al maestro prima che morisse. Ciò rese la loro fazione molto più autorevole delle altre i cui fondatori avevano avuto solo visioni. Cosi, l'invenzione dei dodici apostoli condusse, in risposta, all'invenzione dei dodici discepoli. Probabilmente, una delle chiese ebree era guidata da dodici "ufficiali" chiamati apostoli (forse equivalenti alle "colonne" menzionate in Galati 2, 9), uno per ogni immaginaria tribù d'Israele. Le tribù, come forse saprete, erano associate con i dodici segni zodiacali. I dodici apostoli al comando erano i discendenti, si affermava, degli originali dodici apostoli, di cui almeno undici erano anche discepoli.7 Questa sì che era una giustificazione sostanziale per l'autorità della chiesa!

È molto probabile che gli apologisti di certi altri gruppi proto-cristiani provarono ad affinare ancora questa giustificazione. Mi pare quasi di sentire uno dei loro apologeti esclamare "La mia chiesa (ebraica) è guidata da gente che discende direttamente dalla famiglia di Gesù! Non potete avvicinarvi a Gesù più di cosi". Ora, all'epoca in cui infuriava questa competizione probabilmente nessuno ricordava più che nei primi giorni di quella particolare chiesa, esistevano adepti conosciuti come "I fratelli del Signore". Essi non erano più vicini alla famiglia di Gesù di quanto lo siano oggi i frati e le suore (molti frati e monache sono detti "fratelli e sorelle del Signore"). Ad un certo punto, nella storia della Chiesa proto-cristiana, divenne politicamente opportuno che il titolo di "fratello del signore" fosse stato frainteso, o se si fosse deliberatamente indicato che ciò significava una relazione di sangue con Gesù. Allora, fare a superare una Chiesa che ha giocato l'asso di briscola di una relazione di sangue con Gesù?

Facile. Si scrivono dei Vangeli in cui Gesù stesso maltratta la sua supposta famiglia. Certo, bisogna inventarla, una famiglia, affinché lui la possa maltrattare. Ma ne varrà la pena se questo serve ad affermare la superiorità della tua Chiesa sulle altre. Cosi, farai in modo che Gesù sia scortese con sua madre alle nozze di Cana: "Che vuoi da me, o donna?" (Giovanni 2, 4). Gli farai rifiutare tutta la sua famiglia come in Marco 3, 31 segg.: "Giungono poi sua madre e i suoi fratelli, che, fermatisi di fuori, lo mandano a chiamare. La folla intanto gli stava seduta intorno. Gli dicono: 'Ecco, tua madre e i tuoi fratelli, fuori, ti cercano'. Risponde loro: 'Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?'. Poi, guardando in giro quelli che gli sedevano intorno, dice: 'Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi fa la volontà di Dio, questi è mio fratello, mia sorella e mia madre". Dal punto di vista politico, il fatto che Gesù abbia rinnegato tutta la sua famiglia deve essere stato devastante per le chiese che basavano la loro autorità sulla relazione di famiglia. Ma tant'è; il Nuovo Testamento è storia politica scritta dai vincitori, anche se la sua sostanza è mitica.

L'INVENZIONE DEI DISCEPOLI

Quando nel corso degli eventi ecclesiastici divenne necessario creare dei discepoli che fossero la prima incarnazione della fede cristiana, ci fu però una piccola difficoltà: né i dodici apostoli, né Gesù erano mai esistiti. Che cosa fare?

Così come diversi evangelisti trovarono utile copiare temi e storie dall'Antico Testamento quando dovettero inventare le cose fatte da Gesù (facendone un nuovo Mosè), l'autore di Marco (il più antico dei Vangeli ufficiali) adottò l'Antico Testamento come modello per i discepoli. Il meglio che poté fare fu tirar fuori la storia della chiamata di Elia del suo discepolo Eliseo. (Vedasi anche la tabella Modelli dell'Antico Testamento per i nomi dei discepoli). Era un inizio.

In Marco 1, 16-39 c'è un racconto della chiamata di quattro discepoli, ed altre narrazioni integrative ci raccontano delle avventure di Gesù insieme a loro. I quattro nomi presentati in questa storia sono Simone (non ancora Pietro), suo fratello Andrea, e Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo (a essi viene dato il soprannome di "Boanerghes", figli del tuono, in un'altra storia, raccontataci in 3, 13-19). Il significato di Simone lo discuteremo dopo, ma il significato di Andrea (Andreas, "virile": un nome greco, non ebraico) non è molto chiaro. È possibile che sia stato creato per simboleggiare gli ebrei ellenicizzati che erano il fulcro di tante controversie nella chiesa primitiva. I personaggi di Giacomo e Giovanni possono avere un significato astrologico. Il nome Zebedeo assomiglia all'antico babilonese Zalbatanu, l'equivalente di Giove Tonante, rendendo plausibile che Giacomo e Giovanni siano i figli del tuono.

In Marco 2, 14 un passaggio apparentemente messo li per caso, ci racconta una storia diversa di come Gesù acquistò un discepolo, un pubblicano di nome Levi, il figlio di Alfeo. Sia Levi che Alfeo sembrano avere qui una funzione simbolica. Levi, certamente, rappresenta la tribù sacerdotale dei Leviti, Israeliti che si supponeva avessero aiutato Mosè nel farsi carico del culto dell'antico tabernacolo, un culto che ora stava per essere rimpiazzato dal culto di Cristo. Il nome di Alfeo sembrerebbe avere un significato astrologico. Probabilmente deriva dal babilonese "alpu" (toro), uno dei nomi del dio maggiore Marduk, o del segno zodiacale appunto del Toro. Sembrerebbe che lo scopo di questa storia sia di ridurre la casta sacerdotale, i capi di una volta della religione israelita, al rango di semplici studenti ai piedi del nuovo maestro. Infine, dobbiamo considerare ancora una terza storia che ci parla di discepoli, raccontata da Marco 3, 13-19. Come nella storia di Levi, anche questa sembra introdotta gratuitamente in una narrazione con la quale non ha alcun legame.8 È proprio in questa storia che il collegamento tra apostoli e discepoli è forgiato. Ed è qui, infine, che troviamo la lista dei dodici discepoli e - implicitamente (anzi, proprio esplicitamente nella Bibbia CEI - NdT) - dei dodici apostoli:

3: 13. Poi salì sulla montagna (anche se era sulle rive del lago di Galilea e non ci sono montagne nel raggio di chilometri. N. d. A.) e chiamò a sé quelli che volle; ed essi gli andavano vicino.
14. Quindi ne stabilì dodici, che chiamò apostoli, perché stessero con lui e potesse inviarli a predicare,
15. col potere di scacciare i demòni [e di curare le malattie] (frase non riportata nella Bibbia CEI - NdT).
(seguono i nomi segli undici apostoli discepoli)
19. e Giuda Iscariota, che poi lo tradì.
20. Viene a casa e si raduna di nuovo tanta folla, che non potevano neppure prendere cibo (in una casa in montagna?) [a]
L'espressione nel versetto 14 ci dice che Gesù, in un sol colpo, stabilisce che i dodici sono sia apostoli che discepoli, sottolineando l'ovvia interpolazione "che lo tradirà" dopo il nome di Giuda Iscariota nel versetto 19. È un dato di fatto che il contesto storico di questa storia è abbastanza variabile e confuso. I primi manoscritti non menzionano il fatto che i dodici avevano "il potere di sanare le malattie" (Infatti, questa frase scompare dalla versione CEI e dalle Bibbie protestanti moderne, mentre è presente nella più antica Bibbia di Re Giacomo e nella Vulgata - NdT). Altri manoscritti cercano di chiarire in vari modi la differenza tra discepoli e apostoli. Il manoscritto conosciuto come W per esempio, amplia il versetto 14: "E lui scelse dodici discepoli, chiamati anche apostoli, che stessero con lui e che potesse inviare a predicare il Vangelo". Curiosamente, anche se W rende ancora più chiaro che i dodici apostoli erano le stesse persone dette i dodici discepoli, ha anche lui un commento sul tradimento di Giuda. Il commento differisce però grammaticalmente dalle espressioni dei manoscritti maggiori.

Ancora una volta, la variabilità nel testo rinforza l'idea che ci troviamo di fronte alla nascita di un racconto di fantasia. Se i dodici discepoli fossero realmente esistiti, non avremmo una sola e articolata narrazione su come essi ottennero la loro "carica"? Anche se non fossero stati nominati tutti in una sola occasione, non ci aspetteremmo che la narrazione che spiega i vari passaggi con cui questo sacro collegio aderì al nuovo culto, fosse più coerente? Come sia, noi abbiamo tre storie non correlate tra loro, in questo che è il più antico tra i Vangeli, che cercano di dar ragione delle origini del primo "staff" di direttori della Chiesa. Anche così, contro l'asserzione che ce ne fossero dodici, la combinazione delle tre storie ci da un totale di tredici, non dodici discepoli! Non troviamo forse un tentativo dell'autore di Luca di cancellare e smussare questa situazione imbarazzante, quando ci dice (Luca 6, 13) che Gesù "chiamò a sé i suoi discepoli, ne scelse dodici [tra di loro] e diede loro il nome di apostoli"? Non è questo un tentativo di ridurre i tredici a dodici?

Le motivazioni politiche che stanno dietro alla creazione dei discepoli ed apostoli si possono vedere con chiarezza nel contraddittorio9 racconto della chiamata dei discepoli data nel Vangelo di Giovanni. La storia narrata nel Capitolo 1, 35 segg. ci racconta come Giovanni Battista perse due dei suoi discepoli (Andrea ed un altro non specificato) in favore di Gesù quando quest'ultimo semplicemente passò presso il Battista nella immaginaria "Betania al di la del Giordano". Giovanni aveva fatto confessare, preventivamente, al Battista la sua inferiorità nei confronti di Gesù; adesso gli fa perdere i suoi discepoli a favore di colui che sarà il vincitore nella concorrenza di culti dell'ultima parte del primo secolo e la prima del secondo. In questa storia Gesù ha acquisito Simone, conosciuto già come Pietro, e gli ha dato il soprannome aramaico di Cefa, che sarebbe l'equivalente di Pietro (pietra). Tutto ciò ha un senso se, al tempo in cui la storia fu scritta, ci fossero state forti concorrenze tra una chiesa protocristiana ed un culto del Battista da una parte, ed un culto di Pietro dall'altra. I rivali, alla fine, sono sottomessi e aggiogati all'aratro di Cristo.

APOSTOLI ASTRALI?

Nonostante i dodici discepoli e i dodici apostoli abbiano chiaramente significati astrologici o zodiacali, i tentativi di collegare tutti i loro nomi a particolari segni non hanno avuto grande successo. Anche se abbiamo già visto che alcuni dei nomi dei discepoli possano avere significati zodiacali od astrali, anche se abbiamo spiegato il nome Tommaso (forse dal babilonese Tuâmu, "gemello") o ipotizzato che le donne discepolo citate in qualcuno dei Vangeli non canonici fossero messe per rappresentare il segno della Vergine, ci manca ancora molto per spiegare tutti i nomi in senso zodiacale. Questo può essere dovuto al fatto che conosciamo molto poco dei dettagli dei sistemi astrologici in voga nel Mediterraneo orientale, o può esser dovuto al fatto che necessità politiche forzarono qualche personaggio (come Pietro) che non era strettamente zodiacale, ma originariamente un dio rivale, ad essere soggiogato ed a divenire un semplice studente del vero Redentore. Può anche essere dovuto alla necessità politica, ugualmente stringente, di soggiogare dei leader delle varie "Chiese" protocristiane ormai ricordati a stento, ma pur sempre reali (I vari personaggi di nome "Giacomo" potrebbero ricadere in questa categoria). Per rendere le cose ancora più confuse, è altamente probabile che i nomi di qualche primitivo leader fossero correlati a quelli di qualche dio che doveva essere sottomesso. Così, il Cefa degli scritti paolini è usualmente equiparato a Simon Pietro dei Vangeli. Ma il Pietro dei Vangeli è chiaramente un dio che doveva essere mostrato inferiore a Gesù.

Sembra che ci fosse un dio samaritano di nome Simone che, come Mitra, fu chiamato con il soprannome di Pietro (pietra). Lui poteva camminare sulle acque e possedeva le chiavi delle porte del paradiso. In questo aspetto era l'equivalente del dio romano Giano, il cui culto aveva il suo quartier generale nei pressi dell'attuale Vaticano (il luogo di un equivalente culto di Pietro). È anche possibile che il Cefa della letteratura paolina fosse una persona reale, un leader del culto salvifico samaritano (un culto "quasi ebraico") che prese il nome dal suo dio. Se è cosi, allora Matteo (14, 30) prende due piccioni con una fava quando ritrae l'insuccesso di Pietro nel camminare sulle acque. Il dio Simone è stato rappresentato con dei poteri inferiori a quelli di Gesù, ed il Simone che sulla terra rappresentava Pietro fu immatricolato come uno dei tanti allievi dell'Accademia di Cristo.

Malgrado tutte le eccezioni discusse fino ad ora, i dodici , chiaramente, assolvono una funzione zodiacale nei Vangeli, e la natura di dio Sole di Gesù diviene chiara come l'acqua quando si esamina la storia del culto della chiesa primitiva. (Scavi in Vaticano hanno scoperto un mosaico che rappresenta Cristo come il dio sole Helios, con il carro solare, i cavalli e tutto il resto). Il nocciolo narrativo del Vangelo di Marco si svolge in dodici mesi (suggestivamente solare) ed alcuni studiosi hanno pensato che la versione del Vangelo di Marco avesse una struttura divisa in dodici parti, un po' come l'equivalente cristiano delle dodici fatiche di Ercole (un altro semidìo redentore). In opere più tarde, però, la durata del ministero di Gesù è aumentata, sino ad arrivare ai tre anni nel più tardo Vangelo di Giovanni. In ogni caso, gli scopi e le credenze delle varie Chiese che controllavano la riscrittura dei Vangeli cambiavano di volta in volta, e cosi ciò che poteva essere in origine un fatto chiaro divenne sempre più oscuro, mano a mano che veniva inserito altro materiale nei testi sacri, ed altro materiale veniva certamente cancellato10.

La solarità di Gesù e la natura zodiacale dei dodici è ulteriormente sottolineata dal fatto che questi ultimi sono correlati alle mitiche dodici tribù d'Israele:

Matt. 19, 28: Gesù rispose loro: "In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella rigenerazione, quando il Figlio dell'uomo sederà sul suo trono di gloria (e questo che cos'è, se non un il Sole? - NdA), sedrete anche voi su dodici troni (ovvero, le dodici case zodiacali - NdA) a giudicare le dodici tribù d'Israele.
Si sapeva da tempo che le tribù erano loro stesse simboli zodiacali, parte dello sviluppo solare del culto di Yahweh che ebbe luogo secoli prima di Gesù. I discepoli rappresentano al tempo stesso le dodici tribù ed i loro giudici.

QUESTI STUPIDI DISCEPOLI

Rimane ancora da spiegare un'ulteriore funzione dei dodici, una funzione che è sembrata inesplicabile a molti studiosi: il ruolo di autentiche "spalle comiche". Di nuovo ci sorprendiamo al leggere che i discepoli non riuscivano a capire quando Gesù diceva qualcosa di comprensibile anche ad ragazzino di seconda elementare11. Perché gli evangelisti hanno raffigurato i discepoli cosi ottusi, cosi poco attendibili o addirittura sleali? Qualcuno ha affermato che ciò dimostrerebbe la genuinità della storicità dei Vangeli. Perché, si sono chiesti, gli evangelisti avrebbero dipinto un quadro così poco lusinghiero dei dodici se non fosse vero? Se stavano solo costruendo storie per glorificare i fondatori della loro Chiesa, non li avrebbero forse fatti senza difetti?

La risposta sembra abbastanza semplice se si considera ancora una volta il frangente politico in cui i Vangeli (od almeno alcune loro parti) furono scritti. Per un certo periodo fu necessario, per la nuova società nascente, dissociarsi dagli Ebrei, il gruppo dal quale rivendicavano un considerevole livello di discendenza. Era necessario guadagnarsi la fiducia dei Romani (o almeno farsi accettare da loro). Era impossibile, a differenza degli Gnostici, ripudiare completamente il Giudaismo e non dar più credito al Vecchio Testamento come fosse opera del diavolo. Troppa della loro dottrina derivava dai modelli Giudaici, e certamente i fondatori della Chiesa che si voleva giustificare erano stati identificati già da lungo tempo come, in qualche modo, Ebrei. Come si poteva fare?

La chiesa poteva spiegare che non era stato Pilato o i Romani ad uccidere Gesù, ma gli stessi Ebrei. Poteva essere creato un discepolo che lo avrebbe tradito, e chiamarlo Giuda, cioè Giudeo. Anzi, si poteva dimostrare che Gesù provò a redimere gli Ebrei dalla loro errata posizione per insegnar loro una filosofia più elevata. I dodici discepoli possono essere stati creati per rappresentare le stupide, ostinate e volubili dodici tribù degli Ebrei che i romani dovettero reprimere nell'anno 70 EC e per altri anni ancora, fino al 135 EC. I discepoli furono allora creati, almeno in parte, come rappresentanti dei condannabili Ebrei. Nella strategia per sopravvivere nel mondo romano, si ritenne necessario tagliare i ponti da ciò che era visto come una macchia nera sulla loro nuovissima coscienza. L'antisemitismo dei Vangeli, vorrei suggerire, deriva da questa circostanza storica.

Anche se si potrebbe scrivere molto di più sul tema dei Dodici, mi sembra che qui sia stato presentato materiale a sufficienza per dimostrare che non c'è nessuna buona ragione per credere che i dodici apostoli o i dodici discepoli siano mai esistiti come un gruppo di uomini che abbiano mai conosciuto il dio uomo dal vivo. È possibile considerare la loro creazione da parte degli evangelisti senza ipotizzare per certa la loro esistenza reale. Secondo il Rasoio di Occam, per il quale è più probabile la spiegazione che abbisogna di meno assunzioni fondamentali per dar conto adeguatamente dei fatti, sembra più ragionevole che i Dodici siano personaggi immaginari piuttosto che storici. Se qualcuno dei personaggi enumerati come apostoli o discepoli sia mai esistito, certo senza nessuna connessione nella vita reale con il personaggio Gesù, è un'altra questione che cercherò di affrontare in futuri articoli.


Modelli dell'Antico Testamento per i nomi dei discepoli

La storia di Marco sulla chiamata dei discepoli è ricalcata sulla chiamata di Eliseo da parte di Elia in 1 Re 19, 19 segg. (passo noto probabilmente agli evangelisti solo nella sua versione greca), ma va oltre il suo modello. Elia "chiama" solo un uomo (alle spalle di dodici coppie di buoi) e permette all'uomo di salutare la sua famiglia. Gesù "chiama" cinque uomini ordinando loro di seguirlo, senza permetter loro di prendere congedo dalle famiglie. Invece di dodici coppie di buoi, Gesù avrà dodici "pescatori di uomini".

La chiamata di Eliseo da parte di Elia - dalla Bibbia dei Settanta (edizione greca della Bibbia)

(traduzione dall'inglese dell'articolo originale)

III Re (corrispondente al 1 Re nella Bibbia Ebraica) 19, 19. Ed egli (Elia) se ne partì da quel luogo, ed incontra Elisaie (Eliseo) figlio di Safàt, che stava arando con i buoi; c'erano dodici coppie di buoi davanti a lui, ed egli stava con i dodici, ed egli passò vicino a lui, e lo coprì col suo mantello. 20 Ed Eliseo lasciò il bestiame, e corse dietro ad Eliu (Elia) e disse, Bacerò mio padre, e ti seguirò. Ed Eliu disse, Ritorna, perché ho fatto un lavoro per te. 21 Ed egli tornò per seguirlo, e prese una coppia di buoi, e li uccise, e li bollì con gli attrezzi dei buoi, e li diede alla gente, che ne mangiò: ed egli si alzò, e seguì Elia, e si pose al suo servizio.

La chiamata dei discepoli da parte di Gesù - Versione di Marco

(dalla Bibbia - edizione CEI)

Marco 1, 16 Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, che gettavano le reti in mare. Infatti erano pescatori. 17 Disse loro Gesù: "Seguitemi e vi farò diventare pescatori di uomini". 18 Prontamente essi, lasciate le reti, lo seguirono. 19 Procedendo poco più oltre, vide Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che stavano anch'essi sulla barca, rassettando le reti, 20 e subito li chiamò. Essi, lasciato il loro padre Zebedeo con gli operai sulla barca, gli andarono appresso. Marco 2, 14 Andando più avanti, vide Levi, figlio di Alfeo, che stava seduto al banco dei gabellieri e gli disse: "Seguimi!". E quello, alzatosi, lo seguì.

[indietro]

[inizio]

Discepoli ed Apostoli:
Quanti e Quali?

Il Nuovo Testamento canonico, il Nuovo Testamento apocrifo, e fonti ebraiche ci danno alcuni nomi dei seguaci di Gesù, e molti asseriscono che queste persone costituiscoo un gruppo noto come "I Dodici". Ciò nonostante, solo il Vangelo di Matteo ci dà esattamente dodici nomi. Come indicato qui sotto, i membri dei Dodici chiamati per nome variavano in numero da tre a tredici, a seconda della fonte.

I Tredici discepoli od Apostoli in Marco (2, 14 e 3, 14 segg.)
  • Levi, figlio di Alfeo, un pubblicano (esattore delle imposte)
  • Simone, detto Pietro
  • Giacomo, figlio di Zebedeo
  • Giovanni, figlio di Zebedeo
  • Andrea
  • Filippo
  • Bartolomeo
  • Matteo
  • Tommaso
  • Giacomo, figlio di Alfeo
  • Taddeo, o Lebbeo, o Daddeo (i diversi manoscritti hanno versioni differenti del nome)
  • Simone il Cananeo
  • Giuda Iscariota
I Tredici (o più) Discepoli-Apostoli in Luca (5, 27 segg. e 6, 12 segg.)
  • Levi, o Levi figlio di Alfeo, un pubblicano
  • Simone, chiamato anche Pietro
  • Andrea
  • Giacomo
  • Giovanni
  • Filippo
  • Bartolomeo, o Martolomeo
  • Matteo
  • Tommaso, o Tommaso Dìdimo (greco - "il gemello")
  • Giacomo, figlio di Alfeo
  • Simone soprannominato Zelota
  • Giuda, figlio di Giacomo
  • Giuda Iscariota
I Sette od Otto discepoli in Giovanni (1, 40; 1, 42; 1, 44 segg.; 6, 71; 11, 16; 12, 22; 20, 2)
  • Andrea (fratello di Simon Pietro) ed un altro discepolo che non viene chiamato per nome
  • Simone, figlio di Giovanni (o di Giona), che si chiamerà Cefa (interpretato come "la Roccia") (nei manoscritti si trovano versioni diverse del nome del padre di Pietro)
  • Filippo
  • Natanaele
  • Giuda figlio di Simone Iscariota (o Simone di Karyot) (i manoscritti riportano versioni diverse del nome)
  • Tommaso Dìdimo (greco - "il gemello")
  • Giuda non Iscariota
  • "L'altro discepolo che Gesù amava"
I Quattro o cinque Discepoli in Tommaso (Prologo; 13, 2-4; 21,1; 61, 2-4)
  • Dìdimo Giuda Tommaso
  • Simon Pietro
  • Matteo
  • Maria (non sicuramente un discepolo)
  • Salomé
I Cinque Discepoli nel Talmud Babilonese (Sinedrio 43a)
  • Matthai
  • Naqai
  • Netser
  • Buni
  • Thoda
I Dodici Apostoli in Matteo (10, 2)
  • Simone, detto Pietro
  • Andrea
  • Giacomo, figlio di Zebedeo
  • Giovanni, figlio di Zebedeo
  • Filippo
  • Bartolomeo
  • Tommaso
  • Matteo il pubblicano
  • Giacomo figlio di Alfeo
  • Lebbeo, o Lebeo, o Taddeo, o Lebbeo detto Taddeo, o Taddeo detto Lebbeo (i manoscritti riportano versioni differenti del nome)
  • Simone il Cananeo
  • Giuda Iscariota
I Sette Discepoli nel Vangelo degli Ebioniti (Epifanio, Adversus Hæreses I 30, 13)
  • Simone, detto Pietro
  • Giovanni, figlio di Zebedeo
  • Giacomo, figlio di Zebedeo
  • Andrea
  • Taddeo
  • Simone lo Zelota
  • Giuda Iscariota
I Tre Discepoli superstiti del Vangelo di Pietro (14, 1-3)
  • Simon Pietro
  • Andrea
  • Levi figlio di Alfeo


NOTE:

1 Nel mio articolo Dove Gesù non ha mai camminato ho mostrato che la "Cafarnao" menzionata da Giuseppe Flavio è una sorgente, non la città del Nuovo Testamento! [indietro]

2 Per esempio, il ritenere che Re Erode (che morì nel 4 AEC) fosse ancora vivo ai tempi del censimento sotto Quirino nel 6 EC, o l'erroneo resoconto, da parte dell'autore degli Atti, che Teuda (che apparve ai tempi del procuratore Cuspio Fado, ca. 44 EC) sia venuto prima di Giuda il Galileo (che apparve ai tempi del censimento nel 6 EC). [indietro]

3 Nel Capitolo 5, Marco ci racconta la storia di Gesù ed i Dodici che attraversano il Mare di Galilea ed approdano nella terra dei Geraseni, ignaro del fatto che Gerasa si trovava ad almeno 50 km dalla costa, e non aveva il controllo su quell'area. L'evangelista non si è reso conto che quando ha inventato il fatto che Gesù avrebbe fatto correre 2.000 maiali giù per un pendio per annegare, essi avrebbero dovuto fare un percorso più lungo di una maratona! Un'ulteriore prova di ignoranza della geografia palestinese si trova nella storia su Gesù che va da Tiro, sul Mediterraneo, al Mare di Galilea, 50 km nell'entroterra. Secondo Marco 7, 31, Gesù fece ciò passando per Sidone, 30 km a Nord di Tiro sulla costa mediterranea. Poiché andata e ritorno Tiro / Sidone fa circa 60 km, ciò significa che il più saggio degli uomini camminò per 110 km quando avrebbe potuto farne solo 50. [indietro]

4 Questo compensa, forse, il fatto che Giovanni nomini solo sette discepoli e si riferisca indirettamente ad un possibile ottavo: il discepolo che Gesù "amava". Perché Gesù non avrebbe potuto amare Natanaele, mi piacerebbe proprio saperlo. Dopo tutto, Natanaele vuol dire "dono di Dio". Non avrebbe dovuto essere sufficiente questo? [indietro]

5 Il culto del Cristianesimo è più antico delle scritture di cui avrebbe generato appunto la scrittura. I vari Lettere e Vangeli furono scritti per creare storie di fantasia che potessero essere usate per avvalorare e giustificare le pratiche, il governo, e le istanze politiche peculiari del culto - o più precisamente, dei culti, dato che il Cristianesimo Cattolico derivò dall'amalgama di un buon numero di corpi religiosi differenti.[indietro]

6 Questi erano tra i molti gruppi che dipendevano dagli "oracoli" per convogliare presunti messaggi della divinità ai membri del culto. Gli oracoli potevano comprendere visioni del Cristo risorto che, si affermava, convogliavano oralmente conoscenze sui misteri (come nel caso di Paolo) o perle di saggezza (come nel caso dell'autore del Vangelo di Tommaso). La ricetta della conoscenza oracolare da allucinazioni del salvatore risorto era la garanzia per prendersi la vita di un apostolo o di un missionario. Ovviamente, ciò convogliava anche grande prestigio e probabilmente conduceva a livelli gerarchici e privilegi al di sopra di quelli dei fedeli ordinari - i cui occhi e le cui orecchie potevano funzionare solo in modo normale. [indietro]

7 Non tutte le Chiese conoscevano la storia del traditore Giuda e delle sue due morti - una storia sconosciuta allo stesso Paolo. (1 Corinzi 15, 5, anche se una tarda interpolazione nel testo paolino riferisce che Gesù apparì "a Cefa, e poi ai Dodici", non agli Undici). Nemmeno 1 Corinzi 11, 23 ci mostra alcuna conoscenza della storia di Giuda. Mentre la Bibbia di Re Giacomo dice "Gesù, la stessa notte in cui fu tradito..." - interpretando incorrettamente il verbo greco paredideto come "tradito" - la Nuova Bibbia Inglese dice "Gesù, nella notte del suo arresto..." (la Bibbia CEI ha invece la versione "Gesù, nella notte in cui fu tradito...", così come la Revised Standard Version inglese [la nuova Re Giacomo], la Vulgata e la Nuova Edizione Riveduta protestante - NdT) [indietro]

8 Gesù ha già dei discepoli in Marco 3, 7-12, e viene loro detto di tener pronta una barca per evitargli di essere travolto da una folla. Non si sente più parlare della barca fino all'inizio del Capitolo 4, dove Gesù è costretto ad entrare nella barca per predicare, a causa dell'estensione della folla. Oltre al passo che descrive la chiamata dei Dodici, è stato inserito anche del materiale che denigra la famiglia di Gesù, interrompendo ulteriormente la storia di Gesù che predica da una barca. [indietro]

9 Secondo Marco 1, 16, come abbiamo già visto, Gesù sta camminando sulle rive del Mare di Galilea quando vede Simone ed Andrea che stanno pescando, ed invita i due simultaneamente ad unirsi a lui nella sua pesca d'uomini. In Giovanni 1, 35-42. però, l'acquisizione di Andrea ha luogo nella mitica "Betania oltre il Giordano", ed Andrea non sta pescando, ma è nel gruppo di Giovanni il Battista, suo maestro. Gesù attrae a sé Andrea ed un secondo discepolo Giovanneo (che non viene chiamato per nome). Simone, esplicitamente, non è con Andrea quando quest'ultimo corre via per vedere dove Gesù vive. [indietro]

10 Se fosse vero che il Vangelo di Marco esisteva in origine sotto forma di un più ampio documento "Marco Segreto" usato per l'istruzione nei misteri cristiani, ma fu in seguito espurgato per un suo uso da parte dei non iniziati, davvero una gran parte di materiale avrebbe potuto essere eliminata! Se la breve nota (Marco 14, 51-52) sul ragazzo che fugge nudo durante il parapiglia successivo all'arresto di Gesù è l'esempio di un passaggio accidentalmente sfuggito al "revisore", la mente impazzisce contemplando che tipo di documento dovesse essere il Marco Segreto prima di essere castrato per essere mostrato in pubblico. [indietro]

11 Per esempio, nel sedicesimo capitolo di Matteo leggiamo che, subito dopo il secondo miracolo di Gesù riguardante la moltiplicazione dei pani e dei pesci, i discepoli vengono fatti supporre che l'ammonizione di Gesù "Badate di tenervi lontano dal lievito dei farisei e dei sadducei" si riferisse al fatto che essi avevano dimenticato di portarsi il pane sulla barca - come se qualcuno potesse ancora essere preoccupato per la mancanza di pane! Gesù, dopo aver loro letto nel pensiero, dice (Matteo 16, 8 segg.): "Perché discutete fra voi, uomini di poca fede, per non aver preso il pane? Non capite ancora? Vi siete dimenticati dei cinque pani che bastarono per i cinquemila uomini e delle sporte che raccoglieste? E dei sette pani con cui si sfamarono i quattromila e degli avanzi che raccoglieste? Come non capite che non per i pani vi ho detto: tenetevi lontano dal lievito dei farisei e dei sadducei?" [indietro]


Note del traduttore:

[a] L'autore utilizza la Bibbia di Re Giacomo, in cui si legge: 19. Ed anche Giuda Iscariota, che poi lo tradì: ed entrarono in una casa. 20. Ed una moltitudine andò con loro. Questo spiega la battuta, incomprensibile con la versione CEI, che riferisce che invece Gesù tornò alla sua casa di Cafarnao. La CEI-Gerusalemme ("interconfessionale") dice invece anch'essa "ed entrarono in una casa", così come la vecchia Vulgata, che però gioca sul significato del latino "domus", che significa sia "casa" che "casa propria". Sta di fatto che la Bibbia CEI cerca di "indorare la pillola". [indietro]


L'autore

Ex professore di biologia e geologia, Frank R. Zindler è oggi un giornalista scientifico. È membro dell'Associazione Americana per l'Avanzamento della Scienza, dell'Accademia delle Scienze di New York, della Società per la Letteratura Biblica, e della Scuola Americana per le Ricerche Orientali. È l'editore di American Atheist.

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Traduzione autorizzata da American Atheists